Complimenti alla Fiorentina. Se non è stata la solita Juventus,
merito di Montella e di come se l’è giocata: con passione, con aggressività , con pazienza. Troppi lanci, i campioni, e troppa camomilla. Non ho capito Conte & Carrera, questa volta: che senso ha rischiare un Bonucci così palesemente menomato?
E’ stata una partita a scacchi, in balìa degli episodi. Pizarro, Borja Valero e il pressing modulato hanno asfissiato Vidal, Giaccherini, lo stesso Pirlo. Non sempre il turnover paga in contanti. Veniva, la Juventus, da quattro vittorie, e la scorsa stagione, a Firenze, aveva passeggiato: se quel 5-0 introdusse la gran volata, questo 0-0 rallenta la marcia senza intaccare il pronostico globale (che resta bianconero, anche se non di chilometri come si farnetica nei bar sport).
La Fiorentina ha lavorato ai fianchi l’avversario. Cruciali i sentieri battuti da Jovetic, ora rifinitore ora stoccatore. Ai primi tempi della Juventus, sin qui globalmente modesti, Udine esclusa, si è aggiunto il non-cambio-di-marcia nella ripresa, sin qui chiave di molto. Nessuno è perfetto. Il nulla di Quagliarella e il poco di Giovinco sono figli, anche, degli strappi impressi dai rivali, cosa che ha condizionato il centrocampo di Madama. Furbo, Montella: pause e morsi, morsi e pause. Mai visto una Juventus così lunga, così fiacca: non lo fu nemmeno a Genova, dove pure aveva rischiato l’osso del collo.
L’uscita di Pirlo, risparmiato contro il Chievo, è stato il simbolo della notte bianconera. Buio pesto. Non ha avuto fretta, la Fiorentina. Ha triangolato stretto, disarmato Vucinic e atteso l’attimo, annunciato dalla traversa di Jovetic e dalla frenesia sotto porta di Ljajic ma, come i Tartari di Dino Buzzati, mai arrivato. Da Sorrentino migliore in campo a Viviano senza voto. Altro che scudetto già vinto.
Per il Primario,
Ciro Ferrara, già grande giocatore avrebbe dovuto rispondere, come il nostro allenatore, Uomo diverso e allenatore di spessore:
“Per quanto riguarda Zeman, facciamo parlare il campo.” Semplice e no ci vuole un Gosth Writer, ci vuole spessore.
Scritto da Roberto Beccantini il 26 settembre 2012 alle ore 12:36
Eccola qua la genialata !!!
Confermo, come narratore, altra categoria.
Come intenditore di calcio…meno.
Ricorderà la storia dell’ “abatino”…e la sua presa di posizione contro Gianni Rivera…un giocatore GENIALE !
Un GENIO che non riconosce il GENIO altrui.
A meno che non ci sia stato altro di…personale.
Doctor Giuseppe, se potesse il Primario scriverebbe un servizio di presentazione del campionato alla vigilia, con tanto di griglia dalla prima alla ventesima, e poi si piazzerebbe sulla sponda del fiume ad aspettare il cadavere (l’epilogo). Non si può. Mi piace scribacchiare, bisogna scrivere ogni settimana, le partite si sono moltiplicate, e giocando ogni tre giorni si corre il rischio di essere smentiti. Ha ragione, non esiste una ricetta miracolosa, una pozione ad hoc.
Beck, Fellaini trequartista tutta la vita dietro Vucinic, ad esempio, oppure dietro due punte larghe che tagliano la difesa. Lo vedrei bene in un centrocampo a rombo con Pirlo vertice basso, marchisio e vidal ai lati (oppure Asamoah e Vidal) ed i marocchino ar ifinire per i punteros. Non sarebbe una idea malvagia no?
Scritto da michela il 26 settembre 2012 alle ore 12:25
Io non sono tra quelli che inveirebbero.
Però confermo quanto già detto.
Neanche nel più bel sogno un campione enorme come Alex avrebbe immaginato di terminare la sua carriera in quel modo.
Da vincente, nella squadra della sua VITA, osannato come mai nessuno nell’ultima gara nella quale ha segnato, e che sanciva la vittoria importantissima di un campionato, dopo 6 anni di INGIUSTISSIMA ASSENZA.
NEANCHE NELLE FIABE !!!
OGNI TANTO MI VEDO LE IMMAGINI !!!
Maestro Beck, io non ho consigli ….da dare, piuttosto volevo chiedere se c’è un modo per superare il “trauma” di un post partita….deludente. Come lei sa sono un lettore de La Stampa e sul giornale torinese Luigi Firpo confessò che lui non leggeva il giornale il lunedì se la Juve aveva perso.o deluso…
Gentile Cristiano, per me Gianni Brera è stato il più grande. Quella sugli inglesi gliel’ho raccontata male, ma il senso era proprio quello: così stupidi da non capire di aver perso, e proprio per questo vinsero. Altra categoria.
E così si riapre il “calciomercato”….
Gentile Barbabianconera, grazie del contributo. Lei mi cita Fellaini, punta di quell’iceber belga che tanto eccita il sottoscritto (e, per la proprietà transitiva, il gentile Bilbao77)., Fellaini fa parte da tempo del mio personalissimo harem. Lo prenderei subito, anche se non è di facile collocazione tattica. Punta? Trequartista?
Scritto da Roberto Beccantini il 26 settembre 2012 alle ore 12:24
Questa dissertazione breriana sulla “stupidità ” degli inglesi mi mancava.
Se Brera avesse indovinato le sue previsioni con la stessa “maestria” con cui le…”raccontava”…noi ora non saremmo stati qua !!!
Quindi la discriminante vera è la seguente.
Dopo quanti “conviviali” del nettare degli dei il buon Brera si avventurava in tali…previsioni ???
Il suo divino “raccontare” dopo un pò prendeva troppo di vino !
Un affettuoso ricordo al grandissimo narratore di vita e di sport GIANNI BRERA, nonchè grande intenditore dei piaceri della…tavola.