Dopo il gol di Paloschi, molti pazienti temevano il venticello di compensazione. Sarà per un’altra volta: nella convulsa azione che ha portato Pogba a matare il Toro, c’era Tevez in fuorigioco. Da Preti a La Rocca: bandiere che vanno, bandiere che (s)vengono. La storia del calcio è piena di favori alle Grandi, e dal momento che la Juventus è la più grande, ci siamo capiti. Imbarazza, se mai, la martellante consecutio mercoledì-domenica. E colpisce anche, relativo al primo tempo, il giallo a Immobile per la pedata, da dietro, a Tevez: per me, che non sono né Mazzoleni né La Rocca, era da rosso.
Al di là di un mezzo derby letteralmente buttato, la Juventus ha impedito al Toro di tirare. Eppure, al posto di Conte, non farei la ola. Con il Chievo i campioni non avevano meritato di vincere: e Preti a parte, ci fu pure l’autogol di Bernardini. Con il Toro l’hanno meritato dopo la rete farlocca. In ordine sparso: Pogba e Tevez generosi, fase difensiva sull’attenti, Cerci emarginato, Immobile cancellato.
Gioca Pirlo e scrivo: bè, alla sua età un po’ di riposo non guasterebbe. Non gioca e penso: quanto mi mancano, i suoi lanci. Più in generale, troppo basso il ritmo, ed esageratemente sofisticati gli schemi su punizione. Giovinco è uno dei pochi che si avventurano nel dribbling, e questo gli vale, almeno da parte mia, un piccolo indennizzo. Ciò premesso, la coppia Tevez-Giovinco non era il massimo: non uno che occupasse l’area e disturbasse il rancio di Glik e Rodriguez.
E’ una Juventus pericolosamente sospesa fra campionato e Champions, con Marchisio in recupero e Vidal al rallenatore. Unica nota positiva, questa volta non ha avuto bisogno di uno schiaffone per scendere in campo. E non ha preso gol. Occhio, però, ai venticelli.
Ultim’ora: Marco Travaglio nuovo consigliere del berlusca.
Dopo aver annunciato voto contrario per tutta la mattinata, il dietrofront:«Deciso non senza travaglio, per un governo di riforme»
Runner, senza Moggi, il maestro bo(sc)emo avrebbe riscritto la storia del calcio allenando Barcellona e/o Real Madrid e/o Manchester United. (ipse dixit).
Scritto da bilbao77 il 2 ottobre 2013 alle ore 13:31
Povero infelice
giusto barba, anch’io la vedo così. Magari i prescritti ci potrebbero dire se vedono differenze fra Mister Bean e Gazzarri
Quanto avrebbe vinto Zeman se avesse potuto allenare la Juve con Moggi? Secondo me molto poco, nel senso che visto il personaggio Zeman e visto Moggi Zeman non sarebbe rimasto più di una stagione (vedi Maifredi). Quindi al massimo uno scudetto, molto probabilmente zero.
senza Moggi e in generale senza la antijuventinità che lo ha caratterizzato zeman avrebbe allenato solo in serie B, il suo livello è quello
Gentile Runner68, se cerca la perfezione ha sbagliato indirizzo. Ripeto: per me date troppa importanza all’allenatore.
Scritto da Roberto Beccantini il 2 ottobre 2013 alle ore 13:01
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Beck, mi scusi ma essendo stati abituati ai Delneri,Ferrara, Zaccheroni, appena abbiamo visto l’oro di Conte ci siamo tuffati come zio paperone nel deposito. lei direbbe mai: date troppa importanza al denaro, in tempi di crisi nera? Suvvia Conte è stra-importante come tecnico e come gestore del team. Eravamo abituati male ed oggi ci tuffiamo nell’oro del deposito. Non quello di marotta, s’intende.
corretto de pasquale, del piero perse anche il papà in quel periodo. Ciò non toglie che QUELLA juve almeno uno dei due scudetti doveva vincerlo e infatti richiamarono Lippi che di scudetti ne vinse altri 2. Senza Zidane, il più forte giocatore del mondo
Primario, visti i convincimenti di Zeman (e non solo), quanto avrebbe vinto Zeman senza Moggi?.
pasqualino settemunnezze, quando lei apre bocca lei emana miasmi. Si astenga, per sempre.