Era da tempo che, in ambito giovanile, non assistevo a una partita così emozionante come la finale del campionato Primavera a Chiavari, tra Torino e Lazio. Mi perdoneranno, i gentili pazienti, se la antepongo alla prima sconfitta di Conte contro gli orfanelli di Cristiano Ronaldo e ai ruttini di mercato.
Uno a uno dopo i supplementari. Hanno vinto i granata, ai rigori. Rari i momenti di stanca: pali da una parte e dall’altra, ritmo tutt’altro che ostaggio dell’usura. Subito in vantaggio con Rosso, in capo a una splendida azione «alla mano», la squadra di Longo è stata raggiunta, nel secondo tempo, da un’incornata del croato Prce. Per il Toro, si tratta del nono scudetto. La Lazio di Inzaghino, in compenso, mirava al triplete: non è stagione.
Tra i protagonisti, i portieri: Zaccagno del Toro, nonostante l’uscita balorda che ha propiziato il pareggio, e Guerrieri, sempre reattivo. La finale è stata tecnica, non solo o non tanto fisica: il gol di Rosso ha contribuito ad allargarne i confini, a renderne palpitante l’intreccio. Insomma: avevo cominciato a guardarla con distacco, alla caccia disperata di un’alternativa al solito «silicone» mercantile, e non mi sono più mosso.
Il Toro di Morra, Danza, Rosso. La Lazio di Murgia, Tounkara, Palombi. Piedi buoni, finalmente, oltre a polmoni da libro cuore. Moreno Longo aveva scelto un coraggioso 4-3-3, idem Simone Inzaghi, attratti entrambi dal glorioso trambusto dell’arrivano i nostri. L’occhio del purista avrà colto sbavature in fase difensiva, un pressing qui e là troppo randagio. Per una volta, mi prendo il pathos, quell’idea di risultato sempre e comunque in bilico tra bravura dei contendenti e capricci del destino. Ci sono voluti sedici rigori. La parata di Guerrieri su Debeljuh, croato pure lui, e la traversa di Palombi hanno introdotto il numero di Zaccagno su Pollace e la lama di Edera, nome fin troppo soave per una sentenza così capitale.
Cali’, Calo’, Vadala’…..
Vuoi mettere, Guglielminpietro?
In cambio di Pirlo, eh…
@Lex
Sivori 1957/65
Maradona 1982/1990
Messi 2008/2018?
Come vedi, caro Lex, ne nasce uno ogni 25/30 anni.
Chiunque verrà dall’Argentina sarà un giocatore normale.
Franzò tanto è inutile tenere un giocatore controvoglia, e soprattutto non si è fatta una minusvalenza (noi, che possiamo vantare bilanci immacolati come la vergine Maria).
Anche se solo fossero buoni giocatori e nulla piu, non mi pare un cattivo affare per un giocatore che cmq il prox anno andava in scadenza di contratto.
Dunque sembra Vadalà subito + 5 mln e l’opzione su Pavon e Cristaldo, in cambio di Carlitos.
Vadala’ ,vadali’,Franzo’,Franza’,Cali’,Calo’,Cala’,Guardaqui,Guardala’, tutti da la’ vengono .
Scritto da Fulvio il 24 giugno 2015 alle ore 17:24
davvero un bell’articolo, grazie per la segnalazione.
A sentire e leggere in giro, c’è quell’ aria frizzantina che i nostri avversari respiravano a luglio dello scorso anno, dopo la fuga di Conte.
C’è la convinzione diffusa che senza Pirlo e senza Tevez, noi si lotterà solo per le posizioni di rincalzo.
Avranno, amarissime sorprese
Ciao, Leo.
Ti consiglio la lettura dell’articolo di Nino Ori: “Calciopoli, la resa dei conti”.
È del 22/6 e spiega perfettamente la realtà e le nostre legittime aspettative.
Di fronte a questi argomenti, parlare di cifre e di calciomercato, è assolutamente ridicolo.
Leggilo e poi potremo commentarlo.
Fulvio.
Bw nell’analisi ti sei dimenticato di metterci zlatan…