Allegri(a) o allergia, lo sapremo presto. E’ la prima volta che Silvio Berlusconi esonera se stesso e riassume l’allenatore. Ha vinto Adriano Galliani. Massimiliano Allegri resta fino alla scadenza del contratto (2014). Un banale atto burocratico è diventato un esame di coscienza e una cena ad Arcore. Lasciamo perdere i doppi e i tripli sensi. Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.
La cosa buffa è il modo in cui i trombettieri parlano del nuovo «menu» dei diritti e dei doveri, che lo chef avrebbe proposto (o imposto?) al cliente. Max aveva la squadra con lui. La squadra e Galliani. Non poco. Non pochi. Ma non tutto. Barbara tramava nell’ombra. Clarence Seedorf, l’ultimo cocco del padrone, non piaceva allo spogliatoio. Ci voleva un colpo di teatrino (di teatro, sarebbe troppo). Eccolo, poco dopo mezzanotte, all’ora delle fatine e degli incantesimi.
Sarà perché invecchio, sarà perché sarà, ma ho nostalgia del comunicato con il quale, nell’estate del 1976, Giampiero Boniperti sancì l’ingaggio di Giovanni Trapattoni:
«Il signor Ugo Locatelli, responsabile del settore giovanile, lascia la Juventus Football Club per raggiunti limiti d’età. Per questo la direzione del settore giovanile verrà trasferita al signor Vycapalek, sostituito nelle funzioni di direttore dei servizi tecnici del signor Parola. Le funzioni di allenatore della prima squadra verranno affidate per la stagine 1976-77 al signor Giovanni Trapattoni».
Voto? Per me, altissimo. Un comunicato «elegante», per usare un termine di gran moda. Ligio alla consecutio, rispettoso dei ruoli, attraversato da dosi congrue di vaselina. Altri tempi. Altre supposte. Oggi, l’ultima cena è sempre la penultima. E il povero James Pallotta alla finestra? Arrivederci Roma, tanto per cambiare.
Buongiorno a tutti
Anche a balotelli.uh uh uh uh uh uh!!!!!
PER LEGGERE TUTTA L’interVISTA
http://cronachebianconere.blogspot.ca/2013/01/intervista-roberto-beccantini.html
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Roberto Beccantini: “essere obiettivi è molto difficile.
Nel mio piccolo ho cercato di essere sincero così come ha insegnato Alberto Cavallari nella sua opera “La fabbrica del presente
La consiglio ai giovani che sognano di diventare giornalisti.
L’importante è essere credibili attraverso la sincerità e la competenza.
Senza dimenticare che l’ultima e decisiva parola tocca al lettore.
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IPOCRITA, FALSO E BUGIARDO! PREDICA BENE E’ RAZZOLA MALE!!!
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6 gennaio 2013
Intervista a Roberto Beccantini
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“Ho conosciuto Sivori dai racconti entusiasti di mio padre, Ho conosciuto il suo ‘lato oscuro’ solo più tardi.
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Quali emozioni hai provato la prima volta che lo incontrasti dal vivo?
L’emozione di trovarmi di fronte a un genio, a un calciatore diverso, per il gioco e per il look: chioma selvaggia, calzettoni giù, quel sinistro affilato come un bisturi. Menato, menava: e spesso, per paura o per calcolo, cominciava lui. Un “granfigliodi”, Omar. Allora, da ragazzo, non è che avessi molti termini di paragone.
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Negli anni Cinquanta la televisione italiana era appena nata, quindi dovevo navigare a vista: di più, “a carta” (di giornale). Quella che provai fu l’emozione di aver scoperto, in ambito sportivo e calcistico, un alieno di fronte al quale anche i tifosi delle altre squadre provavano un sentimento che andava oltre il rispetto e il dispetto.
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a quale formazione bianconera sei rimasto maggiormente affezionato?
La prima che ricordo con affetto è quella del trio Boniperti, Charles, Sivori: ha accompagnato la rinascita dell’Italia. Stiamo parlando degli anni del “boom” economico, nei quali la Juventus vinse tre scudetti in quattro stagioni nel periodo compreso tra il 1957 ed il 1961. Era una squadra assolutamente e rigorosamente bianconera, per via della televisione che all’epoca faceva vedere ancora poco calcio.
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Pensa che poteva permettersi il lusso, senza essere investita di contumelie, di collegarsi con lo stadio “Santiago Bernabéu” soltanto per il secondo tempo di Real Madrid-Juventus, quarto di finale della Coppa dei Campioni 1961/62. La Juve aveva perso all’andata per 1-0 a causa di un gol realizzato da Di Stefano in un pomeriggio, e sottolineo pomeriggio, nel quale l’inviato di «France Football» aveva consegnato il Pallone d’Oro a Omar Sivori di fronte a un Umberto Agnelli in cappotto, infreddolito e sognante.
