La Spagna è come la Napoli di Raffaele La Capria: ti ferisce a morte o t’addormenta, o tutt’e due le cose insieme. Per una notte, noi e loro siamo tornati lontani, estranei, ben oltre il gol di Pedro, le formazioni di partenza, la giostra dei cambi. Sulla panchina di Chiellini pende (e manca) una telefonatina di Prandelli a Conte. D’accordo l’ok dei medici, ma fra colleghi, suvvia. Soprattutto, in uno scorcio così delicato. Mi ha commosso il duello tra Paletta, generoso all’esordio, e Diego Costa. Quasi a uomo, se non mi sono distratto. Come una volta, quando, ragazzi, sognavamo un’altra nazione, più che un’altra nazionale.
A proposito di codici. Ne scrissi il 29 maggio 2012, stigmatizzando la porcata ai danni di Criscito, escluso dalla spedizione in Polonia e Ucraina per eccesso di zelo colpevolista. Ciò premesso, ognuno si regola come crede. Ripeto, non penso che lo sport abbia bisogno di «armature» per proteggere e diffondere l’etica: lo sport è già etica. O almeno dovrebbe. Non servono tariffe extra. Il 29 febbraio 2012, si disputò a Marassi un’amichevole tra Italia e Stati Uniti. Klinsmann, ct americano, convocò Jermaine Jones nonostante la squalifica di otto turni inflittagli dal giudice sportivo della Bundesliga: giocava nello Schalke 04 e aveva azzoppato Reus del Borussia (allora) Moenchengladbach.
Devo dedurre che Prandelli è un uomo probo e Klinsmann un delinquente? Per carità. Piuttosto, due domande a Cesare. La prima: Prandelli è allenatore della Roma, De Rossi si becca tre turni in campionato alla vigilia della finale di Champions; cosa succede, codice o non codice? La seconda: a un giorno dalla finale mondiale, un titolare scazzotta un compagno nell’allenamento di rifinitura; cosa succede, codice o non codice? Mai dimenticarlo: Spagna-Italia era un’amichevole.
Beck, guardi, se il codice etico servisse da esempio per formare meglio, che so, i bimbi delle scuole calcio, perchè no. Ma ne dubito. Preferisco meno fuffa e più pragmatismo (non dico cinismo). Li tolgano dalla nazionale per una stagione allora, e poi vediamo se tirano ancora i pugni in giro. Un turno in amichevole fa ridere i polli.
Beck, a meno che dopo il caso RCS-Ogbonna Cairo non sia in debito di un favore con Elkannn, dubito fortemente che il prezzo, con Cairo appunto di mezzo, possa non essere esoso.
Io sono dell’idea che, visto l’attuale livello del calcio italiano, o si lanciano dei giovani, scommettendo (Berardi) o si pesca all’estero se si vuole vera qualità.
Gentile Fabrizio, non esageri. L’etica DEVE fare parte dello sport, e pure del calcio, ancorché di sport abbia sempre meno. Quello che non sopporto è il silicone del codice, la differenza – sottile, infìda – tra morale e moralismo. Prandelli è un eccellente allenatore e un uomo di larghe vedute, bene ha fatto a portare la nazionale in località sottratte alla mafia. Nessun dubbio che la nazionale possa – e in alcuni casi, debba – essere un simbolo. Fermo restando che Klinsmann non è un delinquente. Io, almeno, la penso così. Ora vado, grazie e buona notte.
