In qualità di presidente della società per (ex) azioni «Giùlemanidamauri» (fallita) e della fondazione «Giùlemaninedagiovinco» (esiliata), lasciatemi riprovarci con Yaya Touré. Ha 28 anni, è ivoriano e gioca, con il fratello Kolo Touré, nel Manchester City di Roberto Mancini. Quando la Juventus stava tornando in serie A, e Didier Deschamps non aveva ancora dato le dimissioni, Yaya era in cima alla lista, o molto vicino. Poi Didier saltò, il mercato diventò di quantità e la pioggia di parametri zero fece strage dei pochi ombrelli aperti.
Più che un centrocampista, Touré è un tuttocampista. Gran fisico, buona tecnica. Gli itinerari e l’eclettismo ricordano la versatilità tattica di Dino Baggio, un altro che occupava il territorio con piglio carnale e piedi sensibili. Pep Guardiola, che ebbe Yaya nel Barcellona, lo impiegò come centrale di difesa nella finale romana di Champions League contro il Manchester United.
Dici Manchester City e pensi al Kun Aguero, alle balotellate, al bivio Tevez, ai milioni di euro che lo sceicco Mansour ha investito e investirà . Chi scrive, viceversa, pensa a Yaya Touré: ai suoi gol quasi mai banali – su tutti, quello che decise l’ultima finale di Coppa d’Inghilterra – alle sue progressioni da mezzofondista, metà Rambo e metà Fregoli. Se i soldi stanno in Asia, l’Africa continua a essere uno smisurato giacimento di talenti grezzi. Yaya non appartiene alla stirpe dei fuoriclasse, ma alla tribù dei guerrieri che hanno scoperto e allevato la disciplina senza smettere di coltivare la tecnica e l’istinto.
I confini di Touré sono le due aree. L’anarchia, ammesso che talvolta ne spaventi i radar, non deborda mai da un tran-tran generoso e, spesso, letale: aggettivi che, di solito, fanno a botte. Non nel suo caso.
X Il martinello: non era un’ appello quello in cui la penalizzazione fu ridotta da -30 a -17?
Bilbao77, tu invece sei un esperto di calciopoli? Chapeau! Uno dei tanti pseudo paralegali spuntatti in questi anni. Attento lettore di ju29ro e tecnico audio a tempo perso. Brindiamo insieme a questi emozionanti 6 anni di vita, vissuti sull’altalena delle emozioni e spinti da una passione genuina. Peccato solo per il coitus interreptus di Napoli, altrimenti sarebbe stata una goduria estrema. Sono contento che tu sia sopravvissuto, altri compagni di ventura (e qua sul blog in molti possono confermare) non sono mai tornati indietro. Sepolti per sempre da un’onda impazzita.
Perdonami se non tornero’ sull’argomento, ma quando penso al belga o all’amico barese mi vengono ancora i brividi…
Lovre51, invece i complimenti degli interisti all’allenatore, ma soprattutto all’uomo Zeman sono obbiettivi e ponderati?
Ovvio che da Juventino non sopporto Zeman. E’ uno che ci ha fatto volontariamente del male, per soddisfare le sue frustrazioni ed ha sempre goduto di ottima stampa. La disistima nei confronti dell’uomo Zeman è totale e motivata. L’allenatore Zeman è uno dei tanti, niente di eccezionale. Da sempre molto sopravvalutato, i risultati sono lì a dimostrarlo….
X il Beck – Come lei ricorderà anche io sono un iscritto al club GIULEMANIDAGIOVINCO. Comunque, lei dove la vedrebbe la nostra formica atomica nell’attuale Juventus di Conte? Non mi dica in panchina perché credo che questa soluzione non sarebbe per nulla accettata dall’interessato.
Come volevasi dimostrare,su Zeman lo juventino ha la coda di paglia!!Non parliamo poi dell’odio verso l’uomo.Tornando a Giovinco,caro Beck,i fuoriclasse non si mangiano quei gol!!
Zeman: Al tavolo della pace c’erano gli invitati sbagliati – Zeman sta facendo un bel campionato col suo Pescara, il solito campionato alla Zeman certo, con la quartultima difesa della serie B, ma di gran lunga il migliore attacco (45 goal fatti e 34 subìti), il che gli vale il quarto posto in classifica; pensa positivo sul suo Pescara (“Non possiamo che migliorare”), trascinato in alto peraltro dai goal del bianconero Ciro Immobile, ma non riesce a liberarsi dal pensiero dei mali del calcio, che si riassumono in Calciopoli; e allora dice la sua sul tavolo di Petrucci e sul perché non abbia portato a nulla: “Non lo so, non c’ero – sono le sue parole riportate da seriebnews.com – è difficile valutare queste cose, quando si fa la guerra poi a fare la pace ci vuole tanto e ci vogliono altri personaggi”. Qualora decidesse di correre incautamente il rischio di un nuovo tavol, Petrucci sa a chi rivolgersi per stilare la giusta lista degli invitati.
Nessuno, e allora se sei ignorante sul l’argomento Farsopoli (e la certifichi con quella premessa di disinteresse sui fatti) non solo non andare in quella sezione, ma non ne parlare proprio. Piuttosto che dire belinate dilettati col calciomercato come si faceva da bambini, l’oppio del popolo calcistico bue.
Zeman? L’allenatore ideale per la Juventus….giovanile o quella B, se un giorno la FGCI si metterá in testa di copiare finalmente il modello spagnolo. Ma a parte ció, c’é ancora gente che si fa incantare da chi gioca un calcio di serie B? Perché quello é ció che fa il boemo, far rendere benissimo un gruppo di carneadi con voglia di emergere. Quando si passa al gioco del calcio (dei grandi) sappiamo tutti bene quello che valga la mummia. Che se ne stia a Pescara tutta la vita: quella é la sua dimensione.
Caro Beck,a Pescara c’è Insigne che vale molto ma molto piu’ di Giovinco.Pronto a scommettere,Giovinco ha estro ma poco coraggio in certe occasioni importanti.Il mio giudizio negativo parte dal rigore sbagliato col Bate in CL.Se ti fai vincere dall’emozione in una partita scontata non sarai mai un fuoriclasse!!Ai posteri l’ardua sentenza….Comunque le consiglio di vedere quando puo’ il napoletano di Pescara.
Gentile signor Cristiano, grazie della visita. Le avevo scritto al suo indirizzo privato. Ha ricevuto? Buona notte.
Gentile signor Lovre51, dia Giovinco (chi era costui?) a Zeman o a una grande squadra, poi ne riparliamo.