Tutti vorremmo essere là, a Berlino. Juventus-Barcellona, finale di Champions League stagione 2014-2015. Ci si arriva stremati, non perché sarà dura (claro que sì), ma perché è stata dura pensarla, immaginarla, giocarla. Che il pronostico sia segnato (e per me lo è: 60-40 Barça) non significa rinunciare a forzarlo. Anzi.
Se in Europa è diverso, diversa è diventata anche la Juventus. Più solida, meno martellante, capace di gestire le doglie. Allegri le ha dato una pedalata rotonda, camaleontica. Dicono che il Barcellona sappia giocare «solo» in un modo, e la Juventus in molti: crediamoci. Il Barcellona è «soprattutto» Leo Messi più Suarez più Neymar. Poi viene il resto: e non sono spiccioli. Luis Enrique ha addolcito il soffocante torello di Guardiola, dicono che l’anello debole sia la difesa, e sarà pur vero, ma è la migliore della Liga, così come l’attacco è secondo a quello del Real, eliminato dalla Juventus.
I paradossi aiutano a rendere il calcio unico, ed esperti tutti coloro che lo sfogliano. Non è forse bizzarro che a invocare «difesa e pressing» da parte di Allegri, ripeto: difesa, sia proprio Sacchi, uno dei tecnici più «invasori» della storia?
Mancherà Chiellini, un guerriero. Barzagli darà il massimo, certo, ma sarà al massimo? Gli episodi, questi «impostori», potrebbero sabotare la trama, che resta affidata al bisturi di Messi e alle lune di Pirlo e Pogba, Iniesta e Mascherano. Si scuote come un albero il tremendismo di Tevez e si pesca a pieno tifo nel revanchismo di Morata, dimenticando i portieri (un classico).
Non un angolo che non sia stato esplorato, non un ciuffo d’erba. Saranno cruciali le fasce, come no. E il contropiede. La lunga vigilia ci consegna, cotti di passione e trepidazione, al fischio dell’arbitro. Juventus-Barcellona: se non ora, quando?
GIOVANNI MALAGO, PRESIDENTE DEL CIRCOLO ANIENE, TENTACOLO MINORE DEL GIGANTESCO TENTACOLO DELLA PIOVRA BILDERBERG GROUP: ASPEN ISTITUTE ITALIA,
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https://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/organi-direttivi
https://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo
http://www.aspeninstitute.org/about/blog/aspen-italia-vice-president-prime-minister
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–CERAZADE–
Claudio Cerasa
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Chi è Giovanni Malagò, il nuovo capo del Coni
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Giovanni Malagò è da pochi minuti il nuovo presidente del Coni. Direte voi: e chi è Malagò? Nel 2009, nel libro che ho scritto su Roma per Rizzoli, ho dedicato un capitolo a lui e alla sua straordinaria capacità di creare relazioni a Roma, partendo da un circolo sportivo (l’Aniene). Il personaggio merita. Qui un piccolo estratto dal libro
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Giovanni Malagò arriva al circolo canottieri alle 21.45 del 4 agosto 2009 ed è molto soddisfatto: i Mondiali di nuoto sono appena finiti, tre delle quattro medaglie conquistate dall’Italia sono state ottenute da soci del suo circolo (Federica Pellegrini e Valerio Clerici) e di questi suc cessi il presidente dell’Aniene ne ha appena parlato in Campidoglio con il sindaco Alemanno.
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Malagò accende un grosso sigaro cubano, si siede di fronte a un tavolino immerso nell’odore umido del fiume Tevere, e inizia a parlare del «mondo parallelo» del circolo Aniene: un mondo di cui non aveva mai parlato prima. Da queste parti direbbero che è parecchio glamour: pantaloni estivi grigio nocciola, mocassini neri senza fibia, camicia bianca sbottonata, petto abbronzato. Il presidente è un personaggio tutto da raccontare.
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Per anni è stato il punto di riferimento romano di Giovanni Agnelli che, in onore al gran seduttore dominicano che nella Parigi del primo Novecento conquistò le donne più belle del mondo, lo chiamava il Porfirio Rubirosa dei Parioli. Malagò di fatto non ha mai nascosto di essere, oltre che uomo di potere, anche un discreto latin lover.
