Le prime volte meritano sempre rispetto. Soprattutto, quando c’è di mezzo il razzismo, cancro che in Italia continua a trovare facili spunti. La notizia della sospensione di Pro Patria-Milan ha fatto il giro del mondo. L’importante è che il segnale forte (partita spezzata per reiterati buuu a Boateng e c.) faccia aggio sulla circostanza debole (era un’amichevole). E ancora più importante sarà che, tra i segnali forti, la volontà di combattere il becerume hooligan (match fermato) prevalga sulla voluttà – del becerume hooligan – di tenere in ostaggio le maggioranze «per bene» (match fatto fermare).
Diranno i milanisti: non siete mai contenti. Hanno ragione. Al posto dell’arbitro (e di Allegri) avrei interrotto il gioco ai primi insulti contro Boateng ma poi, per rispetto del resto dello stadio, lo avrei ripreso. O almeno ci avrei provato. Me ne sarei andato solo di fronte a un’altra pioggia di cori. Il codice Fifa parla chiaro.
Sono anni che in Italia ci tramandiamo il dilemma: continuare o smettere, smettere o continuare. Dal caso Morosini al caso Busto: la differenza dell’argomento, profonda e lacerante, non si sottrare alla stessa «ratio». Come onorare un morto sul campo, fermandoci tutti per un giorno o fermandoci tutti per un minuto di «quel» giorno? Come reagire alle curve che brindano a Hitler e oltraggiano la pelle degli uomini, lasciandoli padroni del destino, come a Busto, o portandoli in galera, come in Inghilterra?
Bando alle chiacchiere. Meglio la cesura di un’amichevole che il nulla di sempre. Teniamoci il messaggio. Ai giovani, agli anziani, ai neutrali, ai politici, alle forze del calcio e della polizia. Attenzione, però: in un Paese normale, lo stop di Busto diventerebbe «legge» a tutti i livelli, dalla serie A agli oratori. Inclusa la pallonata giustificazionista di Boateng. Uhm. Dal momento che siamo in Italia, rimane il messaggio, duro, secco, ma anche il dubbio, ancora più secco.
Gentile Riccardo Ric, sono d’accordo con lei fino al 90 per cento. Lo stadio non è un teatro: ok. Il dieci per cento in cui non sono d’accordo è che, per il fatto che non sia un teatro o non debba educare, possa diventare un coro al o di razzismo. Non esageriamo, con il giustificare tutto.
Lex, Beck: ma quali stranezze sul fatto che nessun altro club danaroso segua Llorente? Non è a livello dei big come Rooney, Van Persie, Cristiano Ronaldo o Benzema… è un buon attaccante, secondo me, con caratteristiche definite, che a costo 0 ci può stare ma non del livello finora mostrato da Bendtner, per intenderci.
Buon giorno, gentile Axl Rose. Siamo d’accordo anche su questo (e otto? mamma mia…).
COMUNQUE: vediamo cosa succede in campionato e/o in coppa Italia, se succede.
Gentile Lex, confermo.
E se si parla di messaggi mi auguro che il G.S. sanzioni Boateng, Ambrosini ed il Milan. Con una multa irrrisoria, appunto simbolica. Non esiste prendere il pallone e dire “io non gioco più”. E’ simbolicamente sbagliato, anche se le ragioni del gesto sono condivisibili. Sarebbe un gesto sano che il calcio invierebbe a tutti, agli idioti di Busto Arsizio,a ma soprattutto alle Istituzioni. “Il calcio, le proprie regole la fa rispettare anche quando è danneggiato, quando ha subito. Voi che aspettate a farlo?”
