Ringrazio i pazienti per avermi segnalato il fuorigioco di Chiellini e Caceres. A me, in presa diretta, era sfuggito. Spiace che a Napoli se la siano presa. I tifosi della Juventus, non chiedetemi perché, erano stati esclusi dal San Paolo. Tutti, tranne uno. Per fortuna: ma sì, sorridiamoci su.
Siamo in Italia, e di questa partita rimarranno solo i centimetri. Peccato. L’ordalia non mi ha strappato dalla sedia. E’ stata aspra, noiosa, avara. Sono mancati gli attacchi: Higuain e Callejon da una parte, Tevez e Llorente dall’altra. Non a caso, hanno segnato solo centrocampisti e difensori: Pogba (mamma mia che gol!), Caceres (gran rientro), Britos e Vidal. Troppa grazia, due gol di scarto. La Juventus non è più brillante come in autunno, ma ha lottato, ha sofferto. Non vinceva a Napoli dal 2000. Benitez è andato sul classico: prego, accomodatevi. Allegri ha aperto con la linea a quattro e chiuso con la difesa a cinque, alzando un catenaccio molto operaio, molto da tv in bianconero e «Lascia o raddoppia?».
Tutti hanno dato il massimo, anche se è stato un massimo relativo, non certo da leccarsi i baffi. Persino Pogba, volée a parte. La squadra di Benitez aveva morso di più a Doha, in Supercoppa: doppietta di Higuain, due pali. L’occasione più ghiotta, sullo 0-0, l’ha buttata De Guzman. Con Sampdoria, Inter e Napoli (in Qatar), Madama era stata sistematicamente rimontata. Cosa che è successa anche stavolta. Ma Pirlo e c. hanno avuto la forza, il merito e la fortuna di spingersi oltre i proprio limiti. Certo, lo sgorbio di Ogbonna pro Zapata, poi «multato» per simulazione, appartiene al campionario delle squadre che continuano a cibarsi di eccessi, in un modo o nell’altro.
La vittoria, va da sé, è di importanza cruciale. Rimanda la Roma a meno tre, ma non taglia tutti i nodi. Anzi.
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Francesco Calabrone‎Roberto Beccantini
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IL TIFOSO DELLA JUVENTUS ROBERTO BECCANTINI, CELEBRA LA VITTORIA DELLA SUA SQUADRA DEL CUORE, DELLO SCUDETTO SCUDETTO N.27. MA ANCHE IN UN EVENTO COSI’ GIOIOSO, UN PAIO DI SASSOLINI: “ARBITR, LA POTENZA DELLA SOCIETA’ (citando Mazzone: «la società più società imbattibile fuori!), GLI AVVERSARI GLI HANNO DATO UNA MANO…MA CON PREMESSA: DICONO! MA LOGICAMENTE, COME NELLA SUA (sua di roberto beccantini!) INDOLE DI FALSO E BUGIARDO: INSINUA (lancia il sassolino e ritira la manina!), MA NON CI DICE CHI SONO QUELLI CHE DICONO! SE E’ SOLO LUI, OPPURE ALTRI DELLA GANG DEL TOPO DI FOGNA CATANESE, RIMASTI PER FARE DANNI ALLA JUVENTUS!
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È sempre Juventus, e gli scudetti sono 27
IL TITOLO ARRIVA CON DUH SETTIMANE D’ANTICIPO: IL PERUGIA BLOCCA GLI UOMINI DI LIPPI, MA L’INTER SI FA RAGGIUNGERE DAL PARMA E RESTA A 8 PUNTI DI DISTANZA
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È sempre Juventus, e gli scudetti sono 27 Grande festa bianconera in attesa della rivincita di Coppa con il Rea
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UN MARCHIO DI FABBRICA
Roberto Beccantini
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LA Juventus è campione per la 27a volta. Mezza Italia la celebra, l’altra mezza la invidia. Il fascino della Vecchia Signora continua ad agitare sentimenti viscerali: di amore e odio, di rispetto e dispetto. Ogni scudetto ha una trama, una storia: sembrano tutti uguali, ma uguali non sono. Questo non è nato per «disgrazia» ricevuta, come l’ultimo, legato a una data, una sola: 5 maggio 2002, e al romanzesco harakiri dell’Inter, anche se proprio dai nerazzurri è arrivato, ancora e sempre, l’imprimatur: 1-1 con il Parma, a smorzare il brivido del 2-2 perugino.