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Prima dei figli avuti con Polissena di Bagno (oggi moglie dell’editore Carlo Perrone) e Lucrezia Lante della Rovere (figlia a sua volta del duca Alessandro Lante della Rovere e di Marina Ripa di Meana), Malagò ha avuto parecchie fidanzate famose (Claudia Gerini, Monica Bellucci) e chiunque voglia trovare informazioni su tutto quello che di mondano accade a Roma deve rivolgersi proprio a lui, «Megalò», come l’aveva ribattezzato un’altra Agnelli (Susanna).
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Ogni mattina prima delle nove e trenta, l’avvocato chiamava «Giovannino» per chiedergli quanto di nuovo accadeva nella vita (non solo politica) della Capitale, e Malagò metteva sempre a disposizione il suo tesoretto di conoscenze romane ereditato in parte dalla madre che – da nipote del vecchio ministro della Democrazia cristiana Pietro Campilli e dell’ex governatore della Banca d’Italia Donato Menichella – aveva costruito nel corso degli anni una buona rete di relazioni nella borghesia capitolina.
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Le molte note di colore relative alla sua vita privata (Malagò è amico tanto di Walter Veltroni quanto di Francesco Totti; tanto dei fratelli Vanzina quanto di Luca Cordero di Montezemolo; tanto di Carla Bruni quanto di Gianni Letta; tanto di Giuseppe Tornatore quanto di Luigi Abete) nascondono però un personaggio complesso che va ben al di là del potente uomo di sport. Questo signore con il fisico asciutto e la fama da sciupafemmine è infatti conosciuto a Roma anche per quel suo lungo curriculum di manager di successo che gli ha permesso di rendere l’Aniene un cruciale canale di dialogo tra molte amministrazioni e i potenti della città.
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Lo stesso Megalò ammette l’esistenza, all’interno dell’Aniene, di un mondo parallelo che vive in simbiosi con quello sportivo: «Da un lato ci sono le medaglie olimpiche, le performance dei grandi atleti. Dall’altro c’è tutto quello che riguarda la vita di imprenditori, manager, professionisti, banchieri, giornalisti e costruttori romani. Il clima che si crea nella nostra struttura ha dato la possibilità di dare vita ad aggregazioni tra banche, di favorire molti accordi strategici per la città, di firmare alleanze tra imprenditori e di trovare importanti intese politiche.
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È successo più volte che soci illustri dell’Aniene abbiano concluso grandi affari nel nostro circolo ma questo avviene in maniera non voluta. Diciamo pure casuale: qui si mangia, si beve, si gioca a tennis, si fuma un sigaro, si parla, non so, della Roma calcio, dell’Alitalia, scattano i meccanismi di complicità, si risolvono i problemi e si concludono accordi. Sarebbe stupido nasconderlo: l’Aniene significa sport ma in un certo senso significa anche business. È per questo, per i particolari valori che esprime il nostro circolo, che mi hanno chiesto di entrare a far parte di altre formidabili famiglie romane. Penso all’Unicredit. Ma penso anche all’Auditorium».
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Il potere dei circoli è una forza reale con cui ogni amministrazione cittadina deve fare i conti. Come spiega l’assessore alla cultura di Roma Umberto Croppi, «i circoli hanno obiettivamente l’ambizione di essere anche un potere di supplenza delle politiche romane ma è anche vero che cominciano a contare davvero a Roma nel momento in cui le altre strutture di comando esercitano in modo non ottimale le proprie funzioni amministrative ».
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Questi, spiega l’assessore, sono ambienti di cui va tenuto conto anche per il semplice fatto che hanno una loro funzione all’interno della produzione culturale della città: sono luoghi di scambio, di socializzazione, di mediazione. «L’errore commesso fino a oggi, a mio avviso, è stato quello di aver considerato i circoli come uno dei volti senza cui sarebbe sostanzialmente impossibile controllare gli equilibri della città: ed è proprio un atteggiamento di questo tipo ad averli trasformati in ambienti dove ognuno crede quasi di essere il padre eterno.»
