Il tredicesimo pareggio non è esattamente come il primo amore: si scorda subito. Adesso che la classifica è completa, la Juventus si trova tra Scilla e Cariddi: due punti dal Milan, quattro punti sulla Lazio. Consiglio spassionato dell’umile scriba: privilegiare Cariddi, tenere d’occhio la Lazio, un sommergibile che Reja guida con una perizia non inferiore alla santissima pazienza che il collerico latinorum di Lotito gli impone.
Non dico che la Juventus sia cotta, ma l’ordalia di San Siro, contro il Milan di scorta, ne ha rigato il morale. Conte fu bravissimo a trovare schemi che sostenessero le esigenze, la Juve d’autunno aveva ritmo e gioco. La Juve d’inverno, viceversa, ha la testa che fuma (espulso Conte) e le gambe pesanti (espulso Bonucci). Il Bologna di Pioli (giù il cappello) ha un giocatore che oggi la Juve non ha: Di Vaio.
Può essere che la neve abbia gonfiato il calendario di una squadra che aveva fondato la stagione sui mercoledì liberi. I rivali l’aspettano al varco e la rosolano a fuoco lento. L’eclissi di Pirlo è umana. Conte dovrà gestire il primo, autentico periodo d’emergenza: tra infortuni e squalifiche, non sarà facile.
Tira poco, la Juve. Gol a parte, Vucinic è un labirinto; l’ingaggio di Borriello meriterebbe una vera e propria inchiesta (Marotta, dico a lei); Pepe (5 gol) e Marchisio (6 gol) si erano spinti oltre le colonne d’Ercole, e di lì sono tornati. Manca un attaccante che banalizzi le scelte, senza renderle scottanti. Se gioca Borriello, pensi a Quagliarella; se tocca a Quagliarella, rimpiangi Matri. L’eterno dramma del «tutti uguali».
Ripeto: qui si parrà la nobilitate di Conte. Lo aspettano altre due trasferte, a Genova e a Firenze; a dodici turni dal termine, molto è ancora possibile, forse troppo per le risorse di una Juventus che, con pieno merito, aveva appeso al muro i pronostici.
Il patto nerazzurro
Quindici maggio 2005, a San Siro si gioca la partita Inter-Livorno. In curva Nord, quella nerazzurra, compare una croce celtica. Sventola per pochi minuti, poi viene ritirata. Cosa è accaduto? Un responsabile della polizia ha avvertito un referente della curva, che ha girato immediatamente l’ordine: «Fate levare quella roba». Il magistrato che ha indagato sugli ultrà interisti parla di collaborazione «efficace». È il sistema nerazzurro, per come è stato ricostruito dagli investigatori. Funziona così: concessione di benefici «limitati» ai capi-curva in cambio di una sorta di «servizio d’ordine». Il tutto sotto la supervisione della polizia, che però non compare mai sugli spalti. L’Inter assicura cinquanta biglietti omaggio «consegnati a Franco Caravita (leader della curva Nord, ndr) e da questi gestiti con successiva distribuzione » ad altri esponenti degli ultrà . La contropartita, per l’immagine e per le casse di una società di calcio, è enorme: una curva calma, niente guerriglia urbana (rarissima fuori da San Siro negli ultimi anni), poche multe per incidenti e lancio di fumogeni. Ma come: si tratta con i «cattivi»? Ci si affida a loro per il servizio d’ordine, anche se alcuni hanno precedenti penali? E qual è il limite di questi accordi? La risposta l’ha data il pm Fabio Roia chiedendo l’archiviazione dell’indagine sul lancio di fumogeni che portò all’interruzione del derby diChampions del 12 aprile 2005: «È evidente come questa intesa possa suscitare qualche perplessità sotto il profilo etico e della eventuale prospettiva investigativa, ma la gestione dell’ordine pubblico in situazioni di particolare complessità comporta una visione ampia e flessibile del problema». Un pragmatismo efficace da un lato,mache dall’altro rappresenta una sorta di resa del sistema calcio: le società sono i «soggetti deboli» per il principio della responsabilità oggettiva (le intemperanze dei tifosi si pagano con multe e squalifiche del campo); polizia e carabinieri non entrano mai nelle curve di San Siro per evitare «possibili provocazioni», e un anello chiave della sicurezza sono gli ultrà stessi. Viene da pensare: ma cosa succede negli stadi italiani se questo modello, come accertato dopo mesi di indagine, è il risultato della «bonifica culturale» del presidente Moratti? Se il calcio è una macchina da soldi, 3 per cento del Pil, le curve tentano di ritagliarsi la propria fetta. Il tifo che diventa mestiere.
