E’ finita con il carro attrezzi del soccorso Juve tamponato da un avversario normale e un gol speciale. Diego Godin, garra charrua. Barcellona, Real, Italia: ecco i suoi scalpi. E che scalpi. E’ finita con le dimissioni di Prandelli e Abete, nell’ordine e nel disordine. Non so se il livello del nostro calcio sia questo, so solo che nelle coppe europee la Juventus e le altre molto di più o molto meglio non avevano fatto.
Ho sbagliato pronostico. E non penso all’arbitro come al male assoluto: avrei espulso Suarez per il morso a Chiellini e non Marchisio per la pedata ad Arévalo Rios, ma c’era pure un rigore di Bonucci su Cavani. Rodriguez ha spaccato l’equilibrio: non è poco, non è tutto.
Il migliore è stato Buffon. Il peggiore, Balotelli. Penoso. Sono questi i confini del fallimento. Di suo, Prandelli ci ha messo una duttilità tattica così smaccatamente ballerina da lasciare sbalorditi. Dal 4-1-4-1 al 3-5-2: e così sia. Non mi spiego, in compenso, la rinuncia sistematica al tiro. Come se cercare la porta fosse diventato un atto impuro. Immagino che queste non fossero le consegne, ma rimane lo zero in casella. Parlo di tiri veri. E’ stato un comico calando: tre o quattro con l’Inghilterra, un paio con Costa Rica, manco uno con l’Uruguay. E avesse almeno azzeccato un cambio, il ct.
Dicono che sia stata sbagliata la preparazione a Coverciano. Di sicuro, abbiamo corso poco e male. Questo dei ritmi bassi non è un mio pallino, e nemmeno un’esclusiva della Nazionale: già nelle coppe europee avevamo avuto saggi agghiaccianti.
Sbaglia, Prandelli, a fare la vittima. Non ricordo una Nazionale più coccolata della sua. Resta il degrado tecnico del nostro calcio, ben oltre le sue responsabilità. A quanto mi date l’apertura di un’inchiesta sul perché non impieghiamo i giovani?
behh….che dire, al Real Madrid, in finale Zidane non trovo’ gli arbitri che mandavano alla juve
e questo non lo perdonero’ mai…non il trasferimento, ma quel bacio….
a Madrid quello che sei mesi prima baciava la maglia ( ad udine per la precisione…me lo ricordo come fosse ieri )…raddoppio’ il suo contratto
Per axl rose : a Madrid ci sono delle spiagge bellissime. Il lungomare poi……
Per Il Barone : non esistono juventini antimoggiani. E’ una contraddizione in termini. Se sei juventino gli scudetti sono chiaramente 32 arrotondati per difetto dei 5 anni farsa (a parte per uno illustre per cui la Juve meritava la B e al primo scudetto di Conte ne festeggiò 30….).
Impera-alfano, abbandona il calcio.
Raramente, se non nel campo della demenzialità, ho visto uno scarso come te.
Io parlo di calcio, tu di figurine panini che le può collezionare anche una bimba.
Ho iniziato a non sopportarti quando contribuisti, con waltergagg, benquerenca, mejuto gonzalez e milito, slla Cenpions di cartone dei prescritti.
Torna a far ridere nel sassolino, macchietta.
Zidane nel 2002 vinse finalmente la CL col Real visto che in finale contro non era riuscito a combinare qualcosa di decisivo.; Nedved con la fc juventus invece ..no. qualcuno fece una bella cresta sui trasferimenti. la fc juventus vinse un paio di scudettini , e fini li’. ah no. Inzaghi se ne ando’ ( fu mandato) al Milan ,perche’ non importunasse piu’ delPiero ,e cosi’, anche Inzaghi vinse la sua CL ,anzi due!! .che culo.
Ritengo molto interessante questo articolo di Oliviero Beha. Chissà cosa ne pensano i tifosi juventini antimoiggiani per i quali i nostri scudetti sono 30 e per i quali il periodo della “triade” è stato il più iunfausto della storia bianconera
La triste e dolorosa concomitanza tra la morte disgraziatissima di Ciro Esposito, il tifoso “sparato” prima della finale di Coppa Italia quasi due mesi fa, e la comica defenestrazione della Nazionale dai Mondiali non ha solo un tragico valore simbolico: ci dice che le due cose sono collegate. Detto più chiaramente, il fallimento di una onerosissima missione come quella “azzurra” e un fatto di cronaca nerissima, purtroppo non inedito, che firma il profondo disagio del calcio italiano sono tessere giustapposte dello stesso mosaico.