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Per provare a capire in termini più concreti la forza di un circolo come l’Aniene e per comprendere in che senso questa realtà rappresenti davvero una sorta di «partito reale ed efficiente della classe borghese», il modo migliore è quello di scoprire i nomi di alcuni soci illustri.
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Ci sono i banchieri:
-Luigi Abete, presidente della Banca nazionale del lavoro, il suo direttore generale
-Fabio Gallia,
-Emanuele Emmanuele, numero uno della fondazione bancaria più ricca della Capitale (la Fondazione cassa di risparmio di Roma).
Ci sono gli imprenditori:
-Cesare Romiti (presidente onorario di Rcs Media Group e fondatore della società finanziaria Gemina),
-Marco Tronchetti Provera (ex numero uno di Telecom),
-Luca Cordero di Montezemolo (presidente della Ferrari ed ex numero uno di Confindustria),
-Matteo Cordero di Montezemolo (figlio di Luca e amministratore delegato della società di private equity Charme),
-Vittorio Merloni (presidente di Indesit Company),
-Alessandro Benetton (vicepresidente esecutivo del gruppo Benetton),
-Elio Catania (ex presidente e amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato),
-Andrea Mondello, (presidente della Camera di commercio di Roma),
-Giuseppe Statuto (immobiliarista romano),
-Marco Tronchetti Provera (ex numero uno di Telecom),
-I fratelli Toti, importanti costruttori (Claudio, presidente della Virtus Roma e Pierluigi, azionista del gruppo Rizzoli),
-Alessandro Angelucci (figlio di Antonio, editore di «Libero » e del «Riformista», e titolare di un articolato impero nella sanità privata romana
e il cui fratello, Giampaolo, il 5 febbraio 2009 è stato coinvolto nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Velletri a proposito di una truffa per 170 milioni ai danni del Servizio sanitario nazionale),
-Carlo Perrone (editore del «Secolo XIX»)
-Andrea Rizzoli (direttore marketing della Rizzoli audiovisivi). Ci sono molti componenti di una potente famiglia romana,
-I Caltagirone, un loro lontano parente,
-Francesco Bellavista Caltagirone, e uno dei bracci operativi del loro gruppo,
-Massimo Caputi. A questi vanno aggiunti anche gli uomini legati alla politica e allo sport. Soci Aniene sono
-Luca Danese (imprenditore romano e nipote della moglie di Giulio Andreotti),
-Maurizio Gasparri (ex ministro della Comunicazione e capogruppo al Senato del PdL),
-Jas Gawronski (parlamentare europeo del Popolo della Libertà ed ex portavoce di Silvio Berlusconi),
-Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio),
-Antonio Marzano (numero uno del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro e presidente della commissione per le riforme voluta dal sindaco di Roma Gianni Alemanno),
-Altero Matteoli (ministro delle Infrastrutture del quarto governo Berlusconi),
-Raffaele Ranucci (imprenditore romano, senatore del Partito democratico e grande amico di Francesco Gaetano Caltagirone),
-Andrea Ronchi (ministro per le Politiche comunitarie del Popolo della Libertà),
-Walter Veltroni (ex sindaco di Roma ed ex segretario del Pd),
-Piero Marrazzo (governatore della Regione Lazio),
-Rocco Crimi (sottosegretario allo Sport presso la presidenza del Consiglio),
-Mario Pescante (ex presidente del Coni e deputato del Popolo della Libertà),
-Gianni Petrucci (numero uno del Comitato olimpico nazionale) e
-Franco Chimenti (presidente della Federazione italiana golf). (…)
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Diventare soci dell’Aniene non è però semplice. L’ingressonel circolo avviene per gradi: la domanda deve esserepresentata da due soci con almeno cinque anni d’anzianità (la lista d’attesa oggi è lunga trenta mesi) e deveessere valutata da un collegio dei probiviri formato dasette persone socie del circolo da più di quindici anni.L’esame dura venti minuti: si verifica lo status delle persone,ogni proboviro fa una domanda al candidato e se ilcolloquio va bene inizia un periodo di frequenza che puòdurare da un minimo di tre a un massimo di quattro mesi.In questo spazio di tempo il candidato frequenta ilclub senza esserne socio, quando entra mette una firma sul registro delle presenze e a poco a poco si fa conoscere.