“L’Italia è il peggior pagatore di tutta Europa. Lo ha affermato il commissario europeo all’Industria, nonché vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, mettendo in guardia il Paese dai rischi che la circostanza sta producendo per i bilanci dello Stato. L’Italia ha tempo fino al 10 marzo per rispondere alla richiesta di informazioni da parte di Bruxelles in merito all’applicazione della direttiva che impone agli Stati membri di onorare i debiti con i fornitori entro 30 giorni e, in casi eccezionali, entro 60. In Italia, i tempi per ottenere un pagamento sono, mediamente, di 200 giorni, con punte di 1.200 -1.300. Il commissario ha lasciato intendere che sono ben poche le possibilità di risposta soddisfacente, dal momento che lo Stato italiano, solo nel 2012, ha accumulato debiti per 75 -80 miliardi di euro, a cui andranno sommati quelli che si sono aggiunti successivamente. L’intero ammontare del debito pregresso, secondo le stime del commissario ammonterebbero a circa l’1,2% del Pil. “Se la risposta non sarà soddisfacente – ha concluso Tajani – , come ahimè temo, sarò costretto a inviare una lettera di messa in mora.” CGIA Mestre
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#l’italiadelPDuducelapuófare
Gentile Fabrizio, lo metta in pianta stabile in una squadra grande, non occasionalmente. In pianta stabile. Non è fuoriclasse, per carità, ma con l’aria che tira e se il prezzo non fosse esoso.
Beck, può essere. Ma a combattere contro i mulini a vento si fa la figura del don Chisciotte. O in altri termini, se tutti sono mostri e lui è normale, in realtà il mostro è lui. A ergersi paladini dell’etica di solito non si guadagna molto, anche il rispetto è relativo dato che l’etica è personale e, appunto, relativa. Da non confondere con l’educazione e l’onestà, che son valori più assoluti. Per me lascia il tempo che trova: cercare di insegnare l’etica a dei ragazzotti che vivono in un mondo dorato di milioni di euro e che, dall’esclusione di un turno, ne ricaveranno al massimo qualche articolo e qualche bonus in meno, a me ricorda tanto quel tale che voleva svuotare il mare un bicchiere dopo l’altro.
Beck, su Cerci: come dice spesso lei, contro le altre squadre in Italia spesso impressiona, contro di noi mai. In Europa (dove è diverso :-))) a quanto pare nemmeno. Ergo, se lo prendiamo ci darà qualcosa in Italia ma poco altrove. E allora, siccome quel che ci serve in Italia lo abbiamo già, forse converrebbe cercare le ali altrove.
Gentile Fabrizio, non si tratta di essere bravi o meno. Mi dà fastidio il codice etico, non l’etica. Ci mancherebbe. Prandelli non vuole convocare De Rossi o Beccantini dopo il pugno a Icardi? Non lo convoca, stop. Massima libertà. Senza però ricorrere a brevari extra. Perché poi, un giorno o l’altro, il destino magari ti fa uno scherzo e ti trasforma un’amichevole in qualcosa di più serio. Ecco: se poi non lo schierasse in una finale, come dice lei, sarebbe fesso, sì, ma coerente. E io mi toglierei il cappello.
(continua l’analisi)
Altri appunti sparsi:
1) Al posto di Cesare, sarei ricorso a Verratti e non a Pirlo: se non altro, per verificare se davvero il primo potrà essere l’erede del secondo.
2) Ritmo, condizione atletica: è la differenza più lampante che, secondo me, separa il nostro campionato dagli altri.
3) Buffon, bravo su Thiago Alcantara, così così su Pedro nell’azione del gol.
4) Cerci: uno spuntone all’inizio, con tanto di palo, ma poi solo spuntini. Il suo calcio è moderno, non sempre il modo di recitarlo.
5) Diego Costa. Con i centravanti di stampo classico, è proprio vero che la Spagna manifesta un certo qual imbarazzo.
Bravo Beck, concordo in toto e in particolare con l’ultimo paragrafo. Detesto l’ipocrisia e la demagogia, e questo ridicolo codice gronda melassa per i media da ogni parte. E poi anche se Prandelli non fosse ipocrita e non schierasse un suo giocatore in finale per via di una “violazione” di questo codice, allora sarebbe quantomeno un fesso. Le “punizioni” di questo genere sono ridicole e inutili. Per me ci si dovrebbe limitare a casi eclatanti, ma in quel caso le punizioni dovrebbero essere più lunghe.
La gestione del caso Chiellini è ridicola: lo convoca, si impunta, rompe le palle al club non facendolo allenare come si deve, poi però non lo schiera per non rompere TROPPO le palle. Veramente democristiano. Puah.