Le classifiche di Galliani sono sempre suggestive: ricordano i bigliettini delle cacce al tesoro che portavano (sempre) al tesoro. Nel suo caso, portano (sempre) al Milan. Il problema è che ogni tanto a dette cacce partecipano anche gli arbitri. E’ successo prima di Siena, e pure a Siena. Come Bergonzi non abbia colto la trattenuta di Ambrosini a Vitiello resta un mistero. Soprattutto alla luce del contatto Felipe-Balotelli, che ha prodotto l’ennesimo rigore made in Mario (senza cresta).
Gol di Terzi, Milan terzo. Allegri meriterebbe (o avrebbe meritato) la conferma: 42 punti nel girone di ritorno, uno in meno della Juventus, non sono pochi. La Fiorentina ci ha rimesso la Champions per due lunghezze, non di più. Montella, gran signore, ha rammentato il rigore fallito a Parma, quando la squadra era in vantaggio di un gol e di un uomo. Giù il cappello.
Non sempre i favori e i torti si equivalgono. Questa, però, è un’altra storia. Dall’ascella di Isla, il Diavolo è entrato nella grazia di Dio (ossimoro). Salvo rare eccezioni. I tifosi, che sono tutti uguali, non lo capiranno mai. La non conferma di Allegri sarebbe spiegabile solo con il peso politico che qualcuno (Berlusconi?) potrebbe calare sul ring: ho fatto più io dietro le quinte che lui (Allegri) davanti.
Sinceramente: alzi la mano chi avrebbe immaginato un epilogo diverso. Gli stimoli non si comprano (?), il Siena si è arreso come a Napoli, con dignità : in vantaggio, poi ripreso e sconfitto nel finale. Rimane il doppio metro del signor Bergonzi. Chissà , il Milan avrebbe rimontato comunque, o addirittura vinto più largamente, ma non è che un episodio lavi l’altro.
Un classico finale da regime italico. Con Firenze che non ringhia contro la Juventus (clamoroso) ma contro il Milan. Nei covi rossoneri già si parla della solitudine di Galliani. Copioni.
Secondo le agenzie, gli studiosi italiani Giuseppe D’Onofrio e Alessandro Donati, esperti in materia di sostanze dopanti, i giocatori della Juve all’epoca allenata da Marcello Lippi avrebbero fatto uso di epo prima della finale di Champions League ’96 vinta ai calci di rigore contro l’Ajax. Lo rivelerebbero i documenti e le analisi sequestrati negli uffici della Juve nel ’98, su ordine del magistrato Raffaele Guariniello.
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Domanda stupida: Perchè Guariniello non porto’ in Tribunale quei documenti e quelle analisi, sequestrati negli uffici della Juventus, che proverebbero l’assunzione di EPO?
Per Ezio e Ric. Ma da che pulpito vengono certe prediche. Andassero a controllare l’Aiax degli anni ’70.
Ciao Ezio, molto probabilmente la societa’ si lascera’ scivolare tutto addosso, come sempre, ma, se le anticipazioni delle agenzie, sui contenuti della trasmissione della TV olandese, saranno confermate, ci sono i termini per una querela.
Anche Zidane aveva donato l’anima alla Juve. Il DG con la sua plusvalenza ci ricostruì uno squadrone. Il punto è che non si pùò affidare il ricavato di una tale dismissione a chi vuole comprare Higuin a più di 20 mln.
X Ezio – A proposito della merda olandese, mi piacerebbe chiedere a donati e d’oonofrio che uso ne avrebbe fatto Guariniello dei documenti trovati nella sede dalla Juventus, documenti dai quali risulterebbe l’uso dell’epo da parte dei giocatori juventini.
