L’associazione a delinquere ha resistito anche alla prova del processo d’Appello, al di là degli sconti, a Moggi and friends, dovuti alle frodi prescritte. In realtà , del misto «mafia-P2» cucinato da Narducci non è rimasto molto: gli iniziali 48 indagati si sono ridotti a una decina tra cui i tre arbitri condannati. Un po’ pochi, forse, per disporre di campionati interi (e comunque non alterati: Casoria dixit).
Tra costoro, credo che una menzione particolare la meriti l’ex arbitro Dattilo, condannato per aver espulso, su segnalazione di un guardalinee mai indagato, un giocatore che aveva colpito con un pugno un avversario e per aver ammonito, in maniera fraudolenta, secondo l’accusa, tre calciatori diffidati per non farli giocare la domenica successiva contro la Juventus. Solo che non erano affatto diffidati e, dunque, giocarono regolarmente.
La parte del leone sembrerebbe che continuino a farla le famigerate schede svizzere, nonostante gli avvocati difensori si siano affannati a convincere i giudici che, al netto dello spionaggio «elvetico», sarebbe bastato rincorrere conversazioni banalmente «italiane» per rendersi conto dell’aria che tirava, in quegli anni, attorno alla cosiddetta «cuopola». Lo documenta l’ultima scoperta del consulente di Moggi, Penta: il colloquio fra Racalbuto e Meani trascurato o sfuggito ai radar dei pm.
Per Bergamo è stato disposto l’annullamento della condanna, con rinvio a nuovo processo, per difetto di possibilità di difesa. Rimane il mistero sulle ragioni che, a parità di accuse, abbiano portato all’assoluzione di tutti gli arbitri che avevano scelto il rito abbreviato.
La «mia» guerra per bande esce sbriciolata anche dall’Appello. I dubbi non scacciano il rispetto, e viceversa. Sono curioso di leggere le motivazioni. Molto curioso. E poi la Cassazione.
Egregio Dott. Beccantini,
ho letto con attenzione l’articolo apparso sulla Gazzetta di ieri 19 dicembre il cui titolo, a mio parere, riassume perfettamente la delicata e certamente anomala vicissitudine della Juve in Europa.
Anomala, ovviamente, se la rapportiamo al “peso” della società ( una volta..) e comunque all’importanza delle forze messe in campo in ogni edizione.
Concordo anche su alcuni passaggi della sua disamina, per esempio quando evidenzia che” il Milan e l’Inter hanno capito subito quanto contasse l’Europa.”
Tuttavia, avrei apprezzato se, rammentando l’escursus storico della Signora in Europa, avesse ricordato con maggiore enfasi le tre ( dico TRE) finali raggiunte dal 1996 al 1998 con Lippi in panchina, di cui una certamente oggetto di FURTO perpetrato a danno della Juve dai furbetti di Madrid ad Amsterdam ed un’altra REGALATA a quella banda di onesti sorseggiatori di birra scesi da Dortmund sino a Monaco ma certamente inferiori a quella corazzata in quella sera in maglia blu ( ricorda?).
Infine, avrei apprezzato anche un modesto accenno ad ulteriore finale REGALATA al Milan ( ai rigori), anche in quel caso con una squadra in quel momento certamente superiore all’avversario.
Le finali, caro Beccantini – e la Coppa in generale – sono momenti così delicati che vivono dello stato di forma di quel preciso istante ed anche di colpi di fortuna.
Il Barca, per esempio, che in Europa ha dominato almeno per gli ultimi dieci anni ha vinto, in tale periodo, tre Champions meritandone sicuramente altrettante ( come,per esempio, nell’anno in cui ha vinto l’Inter…).
Con stima.
Luca Del Bue ( Bergamo)
beh, per esempio in spagna dei problemini col doping li hanno. dei problemini con gli intrecci tra banche e calcio li hanno. eppure non viene fuori nulla, anzi, il governo fa quadrato e dichiara che real e barca sono centrali per il marchio spagna. tristemente ricordo che invece nel 2006, a mondiale da disputare, i nostri coraggiosi governanti, da prodi alla melandri, senza sapere un caxxo, sposarono subito le tesi colpevoliste, salvo poi salire vergognosamente sul carro del poroppoppò, che ha in pratica sancito il trionfo sportivo imperituro, che non ha uguali nella storia del calcio, del principale accusato. ora, escludendo che prodi e melandri fossero due coglioncelli che correvano il rischio di fare figure barbine esprimendo giudizi avventati, ne viene fuori che era già tutto scritto da subito. resta da capire quali fossero le forze oscure così potenti da garantire l’esito della vicenda. personalmente, da vecchio puttanone, ne conosco solo una in grado di mettere d’accordo tutti i nani e ballerine del panorama nazionale, che erano tanti, mettendo il timbro con ceralacca, e viene dagli usa, che storicamente in italia fa e disfa. ha persino nominato un capo del governo di sinistra per fare una guerricciuola in serbia…..