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Alla fine del periodo di prova, il suo ingresso viene votatoda ogni socio su una scheda colorata. Ogni voto negativodeve essere bilanciato da tre voti positivi e nel casoin cui il parere contrario arrivi da membri con più diventicinque anni di anzianità i segni positivi, invece chetre, devono essere cinque. Dal 1997, ovvero da quando Malagò è presidente, nessuno è però mai stato bocciato.Ovviamente, se il presidente propone al collegio deiprobiviri una nomina onoraria, si può diventre soci anchesenza seguire il complesso iter di ammissione.
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«Il criterio è semplice» ammette Malagò. «Premiamo chi hafatto qualcosa di concreto e di fattivo per il circolo.» Sitratta dunque di casi eccezionali, che accadono di rado.Fino al 2008, nell’arco di tutta la presidenza Malagò, erasuccesso solo due volte: nel 2006 con il governatore delLazio Piero Marrazzo, «perché ha fatto una cosa per noimolto importante: ha rinnovato le concessioni che eranoferme da quarant’anni»; nel 2007 con l’allora sindacoWalter Veltroni, «perché ci ha dato la possibilità di ultimareun percorso che avevamo iniziato negli anni».Gli affariMolti dei grandi affari siglati all’Aniene riguardano in primapersona proprio Malagò. E gli esempi da fare sonomolti.
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La conoscenza personale di Carlo Toto (numerouno di Air One) lo ha messo nelle condizioni di assumereun ruolo importante all’interno della compagnia aerea(Megalò è stato membro del consiglio di amministrazionedella stessa Air One) e di svolgere un’intermediazione decisivacon gli ambienti di Confindustria ai tempi della nascitadella cordata di imprenditori che ha salvato la compagniadi bandiera italiana, l’Alitalia.
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La sua amicizia conl’avvocato Agnelli gli ha consentito di acquisire quelle ulterioriesperienze necessarie per consolidare il suo ruoloda amministratore delegato di una delle più famose concessionarieromane, la Samocar (fondata nel 1977 dal padreVincenzo). L’intesa con Luca Cordero di Montezemolo ha rafforzato il suo ruolo di rappresentante ufficiale del marchio Ferrari nel Lazio, nella Campania, in Toscanae in Sardegna (a Roma chiunque voglia avere una Ferrariin anteprima è proprio a Malagò che si deve rivolgere) e quello di consigliere d’amministrazione della Tecni-mont (la divisione di ingegneria e sviluppo della Montedisondi cui tra l’altro è socio il figlio di Luca Cordero,Matteo).
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La stima che ha per lui il numero uno di Mediobanca Cesare Geronzi gli ha inoltre consentito di esserenominato membro del cda della banca più importanted’Italia (l’Unicredit). Il suo rapporto con le passate amministrazionidi centrosinistra (e in particolare con l’expresidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra el’ex sindaco di Roma Walter Veltroni) lo ha proiettato nel consiglio d’amministrazione dell’Auditorium e della Festadel cinema. I suoi ottimi rapporti con Piero Marrazzo lo hanno lanciato nel consiglio di amministrazione di unaimportante realtà culturale (la Fondazione Lazio).
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Il suo feeling con Lupo Rattazzi (figlio di Susanna Agnelli) gli haconsentito di fondare insieme a lui una società di investimento (la GL Investimenti). E infine, oltre a essere advisordi una delle principali banche d’affari del mondo(l’Hsbc), Malagò è anche vicepresidente della squadradi basket romana: quella Virtus Roma che ha presiedutofino al 2001 e il cui numero uno è oggi il costruttoreClaudio Toti (socio dell’Aniene e compagno di calcettodi Malagò).