e va bene, lo so che non c’entra, che è fuorviante ed inutile anche il solo parlarne, ma io quando sento di tutti questi milioni di euro che finiscono nelle tasche di calciatori (spesso mediocri, peraltro) e procuratori (su questi nemmeno mi pronuncio), mi abbandono al più totale sconforto ed al deciso proposito di abbandonare l’”insana” passione calcistica che mi attanaglia. dannati mercenari, non mi avrete più! (almeno fino ad agosto…)
x Ezio…solo una provocazione la mia…Vidal non si vende….da quello che fa vedere o da quello che si sente lui ha venduto la sua anima alla juve per cui, mai Vidal anche a fronte di una “proposta indecente”…Dobbiamo andare su e non scendere giù!!! Leo
Ciao Ezio, felice di aver combattuto, assieme a te, una bella battaglia, nei giorni scorsi e senza coordinazione tra noi, senza nessun effetto “moschettieri”. Fino a quando si parla di Giaccherini, di Molinaro e di Balotelli va bene essere in disaccordo, ma se poi si arriva al davvero importante, al fondamentale, al determinante, siamo stati di nuovo un fronte unico. Ed anche se ci arriviamo da strade diverse, e da sinistra non arrivo certo io, sorrido, è sempre lieto trovare una anima singola che condivide. Ed anche un po’ consolatorio, forse non tutto è perduto. Un abbraccio. Ed al prossimo scozzo.
23 maggio alle 11:47
Per ora, conosciamo soltanto alcune anticipazioni, doviziosamente fatte trapelare dalla tv pubblica olandese Nos che, la sera di domenica 26 maggio, manderà in onda un’inchiesta sul doping nel calcio.
Secondo le agenzie, gli studiosi italiani Giuseppe D’Onofrio e Alessandro Donati, esperti in materia di sostanze dopanti, i giocatori della Juve all’epoca allenata da Marcello Lippi avrebbero fatto uso di epo prima della finale di Champions League ’96 vinta ai calci di rigore contro l’Ajax. Lo rivelerebbero i documenti e le analisi sequestrati negli uffici della Juve nel ’98, su ordine del magistrato Raffaele Guariniello.
In attesa di seguire l’inchiesta della tv olandese, alcune considerazioni s’impongono.
1) Le rivelazioni a scoppio ritardato (per giunta, queste arrivano addirittura dopo 17 anni), portano spesso con loro la sgradevole puzza di bruciato. E’ auspicabile, per chi queste rivelazioni le ha fatte, che siano suffragate da prove e riscontri oggettivi: in caso contrario di tratterebbe di fango della peggior specie. Soprattutto se queste rivelazioni ignorano le sentenze dei tribunali della Repubblica. italiana, la cui giustizia ha un passo lento e sovente lentissimo, ma arriva sempre alla meta.
2) Sancisce la sentenza della Corte di Cassazione che, il 30 marzo 2007, ha chiuso la vicenda: “Con specifico riferimento alla somministrazione di eritropoietina umana ricombinante, il ricorso del Procuratore generale (il processo d’appello aveva emesso una sentenza di assoluzione) va dichiarato inammissibile… Negli anni dal 1994 al 1998 non era stato accertato alcun caso di positività a sostanze dopanti da parte di giocatori della Juventus; che da nessun atto del processo emergeva l’acquisto di eritropoietina o la sua somministrazione agli atleti della società e non erano stati riscontrati valori superiori ai limiti fissati nei vari protocolli antidoping e che la situazione dei giocatori della Juventus, sia con riferimento ai valori ematologici medi, sia in relazione a quelli del bilancio marziale, non si discostava dalle medie della popolazione nazionale”.
3) Gli olandesi certamente lo sapranno, ma è il caso di rinfrescare loro la memoria: sia Antonio Giraudo sia il medico Riccardo Agricola hanno ricevuto in Cassazione la conferma dell’assoluzione dall’accusa di presunta assunzione di epo, come già la Corte d’Appello di Torino aveva stabilito nel dicembre 2005.
4) Per quanto concerne l’accusa di frode sportiva, cioè il presunto abuso di farmaci, la Cassazione ha annullato la sentenza assolutoria d’appello, ma ha anche dichiarato scaduti i termini di prescrizione del reato, mettendo la parola fine al processo. All’epoca dei fatti, pur non essendo ancora in vigore la legge sul doping, emanata nel 2000, la Cassazione ha ritenuto che le accuse di eccessiva somministrazione di farmaci potessero essere comunque considerate violazioni della lege dell’89 sulla frode sportiva.