X Antonio
A proposito del PM di Brescia, penso che i “parametri etici” che il dott. Di Martino vorrebbe applicare al mondo del calcio, la “casta” della quale il PM di Brescia fa parte, per essere credibile, farebbe bene ad applicarli, prima, a se stessa…
HAVE FUN GUYS..
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ROBERTO BECCANTINI-DIABOLICO-MANIPOLATORE!
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DISINFORMATORE DI CULTO & PROFESSIONE!
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Il 25 aprile 1995 morì Andrea Fortunato, ricordato anche quest’anno dalla tifoseria della Juventus. Lei era in Lituania.
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Sì, a Vilnius per Lituania-Italia. Ho ancora in mente le lacrime di Fabrizio Ravanelli per la tragedia di un ragazzo così giovane strappato alla vita da una leucemia infame.
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In quegli anni iniziò la grande Juventus poi spazzata via da Calciopoli, dopo dodici anni di successi. Lei non è mai stato tenero con Antonio Giraudo e Luciano Moggi, i ‘belzebù’ del calcio italiano. Molti tifosi bianconeri non l’hanno ancora perdonata.
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Un giornalista non deve cercare le coccole, deve solo scrivere. Calciopoli ha diviso tifosi juventini e non, per adesso c’è una sentenza penale di primo grado che ha portato a condanne pensantissime. Va comunque aspettato l’appello, perché nelle motivazioni della sentenza firmata dal giudice Teresa Casoria c’è più di qualche punto poco chiaro che stride con la durezza delle condanne. Per adesso, credo che l’associazione a delinquere, seppure uscita molto debole, allontani Moggi e la triade dal resto del gruppo nel sistema calcio di allora. Ripeto, bisogna aspettare l’appello.
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È come se si dicesse ‘il papa non fu ucciso, ma qualcuno ha sparato’. Manca, come ho detto e scritto più di una volta, la pistola fumante. Sul piano sportivo, però, le sentenze del 2006 tengono, nonostante molti tifosi continuino a parlare di complotto per fare fuori la Juventus. Snche se sembra un aborto giuridico la regola dell’imputato che deve dimostrare la propria innocenza, è così che funziona. Certo è che se la condanna di associazione a delinquere passasse in giudicato, le sentenze del 2006 sarebbero state addirittura troppo morbide.
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E se fosse derubricata a frode sportiva?
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Continuerei a chiedermi come mai le intercettazioni a carico degli altri dirigenti non siano state tenute fuori.
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Cosa è cambiato oggi da quello scandalo?
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Quasi niente. Prima giustificavo certe cose in base alla somma degli indizi, oggi no perché mancano le intercettazioni. Volendo, una scorta arbitrale la trovi in due mesi. Per capirci, credo che Calciopoli sia stata una guerra tra bande con ‘troppo’ Moggi.
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Una guerra servita a coprire altri scandali, secondo le teorie di alcuni?
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Ci sono stati tanti altri scandali, è vero. Il professor Manzella, mica l’ultimo arrivato, nel 2001 cambiò le regole sugli extracomunitari non prima dell’inizio del campionato, ma in corso. E a trarne vantaggio fu la Roma, che con un gol del giapponese Nakata, il quale beneficiò di quel cambio, fece fuori proprio la Juventus della Triade. Per non parlare del regalo di una categoria alla Fiorentina, dalla C2 finita in B con un saltello che accontentò tutto il Palazzo, Giraudo e altri compresi.
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Insomma, la palude del sistema coinvolgeva tutti. E nella ‘no fly zone’ c’erano gli arbitri. Cito un altro caso? Il decreto Berlusconi regalò al Milan 240 milioni di euro, la Juventus ne restò fuori. Pensiamo anche all’ex patron del Parma Callisto Tanzi, che presentava sempre iscrizioni pulite, ma poi è finito in carcere. Una palude, questa è la parola migliore. Una palude per una guerra tra bande.
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C’è chi crede che a rubare i campionati sia stata solo una squadra.
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Alla fine il campionato è pulito solo se lo vince la tua squadra. Così ragionano quasi tutti i tifosi d’Italia.
L’Italia politica e pallonara, dirigenti, tifosi, elettori: una cosa sola?
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L’Italia e il calcio sono la stesse cosa. Come nella politica, nel calcio, che è pieno di politica, mancano i grandi dirigenti. Basta guardare all’ex capo della Figc Franco Carraro, coinvolto in e uscito da Calciopoli come se non ci entrasse nulla. Proprio lui che esortava uno degli ex capi degli arbitri, Paolo Bergamo, a garantire la Lazio contro la Juventus. Siamo sempre allo stesso punto: la res privata può anche essere gestita benissimo, in questo caso qualche grande dirigente salta fuori. I guai arrivano quando c’è da gestire la res publica, la cosa di tutti.
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E il complotto per eliminare la figura di Andrea Agnelli, oggi presidente della Juventus, presidente mancato all’epoca dello scandalo? Alcune delle radici più corpose di Calciopoli si perdono nelle stanze Agnelli-Elkann, roba di spartizione del tesoro Fiat dopo la morte dei due vecchi Gianni e Umberto Agnelli.
