Dopo il gol di Paloschi, molti pazienti temevano il venticello di compensazione. Sarà per un’altra volta: nella convulsa azione che ha portato Pogba a matare il Toro, c’era Tevez in fuorigioco. Da Preti a La Rocca: bandiere che vanno, bandiere che (s)vengono. La storia del calcio è piena di favori alle Grandi, e dal momento che la Juventus è la più grande, ci siamo capiti. Imbarazza, se mai, la martellante consecutio mercoledì-domenica. E colpisce anche, relativo al primo tempo, il giallo a Immobile per la pedata, da dietro, a Tevez: per me, che non sono né Mazzoleni né La Rocca, era da rosso.
Al di là di un mezzo derby letteralmente buttato, la Juventus ha impedito al Toro di tirare. Eppure, al posto di Conte, non farei la ola. Con il Chievo i campioni non avevano meritato di vincere: e Preti a parte, ci fu pure l’autogol di Bernardini. Con il Toro l’hanno meritato dopo la rete farlocca. In ordine sparso: Pogba e Tevez generosi, fase difensiva sull’attenti, Cerci emarginato, Immobile cancellato.
Gioca Pirlo e scrivo: bè, alla sua età un po’ di riposo non guasterebbe. Non gioca e penso: quanto mi mancano, i suoi lanci. Più in generale, troppo basso il ritmo, ed esageratemente sofisticati gli schemi su punizione. Giovinco è uno dei pochi che si avventurano nel dribbling, e questo gli vale, almeno da parte mia, un piccolo indennizzo. Ciò premesso, la coppia Tevez-Giovinco non era il massimo: non uno che occupasse l’area e disturbasse il rancio di Glik e Rodriguez.
E’ una Juventus pericolosamente sospesa fra campionato e Champions, con Marchisio in recupero e Vidal al rallenatore. Unica nota positiva, questa volta non ha avuto bisogno di uno schiaffone per scendere in campo. E non ha preso gol. Occhio, però, ai venticelli.
Primario, non so piu’ come farmi capire. Tevez non era in area, da solo, in fuorigioco di 2 metri. Quando parte il cross, prima che Bonucci colpisca di testa, il difensore bovino lo trattiene e Tevez, per divincolarsi, gli passa oltre nel momento in cui tocca Bonucci di testa.
Spero che la scelta di Conte sia quella di: “siamo a settembre e mi interessa portare a casa i punti, spingendo al 70% o anche al 60 e se mi viene bene anche al 50.
Ricordo all’uscita del calendario, il terribile “ottovolante” di cui si è parlato motlo. Mancano Milan in casa e viola.
Dicevo all’amico barba che la prima somma (parlo di classifica) la tiro dopo il Genoa in casa, alla nona.
Per ora è perfetto, speriamo di vincere col MIlan, poi andiamo dai nostri amichetti a fargli fare la partita della stagione, senza tanto pathos, ovviamente.
Luca, secondo me se la giocano. Forse hai ragione, soprattutto per le doti di quaglia. Io sarei s sempre per un trio …
Gentile Cartesio, FINALMENTE. E’ il primo… Grazie di cuore.
Gentile Riccardo Ric, eccellente spunto tattico (finalmente!). E’ il classico caso che penso anch’io all’inutilità dei tre centrali: almeno di uno. Ma poi, detto fra di noi, cosa cambierebbe? Penso che il problema siano due, 1) il ritmo: se non delle gambe, contro difese così intasate, di pensiero; 2) la qualità degli esterni e almeno di una punta.
Gentile Beck, forse non c’era nulla da compensare …come siamo malpensanti, a volte!
Ciao Cartesio, per me questa è la coppia peggio assortita, volevo scrivertelo prima della partita, quando parlavamo col Primario proprio di questo.
Llorente e Quaglia per me possono giocare insieme, tralaltrose mettiamo la palla in mezzo ( e quando c’è il basco ho visto che proviamo, lui è grosso, ma Quaglia, al volo è forse il miglior giocatore del campionato.
Gentile Cartesio, buon giorno. Grazie per la sua analisi. Io non ho colto ventili di compensazione dopo Chievo-Juventus, lei li ha colti?
Cartesio, “mi piace” anche da parte mia
ma è anche vero che nessuno gioca a calcio contro di noi….
Scritto da ezio maccalli il 29 settembre 2013 alle ore 16:12
Esatto. E forse perchè non glielo permettiamo. Certo, detto male, potremmo osare un po’ di più, concedendo qualcosa, invece di occupare militarmente il campo, confidando nella giocata risolutiva che prima o poi arriva. Creo poco, ma in contropartita concedo zero. E’ una chiara scelta di Conte, condivisibile o meno, ma è una scelta, non un limite. Poi il paradosso è che siamo spesso andati sotto, ma per sviste nostre, non certo per meriti degli avversari.