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Questo è stato modellato pezzo dopo pezzo, partita dopo partita, in barba ai pronostici estivi che premiavano il mercato delle milanesi, l’Inter di Vieri, Crespo e Cannavaro, il Milan di Inzaghi, Rivaldo e Nesta.
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La Juve ha fatto il vuoto nel girone di ritorno, fedele a un progetto (investimenti mirati, bilancio in attivo da sei anni, appetì- ti feroci) che non è mai sceso a patti con i pruriti della piazza e le fregole dei collezionisti di figurine. Certo che si può vincere senza svenarsi: basta volerlo, basta saper blandire gli dei.
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Forte in campo, imbattibile fuori, la Juve si è confermata, cito Carlo Mazzone, «la società più società , la squadra più squadra».
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Se è vero che gli arbitri potevano risparmiarsi qualche inchino, è vero, a maggior ragione, che nessuno può mettere in dubbio la legittimità del verdetto.
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Ci sono numeri di fronte ai quali non resta che toghersi il cappello: quinto scudetto dell’era umbertina (dal 1994), secondo consecutivo, seconda doppietta (1997- 1998, 2002-2003). E poi: sul piano emotivo, il primo senza Avvocato; a livello operativo, il primo «tutto» di Umberto. A testimonianza di una continuità che non ha eguali.
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Il 24 luglio del 1923, Edoardo, papà di Giovanni e Umberto, veniva eletto presidente per acclamazione. Fra poco la Juventus e la famigha Agnelli festeggeranno ottant’anni di matrimonio, caso unico, al mondo, di devozione calcistica. Dei ventisette scudetti, soltanto uno, il primo, è sfuggito aha dinastia.
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Tradizione e pragmatismo. Da Bonipertì a Giraudo da Giuliano a Moggi, da Trapattoni a Lippi, da Bettega a… Bettega è cambiato molto, ma è come se non fosse cambiato nulla.
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I dirigenti dirigono, l’allenatore allena, i giocatori giocano: sembra il più banale dei luoghi comuni, è il marchio della fabbrica Juventus, dove una cosa fatta bene può sempre essere fatta meglio.
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Dicono: gli avversari le hanno dato una mano.
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La Roma si è staccata subito, Lazio, Milan e Inter sono crollati alla distanza. D’ac¬ cordo: e la mano di Lippi?
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Non c’è stato infortunio – Trezeguet, Del Piero – che non abbia prodotto mosse funzionali alla causa, da Zambrotta terzino alla girandola dei cannonieri.
La Juve ha imposto – a brutto muso, talvolta – il timbro di una personalità tenace, il sigillo di un’identità indeformabile. La difesa, per la quarta stagione la meno battuta, ha fornito il piedistallo ah’ennesimo «monumento».
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Pavel Nedved e, a 36 anni, Ciro Ferrara sono stati i simboli della cavalcata. Un gruppo d’acciaio che vince, vende (anche Vieri, anche Zidane), rivince, un occhio agli eredi (Miccoli: che gol, il suo gol), l’altro al mestiere.
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Il raccolto, già eccezionale, potrebbe diventare addiritura straordinario. Mercoledì c’è il Real, non sarà facile rimontare l’I-2 del Bemabeu, ma proprio per questo sarà bello provarci, ventisette scudetti dopo, la finale di Champions League a non più di una pagina. SERVIZI DA PAGINA 24 A
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LaStampa 11/05/2003
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OFF TOPIC FOTO DEL GOL DI CACERES
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GOL CACERES FOTO SKY
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http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/11-01-2015/juve-caceres-fuorigioco-tagliavento-si-fida-assistente-orsato-tiene-mano-roma-lazio-100460146557.shtml
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GOL CACERES FOTO LE FIGARO’
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GOL CACERES FOTO: JUVENTUS DANS LA PEAU
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