Io invece sono proprio concettualmente contrario alla sospensione della partita, che sia una amichevole, che sia la finale di coppa del mondo. Sospendere la partita, smettere di giocare significa darla vinta a chi urla cori razzisti e danneggiare gli spettatori che hanno pagato il biglietto per assistere uno spettacolo. Capisco Boateng, magari se quel suo pallone avesse centrato in testa uno di di quegli idioti, ma non si può decidere unilateralmente quando smettere di giocare. Ed è materia difficile da regolamentare. Sospendere le partite? Bene, squadra di casa in svantaggio per tre a zero e il pubblico( e poi quanto pubblico? tutto? una parte? una maggioranza? e come fai a determinarlo?) inizia a urlare slogan a sfondo razzista. Ed accadrebbe, e, Beck, non solo in Italia. Partita persa? Multa alla società ? Meno male che si parlava di meglio regolamentare la responsabilità oggettiva. Le società dovrebbero diventare ancor più responsabili di quanto già siano per le intemperanze degli spettatori? E poi? quando uno slogan è a sfondo razzista? Solo quando si riferisce al colore della pelle? La tifoseria napoletana in genere si lamenta per determinati cori che vengono cantati in tutti gli stadi del nord, parlando di razzismo. Ma per carità che il razzismo è questione seria, non ne facciamo “argomento da stadio”
Non esiste, non spetta al calcio educare, non spetta al calcio, od allo sport in generale affrontare o risolvere determinate questioni. Il calcio, in quanto sport popolare, misura la febbre, ma poi spetta ad altri affrontare e risolvere. E sospendere una partita serve a niente, anzi è dannoso. Visto che l’argomento “bambini” fa sempre effetto, mi chiedo: cosa può aver pensato un bambino che era a Busto Arsizio? Semplice, che una manica di imbecilli può determinare una delusione, l’interruzione di un avvenimento al quale assisteva con passione. Ma ci sarà un messaggio più sbagliato di questo?
Beck buongiorno! Ti giro l’osservazione che giustamente faceva ieri Teodolinda : non ti sembra strano che Llorente non sia stato cercato da quei 6/7 club che contano (tradotto : che sono pieni di quattrini)?…..Che ci sia solo la Juve sopra……
Buongiorno a tutti. Perdonatemi ma a me questi “segnali” fanno scappare da ridere. Innanzitutto segnali a chi? A quei quattro imbecilli? Quella gente segnali del genere li spera, li cerca, due minuti dopo erano su twitter a vantarsi di aver fatto sospendere una partita. Che segnale è fermare una partita perchè quattro imbecilli fanno quei cori? Per dare un segnale ai rapinatori chiudiamo le banche? Per dare un segnale agli stupratori teniamo le donne tappate in casa? Fermare le partite sarebbe una resa, di tutti, a partire dalla maggioranza dei tifosi, per finire allo Stato. Personalmente la vedo cosi’: Vogliamo dare un segnale, la polizia dice di avere gia’ identificato quegli “eroi”, bene, li si condanni a pagare 50.000 euro di multa o 1 mese di carcere. Ai recidivi gli diamo 6 mesi di carcere. Questi sarebbero segnali per certa gente.
Grazie del contributo, gentile Barbabianconera. Il problema non è stato ieri. Il problema comincia da ieri: in campionato, in coppa come ci comporteremo di fronte ai buu e agli altri genere di offese?
Buongiorno gentile Beck, buongiorno pazienti. Beh, il 2013, si fa per dire, non poteva che iniziare in modo migliore. Lei primario è preso da un dubbio: io da molti di più. Il problema razzismo “buuuuu” e fischi vari non esite da oggi. Basta mettere, però, dei punti fermi. Mi piacerebbe vedere, perchè se parliamo di razzismo o ne parliamo a 720 gradi o nulla, da ora in poi:
1) in tutti gli stadi da Aosta a Lampedusa lo stesso comportamento adottato dal Milan anche quando si chiamano i napoletani puzzolenti colerosi e terroni, e din genere epiteti rivolti verso squadre del sud Italia;
2) quando si mostrano manichini in curva con la corda al collo;
3) quando si onorano dittatori o terroristi sanguinari nelle nostre curve.
Potrei andare avanti con molti altri esempi ma mi fermo qui.
Il problema è un’altro: in assenza di una normativa chiara chi ferma cosa e quando? Attenzione si rischia di cadere facilmente in una betoniera di comportamenti che graverebbero sicuramente sulla regolarità dei tornei, tutti senza distinzione.
Parere personale: fermarsi per max cinque minuti, e continuare a giocare sempre. Perchè: perchè non si possono distruggere i sogni di chi, come quel bambino che era a bordo campo ieri a Busto Arsizio, vicino al papà , che chissà per quanto tempo aveva sognato di vedere la sua squadra del cuore, nella sua città , con i colori rossoneri al collo. Ieri, secondo me, hanno perso tutti tranne il giusto rispetto per Boateng.