Un pallone in bancarotta, a sua volta faccia di quel prisma sbagliato che è l’Italia come sistema-Paese. Che poi tutto sia finito nell’imbuto di una partita di calcio, che va bene se l’Uruguay non segna e passiamo e va male se per un colpo di spalla viene trafitto il “senatore” Buffon, è altra tessera di un fondale grottesco che richiama la sentenza di Winston Churchill, celebre Ct dell’Inghilterra: “Mi piacciono gli italiani perché vanno in guerra come se fosse una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse una guerra”. Adesso fa notizia e commento commendevole nella nostra Waterloo che si siano dimessi in simultanea un’ora dopo la disfatta Abete da Presidente federale e Prandelli da Ct. Per carità, meglio così vista la figuraccia e la riluttanza storica nostrana a lasciare la poltrona. Ma forse una minima ricognizione intorno a tale rispettabile istituto (andarsene prima d’essere cacciati) e ai due importanti dimissionari vale la pena di farla. Intanto entrambi hanno commoventi caratteristiche comuni: in due non fanno di sicuro né un coraggioso né un volitivo. In questo e in altro si somigliano tantissimo e chi voglia risparmiarsi la lettura di questa nota può brillantemente sostituirla ascoltando l’inimitabile Fiorello su Radio1 quando imita entrambi (e la D’Amico, e Bergomi ecc.: uno spasso). Giancarlo Abete in realtà la fa da delicato prestanome a un sistema di potere nel quale figura il fratello banchiere Luigi, filtro della politica, dell’imprenditoria e della finanza. Giancarlo non decide quasi niente e di sicuro nulla di importante, e si basa sulle democraticissime elezioni che dal 2006, dopo la scomparsa “sportiva” di Franco Carraro depennato dallo scandalo di Calciopoli, lo confermano al vertice.
La parte organizzativa la svolge Carlo Tavecchio, antico democristiano perbene, sepolto sotto le incombenze di un movimento di massa come il calcio dilettantisco, quello giovanile e quello femminile. Si occupa di quello e non fa ombra all’albero principale. L’altro vicepresidente è Demetrio Albertini, lui sì contemporaneo democristianissimo con un passato da eccellente mediano e un presente grigio ma ficcante, da burocrate di campo e di ufficio, di bosco e di riviera, che non dice mai davvero quello che pensa e spesso si porta avanti col lavoro non pensando affatto. Questa è la principale nomenklatura di un fenomeno invece in teoria e in pratica importantissimo come il calcio italiano, nel quale proprio per la debolezza dei succitati mette bocca chiunque, dal Coni di Malagò perfetto passato remoto di Montezemolo e di Agnelli, a tutte le voci della politica, prima e dopo Renzi, in qualunque ramo del Parlamento e in qualunque parte dell’emiciclo, con incidenza governativa esplicita e implicita. Con i risultati che vediamo e che quindi coinvolgono tutti.
Questo in un Paese senza alcuna cultura sportiva, nel quale l’ex ministro di Monti con delega allo Sport, Gnudi, non distingueva uno sciatore da un pallanotista e sullo sport nella scuola ti rivolgeva sguardi da cerbiatto stupito. Adesso Abete si dimette, lasciando intendere che se ne sarebbe andato comunque, dimenticando che appena dopo la vittoria sull’Inghilterra, dieci giorni e non dieci anni fa, aveva sentenziato: ”Questo è il mio calcio”. Stavolta non c’è bisogno dell’affilato archivio di Marco Travaglio, basta una briciola di memoria… La verità è che non solo non vogliono, ma non sono capaci di cambiare, per un deficit di sapere sportivo, nel calcio come nel resto. È tutta gente cresciuta sulle cenere di Calciopoli, usando Moggi & company come capro espiatorio. Con il risultato che l’etica in questo mondo è rimasta stracciata, mentre il deficit di competenza specifica nella Rotondoscienza ha prodotto due Mondiali orrendi. Adesso dovrei parlare anche di Prandelli, ma non ce la faccio: proiettatelo da soli sul discorso fatto per Abete, che lui non ha mai voluto scontentare pensando che il suo mestiere fosse questo, e avrete l’idea di una modestia sconfinata. Per questo sono crollati come un qualunque scavo di Pompei…
Oliviero Beha
Che Polpo!
Martinello….te chiedo scusa in anticipo, MA CAZZO DICI ??? io devo vendere uno certo come Pogba per comprare tre prospetti da venti che magari te fanno la fine di Isla ???