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Mi cito da solo: se vuoi farmi fuori, non butti giù tutto il palazzo in cui abito: mi aspetti fuori e mi spari. Non credo ai complotti, ai giochi di potere sì, ma tutte queste teorie sugli intrecci per eliminare la Triade, Andrea Agnelli e il resto non mi hanno mai convinto. Moggi e Giraudo potevano essere allontanati in qualsiasi momento dalla proprietà , potevano andare al Milan da Berlusconi, anche se si dice che Adriano Galliani non li volesse tra i piedi e che abbia contribuito a farli fuori. Andrea Agnelli dove siede oggi? Alla Juventus, quindi tutte queste faide familiari dove sono? A meno che Andrea non sia uno ‘Iago’ moderno, fa tutto parte del gioco. Anche se non nascondo che di conti che non tornano in Calciopoli ce ne sono. E sono tanti.
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Intanto, il Palazzo viene travolto al minimo soffio di vento. E tutti restano ben saldi sulle poltrone.
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Basta guardare al lavoro di Giancarlo Abete in Figc, uno che non ha avuto il coraggio di revocare lo scudetto dato da Guido Rossi all’Inter, dopo che il capo della Procura federale Stefano Palazzi aveva scritto chiaramente che, se nel 2006 fossero uscite le intercettazioni a carico della società nerazzurra, al di là delle differenze evidenti tra i grandi numeri moggiani e i tentativi dell nerazzurro Giacinto Facchetti con gli abitri, sarebbe stata rinviata a giudizio con l’articolo 6.
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Però nel 2006 Guido Rossi fece la differenza. Da una parte un ex consigliere dell’Inter che toglie lo scudetto alla Juventus, dall’altra l’avvocato Zaccone, colui che chiede la B per la Juventus.
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Io sono uno che ha sempre difeso Zaccone. Lo juventino arrabbiato dimentica sempre che per la Juventus era prevista la serie C, ma faceva e fa ancora comodo a tutti far passare la strategia di Zaccone come una richiesta di patteggiamento per la Juventus. Falso. Zaccone non chiese la B, evitò la serie C.
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Roberto Santilli 2 Maggio 2012
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http://www.abruzzoweb.it/contenuti/beccantini-il-cantore-della-juve-calciopoli-una-guerra-tra-bande/474928-4/
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x Ettore…..Non saprei cosa sarebbe stato per il Primario …l’assoluzione di Moggi…non lo so…Per me sì…penso a quello che sarebbe successo dopo….non a casa mia di certo…ma penso al mondo del calcio…le conseguenze? già Abete si lamenta della decisione di Malagò per aver creato un nuovo Organo di giustizia…sportiva…poi ci sarebbero state le poltrone…e poi e poi e poi tanto altro ancora…! Unabbraccio Ettore ed un saluto a tua nipote…Buon Natale
Leo
Ops, buon compleanno, ….
Gentile Primario.
Stamattina c’è un’intervista a Di Martino (il PM di Cremona) il quale afferma che il “meglio due feriti che un morto” è reato.
Premesso che sportivamente trovo censurabili quegli atteggiamenti Le chiedo, da cronista prima che da commentatore sportivo, quante volte ha avuto la sensazione che due squadre si accontentassero del pareggio o decidessero di non farsi male. Lessico, questo, che non a caso è entrato a far parte del vocabolario di tanti telecronisti.
Ora, passasse la tesi di Di Martino, dovremmo ritenere reati quegli atteggiamenti. Magari con Di Martino si sarebbero indagati calciatori, allenatori e, perchè no?, tifosi di Svezia e Danimarca che col loro “2-2 Maccaroni Home” incitarono (ed ottennero) dai calciatori in campo un biscotto prevedibile, previsto e realizzato.
Magari tra un pò arriveremo a considerare reato una simulazione e i comunicati dei giudici sportivi reciteranno: Peluso, espulso per doppia ammonizione, cinque mesi con la condizionale e interdizione dagli spogliatoi.
Caro Beck, ma questo paese che deriva ha preso? Dopo che ci stanno togliendo la pelle con le tasse (panem) ci vogliono togliere anche la passione (circenses)? Sono davvero sfiduciato. Che paese di merda. Oh mi perdoni, la cassazione ha detto che è vilipendio …
I
Buon compleanno Primario…..Little Lions
Mi viene da ridere…il pensiero che una squalifica…di una parte del campo…possa essere rimandata a piacimento…E’ quello che si sta verificando per quella squadra ed il milan….magari, più in là un Prefetto potrà decidere anche quando un giocatore squalificato dovrà scontare la squalifica…un derby non può perdere protagonisti per mano di Tosel…perderebbe di spettacolarità ….chissà se l’interessata sarebbe stata la juve…chissà chissà chissà !!!!! Leo
beh, basterebbe qualificare la calzetta dello sporc per quello che è in realtà : una centrale eversiva a livello internazionale. l’input per il massacro di pantani, eseguito dal killer candido, è infatti di provenienza sovranazionale, roba da agenzie centrali di intelligence.