Una buona partita, con tante occasioni per passare in vantaggio. Così, a «Sky tg 24», hanno riassunto la sconfitta dell’Inter a Marsiglia. Mamma mia. Inter, Milan o Juventus non cambia nulla. Spero che si tratti solo di incompetenza. Altro che buona partita, altro che tante occasioni: tutto il contrario. Con la buona sorte che aveva accompagnato la squadra nelle sette vittorie consecutive, Forlan avrebbe spaccato subito l’equilibrio. Quando non si merita di perdere ma si fa poco per vincere, si consegna il risultato alla lotteria degli episodi.
Il problema dell’Inter non è Ranieri, così come non era (soltanto) Gasperini; e come nel Chelsea non è (soprattutto) Villas Boas. Il problema coinvolge i giocatori. Inutile girarci attorno. Gasperini e Ranieri le hanno provate tutte: difesa a tre, 4-4-2, 4-3-1-2. Non è che l’Inter non voglia: l’Inter non può, non riesce. E’ diverso, è peggio. Dicono che Ranieri non abbia il fascino di Mourinho. Che scoperta. Questa, però, non è più l’Inter di José: sono i nomi dell’Inter di José. La qualificazione resta a portata di mano, anche se Deschamps, che ha studiato in Italia, non verrà certo a San Siro per buttarsi dal terzo anello.
Se ad agosto mi avessero detto che il Napoli avrebbe eliminato il Manchester City nella fase a gironi e prenotato i quarti contro il Chelsea, avrei riso di gusto. La Champions costa punti in campionato, Mazzarri è un sarto tagliato su misura per l’Europa. Ha colto gli inglesi troppo a riva (il City) o troppo al largo (il Chelsea); ha basato la manovra su un italianismo che affila ed esalta il contropiede: la differenza, al San Paolo, l’hanno fatta gli attacchi, non le difese. Cavani & Lavezzi.
Postilla. L’Arsenal con il Milan ha riesumato Henry (35 anni ad agosto), il Chelsea non si schioda da Drogba (34 a marzo). Banali coincidenze? Non credo proprio.
A proposito di arrosto sig. Beccantini, i cani quest’anno sono ancora piu’ arrabbiati perchè mentre fino all’anno scorso potevano dire che Andrea Agneeli sollevava polvere per nascondere il fallimento dei risultati sportivi, quest’ anno gli sta venendo meno anche quell’argomento e questo li manda fuori di testa.
Diciamo che l’arrosto è ancora in cottura ma l’odore è gia’ buono, stiamo a vedere. Del resto è difficile fare un buon arrosto senza fare un po’ di fumo.
Confusione, d’accordo con lei Primario. La discussione sul blog e’ tanto originale quanto i suoi partecipanti, i soliti sei (in realta’ 2 o 3) personaggi in cerca d’autore. A dopo e buon lavoro.
Vi basta il fumo? Contenti voi… A me piace l’arrosto, signor Axl Rose.
Niente ghost writer per Andrea Agnelli, sig. Beccantini, cosi’ lo vogliamo, bello massiccio e incazzato, l’importante è che scelga bene i bersagli dei suoi strali……….a partire dagli incompetenti. Per quanto riguarda il suo padrino e il miglior dirigente del calcio italiano, uno parlava troppo poco e l’altro troppo, ma erano cosi’, prendere o lasciare e io li prenderei sempre. Magari a Moggi darei una scheda prepagata con limite di spesa.
Signor Axl Rose, scherzi a parte: quello è l’eccesso opposto. Però ad Andrea Agnelli manca un ghost writer. Ed è mancato anche a Giraudo (tanto) e a Moggi (tantissimissimo).
Martinello, appunto. La Juventus è stata sempre abbinata agli Agnelli, alla Fiat, al potere, alla monarchia virtuale dell’Italia.
Mamma mia, mi vengono ancora i brividi a ripensare a quel tale (di cui taccio il nome a beneficio del mio fegato) che disse che la Juventus, andando in B, aveva riacquistato simpatia presso i tifosi delle altre squadre.
X il Beck – Noi siamo simpatici solo quando perdiamo. Per sei anni ci hanno invitato a tutte le feste come ospiti d’onore e ci mandavano anche i cioccolatini a casa. Adesso che abbiamo abbozzato un tentativo per tornare a vincere, li abbiamo subito allarmati. E ci invitano solo per farci fare da sputacchiera ai loro insulti. Forse è meglio così che essere presi per il culo come prima. Almeno non dobbiamo dire grazie a nessuno.
Signor Axl Rose, per favore lo spieghi a Cristiano e Martinello.