Non sempre il Bongiorno si vede dal mattino. La corte di giustizia federale ha confermato i dieci mesi ad Antonio Conte e il proscioglimento di Leonardo Bonucci e Simone Pepe. Letteralmente smontata e ribaltata, viceversa, la sorte del Grosseto: dalla Lega Pro torna in serie B. Ribadite, anche, le condanne di Pesoli e, con strascico di molti dubbi (miei), Terzi.
In attesa delle motivazioni, ognuno tira la giacca dei giudici dalla sua parte. Il caso più mediatico è Conte. Conferma in toto della squalifica a fronte del «taglio» di un’omessa denuncia (Novara-Siena). Dov’è la logica? Su www.repubblica.it Piero San Dulli, membro della corte, giustifica la decisione con il fatto che, a parer suo, l’episodio di Albinoleffe-Siena sarebbe ben più grave di quanto non sembri, e spiega di essere rimasto molto sorpreso dal tipo di deferimento scelto dal procuratore Palazzi (omessa denuncia), visto che ci sarebbero stati gli estremi per un atto ben «diverso», l’illecito.
Ricapitolando: Filippo Carobbio è stato ritenuto credibile, non già su Novara-Siena, ma su Albinoleffe-Siena, partita sulla quale ci sono stati la confesssione e il patteggiamento di Cristian Stellini, ex assistente di Conte, poi dimessosi dalla Juventus. Stellini, a differenza di Carobbio, esclude Conte dal traffico criminoso. Secondo l’accusa, però, l’allenatore non poteva non sapere.
Spero di non aver saltato passaggi cruciali. Resto della mia idea: illecito o niente. Continuo a non credere nei complotti, mi limito a pormi alcune domande:
1) L’uscita di San Dulli, paradossalmente, inchioda anche, e soprattutto, Palazzi: come reagirà il procuratore federale ai sospetti di aver ammorbidito il capo d’accusa?
2) Perché lo sconto ad Alessio, vice di Conte, e non a Conte?
Ora vi lascio, devo scribacchiare. Confrontatevi con l’arguzia che sempre vi ha caratterizzato.
Grazie.
Gentile Antonio, la giustizia deve fare il suo Corso. Sempre.
Gentile Martinello, immagino che sia come dice lei.
Consiglio due pezzi che mi hanno consigliato ma non ho ancora letto: uno di Tony Damascelli su Conte (il Giornale) e una riflessione di Sandro Veronesi (sulla Gazzetta).
Beck può sempre autopubblicarlo sul web il suo tomo. Un suo e-book andrebbe sicuramente a ruba.
Antonio, d’accordissimo con lei. Se trovo un editore, farò un libro sul calcio italiano a cavallo dei due secoli. Tutte le sentenze, interviste ai protagonisti (chi vorrà ), eccetera. Un tomo di un migliaio di pagine. Senza se e senza ma.
Gentile MacPhisto, sta parlando come se fossimo una squadretta. Suvvia! Pensi al caso Armstrong, alla sua rinuncia di difendersi e ai 7 Tour sotto scacco. Si metta nei miei panni, o se non gradisce, nei panni di un giornalista normale. Lasci perdere il caso Conte, ne esca fuori per un attimo, un attimo solo.
In generale, dopo il caso Armstrong (se fosse andato come sostiene la Wada):
** Di cosa abbiamo scritto, scriviamo o scriveremo?
** Di cosa abbiamo discusso, discutiamo o discuteremo?
Mah!
Beh primario anche il passaggio da Jair Peirò Corso a Guido Rossi Narducci Auricchio aveva segnato il cambiamento e in maniera ben più pesante. Non trova? Se dobbiamo trovare un punto di rottura col passato dobbiamo andare (almeno) qualche anno indietro. Il problema è che la Storia non la cancelli. Forse tra cinquanta anni e con un’ottica più distaccata e obiettiva qualche vecchio appassionato di calcio guarderà ai primi anni del millennio collocandoli precisamente nel più largo quadrante della Storia.
Gentile Antonio, a proposito del suo Ps: ci mancherebbe pure.
Lo so, Beck, sono juventino. Non è colpa mia. Potevo nascere interista o del Genoa. Non mi è andata poi così male. Prendiamola sul ridere, anche se oggi faccio fatica.
Bei tempi quegli anni, Beck. E’ uno dei pochi casi in cui preferisco guardare indietro e non avanti.