Questi sono i fatti. Il resto è fuffa.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale http://www.calciomercato.com
Egregio Signor Beccantini,
le scrivo permettendomi di suggerirle la lettura di questo articolo, che se anche non raggiunge le vette di purezza (perlomeno nella forma) di un Ormezzano, tanto per citare un giornalista “a lei caro”, se non altro, rispetto ad un Ormezzano qualsiasi, rivela fatti oggettivamente indiscutibili, e li rivela senza il fastidioso fardello del livore anti-qualcuno/anti-qualcosa che spesso accompagna suoi articoli senza pudore.
Non posso credere che il silenzio totale della stampa italiana nei confronti di anomalie come quella del doping amministrativo (che qualcuno di nostra conoscenza denunciava, inascoltato, in tempi non sospetti), sia frutto di qualcosa di diverso dal doloso tentativo di tutta la stampa di affermare come verità (anzi: come alibi), a chiusura di un periodo storico, quella penosa sequenza di abominii giuridici e democratici senza appello che rispondono al nome di Calciopoli.
E’ intollerabile, per un paese che si voglia definire serio e democratico, che un mondo come quello del calcio, con i suoi attuali protagonisti, possa venire descritto come qualcosa di ancora migliorabile e perfettibile – certo – ma comunque molto più limpido, sereno e finalmente libero di giocare le sue partite (partite in tutti i sensi) “ad armi pari”, grazie alla purga mortale rifilata a Luciano Moggi e Antonio Giraudo, cioè alla Juventus.
I processi sportivi hanno dimostrato (sentenze alla mano) l’infondatezza dei teoremi grazie ai quali la Juventus è stata, di fatto, eliminata dal campo di gioco.
In quello penale, l’unica possibilità della procura di Napoli di non cadere nel ridicolo, sarà verosimilmente quella di accompagnare la vicenda verso il viale della prescrizione, magari dopo un primo grado alla Giuseppe Casalbore, del quale ricorderà anche lei gli atteggiamenti da film poliziesco anni ’70 emersi durante il processo doping, quello che portò alla sentenza di primo grado, intendo.
Oggi (con la procura federale penosamente bloccata in attesa di non si sa cosa), di processi sportivi in merito alle irregolarità amministrative di (quasi) tutti, ancora non si ha notizia. Non esistono.
Ma che i parametri richiesti per partecipare ai campionati siano stati rispettati solo per mezzo di operazioni fittizie e soldi finti, è un fatto noto e certificato dalla stessa COVISOC, la quale nel 2006 bocciò la situazione economica dell’Inter, per esempio, senza tanti se o tanti ma.
Come e perché l’Inter quell’anno aggirò l’ostacolo, è altrettanto noto a tutti.
Voi giornalisti avete l’obbligo morale, etico e deontologico di raccontare queste cose a nove colonne, fino a quando le persone preposte a farlo non avranno risolto quelle palesi irregolarità , comminando le giuste sanzioni a tutti coloro i quali hanno trasgredito le regole indossando pure la corona di onesti e vessà ti.
Quei titoli a nove colonne che, non più tardi di un anno e otto mesi fa, non faticavate a pubblicare sulle vostre testate – per raccontare amenità raccapriccianti, buone solo per sfasciare delle famiglie in cambio del pruriginoso quanto incivile voyeurismo soddisfatto del “popolino”, per dirla alla Enzo Biagi -, meriterebbero altrettanto spazio oggi, in cambio di qualcosa che magari non è altrettanto pruriginoso, ma certamente farebbe meglio il paio con una civiltà degna di ritenersi tale. Quel qualcosa ha un nome solo: credibilità .
In fondo, stiamo chiedendo a chi di mestiere fa il cronista, di essere credibile.
E’ umiliante, per noi, chiederlo. Dovrebbe essere umiliante, per voi, non esserlo.