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Ecco, poteva permettersi un lusso per il quale oggi l’avremmo “massacrata”. Collegandosi all’inizio della ripresa, ci perdemmo la diretta della rete dello stesso Sivori, che ci consentì di andare allo spareggio, poi perso, di Parigi.
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RICORDATE IL SENTIMENTO POPOLARE ANTIJUVENTINO?
Ho conosciuto il suo ‘lato oscuro’ solo più tardi.
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CAPITO MIEI CARI JUVENTINI L’ODIO CHE QUESTO INDIVIDUO NUTRE PER TUTTO CIO’ CHHE E’ JUVENTINO? PERCHE’ IL SUO BERSAGLIO SONO I TIFOSI! LE MIGLIAIA DI “sassolini che si e’ tolto dalle scarpe IN 40 ANNI DI GIORNALISMO, E’ QUANTI ANCORA INTENDE TOGLIERSENE, FIN QUANDO IL TOPO DI FOGNA CATANESE-candido-cannavo-NON MANDA SUO PADRE (il diavolo!) A PRENDERSELO… HA TROVATO UN LATO OSCURO ANCHE A *OMAR SIVORI*, E’ VIGLIACCAMENTE>>>DOPO MORTO!
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ha condiviso la foto di Calciopoli 2.0.
2 minuti fa nei pressi di Ottawa
SOLO I CORRUTTORI moratti & facchetti AVEVANO L’ABITUDINE DI ANDARE NELLO SPOGLIATOIO DELL’ARBITO DESANTIS PRIMA DI COMINCIARE E’ DURANTE LE PARTITE!
MA ROBERTO BECCANTINI, COME DEL RESTO GLI SCIACALLI DELLA TANA (redazione-gazzetta) MILANESE DI VIA SOLFERINO, HANNO CREATO LA NOMEA A MOGGI PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DEI MALFATTORI DI VIA BIGLI – tronchetti-moratti E’ DEL SICARIO giacinto facchetti
PER NON DIMENTICARE, E IMPEDIRE AGLI SCIACALLI “beccantinoidi” DELLA TANA (tana la redazione di corsera & gazzetta) DI VIA SOLFERINO DI INSABBIARE -
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=468512419890655&set=a.155142951227605.38205.145359908872576&type=1&theater
L’Inter e lo scudo Facchetti. Ma De Santis chiede i danni.
Nel memoriale difensivo la società di Moratti sottolinea che l’operazione di intelligence era seguita “solo“ dal vice presidente.
L’appuntamento se l’erano dati in autunno: alle 9.45 puntuali davanti alla giudice unico Loretta Dorigo , prima sezione del tribunale civile di Milano. Massimo De Santis , spiato dall’intelligence Telecom di Tavaroli grazie alla Polis d’Istinto di Cipriani – stando ai due – su input dell’Inter di Moratti e Facchetti chiede oggi un risarcimento monstre da parametrare con quello chiesto da Vieri per i pedinamenti ai suoi danni, roba da 21 milioni di euro, per quel dossieraggio chiamato “Operazione Ladroni”. L’ex arbitro, condannato a Napoli al processo Calciopoli, messo al centro delle attenzioni di Giacinto Facchetti, allora vicepresidente nerazzurro, e dell’autoproclamato cavallo di Troia, Danilo Nucini , come terminale arbitrale di Moggi non ha mollato la presa. E oggi, assistito dagli avvocati Paolo Gallinelli e Federico Lucarelli , si presenterà a Palazzo di Giustizia a Milano e si troverà di fronte le avvocatesse nerazzurre Luisa Beretta e Silvia Trupiano . Ma anche un rappresentante legale del club: Moratti, Paolillo , Ghelfi . Il rito prevede anche il tentativo di conciliazione con l’ascolto della parti: cosa dirà l’Inter? Dei motivi che stanno alla base della richiesta risarcitoria di De Santis abbiamo a lungo parlato, coi legali ha ricostruito la fitta rete di elementi che vanno dalle ammissioni di Tavaroli, Plateo , Cipriani e Trochetti Provera sul caso Telecom (tra gli spiati anche la Juve), al lavoro sull’archiviazione sportiva precipitosa di Borrelli e Palazzi , ma solo per prescrizione e improcedibilità, vista la prematura morte di Giacinto Facchetti.