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Se è vero che dal punto di vista sportivo l’Aniene rappresenta un’eccellenza nel panorama internazionale – il circolo ha portato ventuno atleti alle ultime Olimpiadi,ha strutturato campioni come Federica Pellegrini (oronei duecento stile libero a Pechino 2008 e oro nei 400 e200 stile libero ai Mondiali di Roma del 2009), come Alessio Boggiatto (oro nei quattrocento misti ai Mondialidi Fukoka nel 2001) e come Lorenzo Porzio (bronzonel canottaggio alle Olimpiadi di Atene 2004) – è anchevero, come abbiamo visto, che i circoli sportivi esercitanouna forte «pressione» nelle partite più importanti chesi disputano nella Capitale.
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Un’attività in parte raccontatadallo stesso Malagò nel corso di un convegno organiz-zato a Milano dalla «Gazzetta dello sport» nel dicembredel 2005. Il presidente dell’Aniene era stato il managerincaricato di creare le condizioni affinché Roma si aggiudicassel’edizione 2009 dei Mondiali di nuoto. Grazie alsuccesso dell’impresa, Malagò era stato invitato a Milano per illustrare le modalità con cui aveva portato a terminel’operazione e con cui aveva ottenuto l’assegnazione peri Mondiali del 2009. Ecco infatti come Malagò descrisse in quell’occasione la sua strategia: «Per i Mondiali eravamo sfavoriti. I giapponesi avevano siglato un accordo conla Fina, ma noi facemmo un gran lavoro di lobbing e allafine sapevamo chi erano gli undici delegati che avrebberovotato per Roma, uno per uno».
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Le sincere parole delpresidente (che sostanzialmente ha ammesso di essere venutoa conoscenza prima del tempo di chi aveva intenzionedi votare la candidatura dell’Aniene e di chi no) scatenarono un piccolo caso diplomatico. Da Yokohama chiesero di smentire la dichiarazione e persino la Federazione internazionale del nuoto (la Fina) chiese chiarimenti immediati. Fatto sta che «il gran lavoro di lobbing» alla fine sortiràun ottimo risultato e Malagò quei Mondiali li otterrà davvero. (…)
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Il 6 maggio 2009, al Comitato olimpico spettava scegliereil nuovo presidente nazionale e i candidati che sisarebbero dovuti sfidare erano tre: Gianni Petrucci,Franco Chimenti e Paolo Barelli. Chimenti si ritirerà ametà aprile 2009. Barelli (presidente della Federazioneitaliana nuoto e senatore del Popolo della Libertà) eral’unico degli aspiranti a non essere iscritto al circolo di Malagò e la sua eventuale elezione avrebbe avuto l’inevitabileeffetto di indebolire un po’ l’universo legato alcircolo canottieri Aniene.
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Il sindaco di Roma si rese presto conto di come quell’elezione fosse un buon pretestoper sottrarre potere al mondo di Letta, e decise diappoggiare apertamente Paolo Barelli, anche a costo dicontravvenire a una regola non scritta secondo la quale la politica deve rimanere fuori da un’elezione delicatacome quella del Coni. Il 15 aprile 2009 arrivò dunque ladichiarazione d’amore: «Paolo Barelli» disse Alemannoall’Adnkronos «è una garanzia per lo sport italiano».
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Pur essendo Barelli un senatore del Popolo della Libertà, Letta lavorò a lungo per evitare che il candidato diLupomanno acquisisse eccessivo peso nella più importanteistituzione sportiva romana (e nazionale). Il pretestodello scontro arrivò con un’intervista rilasciata da Barellialla «Gazzetta dello sport» nel marzo del 2009, in cuiil senatore del PdL lasciava intendere l’appoggio direttoalla sua campagna da parte di Silvio Berlusconi. «Per rispettoe coerenza» disse «non potevo fare un passo delgenere senza confrontarmi col presidente del Consiglio.»