Fonte: Corriere.it
3 Settimane, 3 Giorni fa
C’è tanto altro dietro?
Dato che non sono pirla, sebbene non mi piace l’atteggiamento di Moratti, la seguente frase mi ha fatto un po’ pensare:
“LA CURVA NORD NON E’ SOLO QUELLO CHE VI FANNO CREDERE, MA C’E’ TANTO ALTRO DIETRO…”
E allora mi sono ricordato di QUESTO articolo datato 2005 del corriere della sera. . . http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/07/milaninter.shtml
. . Vi riporto la parte che interessa noi, ma se cliccate il link potete capire più a fondo come funzionano le cose al milan.
Ad Andrea: sulle schede, chieda al papà di Paparesta. Sul sequestro,
l’ho già scritto in tutte le salse: mi sono fidato di Moggi. –
scritto da Roberto Beccantini 2/4/2008 16:31 . . .
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?page=25&ID_blog=13&ID_articolo=29&ID_sezione=&sezione=
…..da una costola dei Preservativi. Almeno Eva era una donna…
Oggi l’Inter compie 104 anni.
Agnelli chiede la restituzione di due compleanni ( cit )
AMALA….
Pazienti, vado. Grazie delle visite odierne. Continuate voi. Buona serata.
A domani.
Il Primario
Buona sera, Tororosso. Non è facile, con l’aria che tira anche dietro a certe tastiere. Ma siamo qui a combattere, tutti insieme, come se avessimo una maglia sola, non importa di quali colori. Saluti la moglie e la figlia (comunicazione di servizio: Matri rientra a Marassi).
OOOOOPS…
dimenticavo la domandina rebs: Cosa ci faceva Giraudo in tribuna con Galliani a Londra?
MISTERI ITALIOTI?
O
miniSTERI JUVENtini
?
Buon compleanno Inter. Ti amiamo.
(opportunamente scritto prima di Chievo Inter).
SIGNOR BECCANTINI, AMARCORD…E LEI? ——— (estratto da un lenzuolo)—> LO STRANO CASO DI PAPARESTA & LO STRANSSIMO CASO DEL POTERE MEDIATICO CHE SILENZIA LA NOTIZA…. COLPO DURO PER I VEDOVI DI CANNAVO’……
AZZOPPATA LA TIGRE CAVALCATA DA … beccantini -……………..
Anche Beccanini muto come un pesce…
Beccantini potrebbe cominciare a raccontarci come mai non ci ha MAI detto che paparesta è l’unico arbitro SEGRETAMENTE INVITATO alla festa dello scudetto del milan…. seduto al tavolo della famiglia Berlusconi… Otteneva favori da Galliani e Berlusconi….
Beccantini non ci ha mai raccontato dell’intercettazione Meani-Paparesta del 4 novembre 2004 consegnata da Tronchetti al Generale Pollari mentre sorseggiavano un caffè, gentile omaggio al DUCETTO di Arcore…. Beccantini, ci racconti…. scritto da The Shadow 21/2/2009 18:57 —————————- A The Shadow: ricordo sommessamente che fu Moggi in persona a diffondere per telefono la storia del sequestro di Paparesta. Lui. Non lei. Non io. . scritto da Roberto Beccantini 22/2/2009 8:35. . .
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/Editoriali/commenti.asp?ID_blog=70&ID_articolo=339