Il mio regno per un dribbling. Ci pensavo guardando il nulla di Italia-Stati Uniti. Non uno che cercasse di puntare l’uomo, di sfidarlo, di saltarlo; solo Giovinco, qualche volta e quasi mai con l’arroganza necessaria. Perché sì, il dribbling è anche questione di arroganza: devi servirti dell’avversario senza diventarne servo.
Se il gol è tutto anche quando è stupido, il dribbling è una rima, è un verso: «Ei fu». Il dribbling è scintilla. L’evoluzione/involuzione del calcio l’ha spinto ai margini delle lavagne; in principio fu l’ala, poi il tornante, adesso l’esterno basso o alto a seconda del grado di fantatismo tattico. Oggi, si scivola al di là del difensore attraverso il passaggio, non più attraverso il dribbling, o sempre meno: tanto che Franck Ribéry e Arjen Robben sembrano alieni.
E così, l’umile scriba ferma il tempo e scende: dai tunnel di Omar Sivori («il naufragar m’è dolce in questo mare») a un gol di Sandro Mazzola a Budapest, in Vasas-Inter, un gol pazzesco: mezza difesa scartata e il tiro che non arrivava mai.
Leo Messi, certo. E ieri Diego Maradona e Pelè: troppo comodo, troppo facile. Quello non è più dribbling, è arte del dribbling, è Picasso spalmato e adeguato ai gusti personali. Ricordo una memorabile amichevole di Carlo Dell’Omodarme a Madrid, contro il Real: lessi sul giornale delle finte, degli olé, della spocchia iconoclasta con la quale l’ala operaia aveva domato l’arena, torero per un pomeriggio.
Oggi la Nazionale ringhia (Chiellini), lancia (Pirlo), incorna (Pazzini), ma non dribbla: lo faceva Cassano, ecco. Sul dischetto del rigore, si è soli. Nel dribblare, si è circondati, si è prigioneri. E proprio questo è il bello: liberarsi dei carcerieri, aspettarli, liberarsi di nuovo. In una parola: rischiare.
Signor Axl Rose, sono sei anni che si discute. Sei anni meno uno (quando chiusi l’Ospedale).
Signor Nicola, buon giorno. Non ho né le certezze dell’accusa né le sue: l’associazione a delinquere, l’ho scritto in tutte le salse, mi sembrava esagerata – non già dopo le motivazioni – ma addirittura prima della sentenza dell’8 novembre. Per questo, aspetto l’appello.
Sig.Beccantini, qui non ci sono mentecatti, qui si discute, se si puo’. Se le indagini si fossero svolte, non come dico io, ma come impone il C.P.P., e nelle motivazioni c’è scritto che non lo furono, Moggi sarebbe stato condannato per associazione a delinquere? Evidentemente no, e lo ha scritto tante volte, guerra per bande, allora di che parliamo? Ci potrebbe essere pero’ una conferma della condanna, e allora? Grazie a Dio abbiamo un cervello per distinguere i toni delle telefonate, e i motivi e le cause delle condanne. Lei di fronte ad una condanna, che dice di ritenere non supportata dalle prove, e quindi ingiusta, sosterebbe la linea di confine dalle altre, ne prendo atto.
Beck, l’associazione a delinquere fa parte dell’impianto accusatorio contro Moggi e Giraudo, non contro Meani, non contro ovviamente Moratti.Impianto accusatorio che è stato in buona parte smontato dalle motivazioni, ma la Giuria ne ha individuato un altro, attingendo in parte a quello proposto dall’accusa ed in buona parte a quello derivante dal proprio “convincimento”. ( ha letto quante volte nelle motivazioni è scritto ” è convincimento della Giuria che..ecc ecc). Meani non era accusato di associazione a delinquere e non si doveva difendere da quell’accusa. Accusa che senza le telefonate più rilevanti mai sarebbe potuta stare in piedi. La ” guerra tra bande,associazioni”, mai è stata tesi accusatoria.
La condanna contro Moggi si basa sul convincemento della credibilità dello schema Di Laroni.
Ed inoltre, parere mio, in un processo del genere il convincimento personale dei Giudici è fondamentale. Sono uomini/donne anche loro, non macchine. LA Casoria niente sa di calcio, nemmeno sapeva chi fosse Moggi prima del processo e si trova di fronte un personaggio che anche in Aula tiene atteggiamenti arroganti, che parla da assolto prima di esserlo, che minaccia un testimone fuori dall’Aula di un Tribunale. MA cosa mai può aver pensato? Ha pensato che un soggetto del genere qualcosa avesse combinato di sicuro…
Caro Beck, l’associazione a delinquere poteva starci se c’era un interesse unico, ma dato che gli associati, oltre a farsi la guerra tra loro, tiravano anche per altri..non s’è mai visto che un associato lavori o favorisca i nemici o concorrenti, questo è stato un obrobrio caro Beck, e non sanno più come uscirci, la Casoria se l’è cavata con il reato a consumazione anticipata, che in appello sarà dura che tenga, inoltre, nelle motivazioni ha spiegato che l’associazione non può esistere senza frodi..quindi?
Martinello, la sua è contabilità da tifoso, il suo è il controcanto al Milan Channel di Suma, il suo è il Juventus Channel di Martinello. Ne ha facoltà .
Signor Axl Rose, en passant cita il Siena come esempio. Ecco: pensi anche ai tifosi della squadre stuprate, non solo alle squadre il cui stupro è stato giudicato in maniera diversa.
X il Beck delle 11:00 – Caro Beck, al di la delle opinioni tutte rispettabili, lei non ha colto lo spirito del mio post. Io ho cercato di evidenziare come la mancata conceisone del gol di muntari venga strumentalizzata dai milanisti, con milan chammel e il suo direttore suma in testa, per gettare discredito nei confronti della Juve e come ci sia qualcuno che li asseconda anche in modo subdolo. Questi signori, malgrado la loro dimostrazione di superiortà , hanno una paura fottuta di non vincere lo scudetto e stanno utilizando tutti i sotterfugi per non farsi sfuggire l’obiettivo. Comunque, le propongo un giochino basato su un metodo scientifico tanto caro a lei: quello del “peso”. Mettiamo sui piatti di una bilancia da una parte la vittoria del milan sulla Juventus e dall’altra le vittorie della Iuve conto il Siena e il Parma. Non mi faccia fare i conti della serva perché non voglio offenderla . Vedrà che la Juve c’ha smenato un punto rispetto al mmmmmmmmilan. Buoni conteggi.
Gentile Axl Rose, e cosa le vado dicendo dal 31 marzo 2010 (giorno dell’uscita delle telefonate interiste) e prima sul Milan? Che entrambe avrebbero meritato la serie B. Anche se Meani, mi spiace per lei, è un preservativo tesserato ma un preservativo. Mi auguro che nessun minore di 18 anni legga queste note, se no scappia via… Ciò premesso, resta l’associazione a delinquere. Per me, che sicuramente sono un mentecatto rispetto a lei, a Cristiano, agli altri, è una linea di confine che allontana Moggi dal resto d’Italia, anche se conosce bene la mia tesu: guerra per bande eccetera eccetera. Per questo, aspetto l’appello.
@ Riccardo Ric Con la telefonata Meani– Bergamo (e chissa’ quante ne mancano all’appello) cade anche la storia del preservativo, a meno che “Lui” non fossi “Io”. Se Meani era il preservativo, chi telefonava in qualita’ di presidente dell’inter cos’era?