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Questa frase mise Letta nelle condizioni di poter intervenirein via ufficiale nella battaglia del Coni e il giorno dopol’intervista inviò una nota ufficiale a tutte le redazionidei giornali sportivi nazionali spiegando che Barelli nonera affatto appoggiato da Palazzo Chigi. Alla fine, il mondo dell’Aniene uscì doppiamente vincitore. Oltre alla nomina di Petrucci (la terza consecutiva), nel corso delle stesse elezioni la giunta federale delComitato olimpico nazionale registrò l’ingresso di unnuovo membro. Un uomo del circolo canottieri Aniene, Giovanni Malagò.
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19 Febbraio 2013 – Claudio Cerasa. Chi è Giovanni Malagò, il nuovo capo del Coni
http://www.ilfoglio.it/cerazade/2013/02/19/chi-e-giovanni-malago-il-nuovo-capo-del-coni___1-vr-55777-rubriche_c653.htm
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2008 e il 2011 – Truffa derivati: Citati a giudizio il Presidente BNL Luigi Abete-Fabio Gallia e altri 11 top manager
http://www.equistop.it/index.php?option=com_content&view=article&id=41:truffa-derivati-citati-a-giudizio-il-presidente-bnl-e-altri-11-top-manager-2&catid=8&Itemid=119
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QUE DICE AMIGO…
YO NO DIGO NADA…
PERO AQUI… LO QUE DIJERON…
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ANGELO DI LIVIO (RadioManàManàSport): “La Roma ora è favorita per lo Scudetto, anche in vista di quello che è successo a Torino. Attualmente è la squadra più forte. Iturbe grande prospettiva di calciatore, ma prima pagarlo cosi tanto c avrei pensato due volte”.
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XAVIER JACOBELLI (RadioRadio): “Se la Roma dovesse prendere Iturbe ricordiamoci che la Juventus parte comunque favorita in Serie A, nonostante l’addio di Antonio Conte e il momentaneo caos interno”.
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LUCA VALDISERRI (ReteSport): “Iturbe potrebbe anche essere uno dei motivi che hanno spinto Conte ad andarsene. In ogni caso oggi non andrei a prenderlo, aspetterei. Posso capire che però strapparlo oggi alla Juve sarebbe un clamoroso successo d’immagine, ma tra poco il Verona lo svenderà”.
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ENRICO MAIDA (ReteSport) : “L’intenzione di tutti è costruire una squadra forte e credibile. Se Benatia dovesse essere ceduto, solo ad una cifra importante, ci saranno altri soldi da investire. Nel Verona Iturbe ha fatto vedere cose importanti”
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FRANCO MELLI (Rete Radio lo Sport Pomeriggio): “Iturbe è un gran colpo di mercato, anche se devo dire che porterà problemi a livello tattico. Giocare con i due ‘speady gonzales’, lui e Gervinho, poi a centrocampo chi levi?”
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DANIELE LO MONACO (Rete Sport): “La Juventus l’anno scorso aveva quattro segreti Conte, Pirlo, Vidal e Tevez che l’hanno portata a vincere, se ne togli due su quattro non credo che si potranno riconfermare. Non credo che Allegri giocherà con quattro difensori più Pirlo come perno davanti alla difesa. Deve cambiare modulo come ha fatto molto bene Conte. Vedremo come risponderà in conferenza stampa alle inevitabili domande su Pirlo. La Roma è diventata la prima candidata al titolo, stanotte la Roma ha superato la Juventus. Il doppio colpo potrebbe essere letale per i bianconeri”
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MIMMO FERRETTI (Teleradiostereo): “La Roma ha preso un giocatore pagandolo tanto, se era questo il suo obiettivo bisogna fare i complimenti alla società. Questo acquisto va inserirsi in quello che sta accadendo da altre parti. L’acquisizione di Iturbe dà qualcosa in più alla Roma, un giocatore come questo nella testa di Garcia e Sabatini fa fare un salto di qualità alla squadra. Senza Conte la Juventus ha perso il suo top player. Arrivando Iturbe, Benatia rimane o no?”
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ALFREDO PEDULLA’ (Teleradiostereo): “Abbiamo avuto dei segnali alle 22.30 di quello che si poteva immaginare, ossia di Sabatini che approfittasse di tante cose. Già la settimana scorsa ci erano stati rumors importanti con Mascardi a Roma. E’ un grande colpo, siamo a livello di annunci, questa situazione spiega lo stand-by su Carrasco e su altre operazioni. Iturbe diventerà un colpo straordinario, sul valore e sulla bontà dell’innesto Iturbe ti farà fare il salto di qualità. Costerà tra i 28 e i 30 milioni, il contratto con il ragazzo non sarà un problema, tra Roma e Verona potrebbero andare in onda altre operazioni in un secondo momento. Mascardi è il Lupin della vicenda, è l’abile tessitore di tante cose, come la presunta offerta dell’Atletico Madrid. Mi stupirei se la Roma mollasse ora Carrasco, adesso capisco perché si è parlato poco di questi giocatori negli ultimi giorni. La Roma non ha chiuso ancora per Carrasco perché aveva una vicenda più importante da definire. Mi stupirei se lasciasse scivolare il belga. Secondo me Sabatini ha bloccato anche Balanta, lui potrebbe essere il giocatore che occupererà la seconda casella da extracomunitario. Attenzione a Vlaar che è in attesa di un rinnovo di contratto con l’Aston Villa. Ora seguiamo con interesse la vicenda Ljajic, che potrebbe essere in uscita. La Juve entra in un imbuto difficilissimo, in questo momento, con Allegri. Mai come in questa stagione le antagoniste della Juve si rinforzeranno.”
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RANCO MELLI (Radio Radio): “Io sento dire delle cose incredibili. Senza Conte alla Juve la Roma diventa favorita? ma che cosa state dicendo? La Juve resta la più forte e con un nuovo allenatore avrà più entusiasmo. La Juve non si rinforza per l’Europa, ma in Italia resta la più forte”
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TONY DAMASCELLI (Radio Radio): “Il divorzio di Conte era previsto, c’era una strana incomunicabilità tra il tecnico e una parte della società. Elkann non ha fatto nulla per proteggere il lavoro dell’allenatore sia nel periodo delle scommesse che di quello del mercato. Io continuavo a dirvi che su Iturbe c’era molta distanza tra le parti. Nella storia della Juve mai era accaduto che l’allenatore fosse più importante della società. Con Allegri, la Juve arriverà al sesto-settimo posto. Il Luciano Moggi contemporaneo, perché Sabatini non ha un passato trasparente, ha dimostrato di essere il numero 1 della Roma: ha fatto operazioni mirate e se prende Iturbe è grazie a lui”.
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http://www.forzaroma.info/2014/07/16/radio-pensieri-damascelli-sabatini-luciano-moggi-contemporaneo/356560
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Niente mbia. Preferisce il trebisonda. Non il bayern. Il trebisonda!!!!
Volevo dire la mia:De Pasquale vaffanculo!Allegri dopo il pari doveva guardare oltre(supplementari)non subire un gol in contropiede!!Tolto ciò il Barca ha strameritato!!!Ci serviva un tattico non un sognatore!!!!
Orgasmo sul primo gol.
Triplete di mou.
Ma che articolo è?!
Comunque ci serve di essere più forti, per giocare a questi livelli.
Orgoglio, ma amarezza profonda, da covare…
Fino alla fine…orgoglioso e privilegiato di essere gobbo!
Bilbao forse mi addormentero verso le quattro, forse.
E di sottofondo continuo a pensare a quel cambio piede di Fernando, che lo stava per mettere davanti alla porta…
Grazie ai ragazzi al mister e alla società.
Forza Fratelli gobbi! Stasera e’ da vivere la sofferenza, tutta, fino all’ultima goccia…
Fino alla fine…
Non si può discutere la prestazione di Pogba. Era dappertutto, ha commesso errori tecnici ma quando corri così tanto ci può stare. Tevez invece, sia a Madrid sia a Berlino, non è stato quello a cui ci eravamo abituati. In due occasioni poteva metterla dentro, è mancato proprio nel tiro. Di Pirlo non dico niente, era l’ultima partita nel calcio che conta e ci teneva troppo.