Un quarto d’ora bastava ad Andy Warhol, non a Insigne. Il suo palo è stato un mortaretto nel buio della nostra partita. In campo c’erano le riserve, e l’Irlanda si giocava la vita. Ha vinto con merito, e basta con l’alibi del terreno, tra i più sozzi d’Europa; valeva anche per gli avversari. Insigne è entrato agli sgoccioli, quando O’Neill ci credeva un po’ meno e Conte un po’ di più. Non facciamone un piccolo eroe, ma teniamolo presente.
Era una Nazionale senza filtro in mezzo e in difesa, là dove il ct aveva rischiato Bonucci, diffidato, ricavandone una vaghezza che ci è costato il gol di Brady (nomen omen).
Costretti a inventarci squadra in partita e non in allenamento, non siamo riusciti a ribaltare quel deficit di qualità che subito ha coinvolto i Bernardeschi e i De Sciglio, i Florenzi e gli Sturaro. Potrei continuare, ma avete capito: tutti. Con Zaza medianizzato e Immobile abbandonati spesso al loro destino.
Il risultato rende giustizia a coloro che più e meglio l’hanno inseguito, non importa come: a spallate, a mischie, a sciabolate. Quanti sgorbi tecnici, i nostri. Un’occasione buttata, sì, ma calcolata: anche se pensavo di pagare, sul piano organizzativo, un prezzo meno esoso.
Prima sconfitta, prima rete al passivo: in fin dei conti era quasi un’amichevole, per noi. Con la Spagna tornano i guerrieri, i titolari sono loro, lo si è visto e capito anche dal confuso zibaldone di Lilla. L’Italia ha giocato bene con il Belgio, male con la Svezia, malissimo con l’Eire (ma era l’Italia di scorta). L’ultima partita «vera» risale al 17 giugno. Un pit stop di dieci giorni dovrebbe garantire, almeno, un congruo rifornimento. La Spagna è più forte, ma non imbattibile. Nessuno lo sembra, in questi Europei. Anche se, vedi Cristiano Ronaldo, certi giocatori e certi valori cominciano a emergere.
Epperò cavolo ho appena sentito i miei su facetime, quelli sono al quadrilatero a strafarsi di stuzzichini di formaggio, baccalà mantecato e champagne mentre io sto ancora a lavorare come un mulo… quell’apericena non mi pare a niente male! :-((((
l’apericena è il simbolo della decadenza della civiltà occidentale
Dimas nn é tipo da apericena secondo me.
ma sempre dopo averlo messo nel naso :-)))
A fine agosto vi voglio vedere, TUTTI QUANTI VOI, alla conferenza stampa di PP.
Dimas siccome vende libri è un tipo sofisticato. Però anche lui gira il mojito con il dito.
Mac
Il venerabile e’ Dimas!
Invece quanto a Berardi, per ora è il miglior colpo del mercato, non averlo preso.
Scritto da Luca G. il 23 giugno 2016 alle ore 17:34
Ti quoto soprattutto per la prima parte :-))))
Mac
Il venerabile e’ Dimas!
Invece quanto a Berardi, per ora è il miglior colpo del mercato, non averlo preso.
Dimas, chi ha mai detto che la Juve non debba comportarsi in maniera onesta e cristallina?
Si puo’ essere onesti e cristallini senza bisogno di gentleman agreement, anzi i rapporti col Sassuolo e i giochetti contabili non paiono poi il non plus ultra della cristallinità , se non dell’onestà che non metto in dubbio.
Su Berardi siamo d’accordo, vada pure a giocare dove gli pare ma se possibile non da noi.
Le “mie” favorite per un posto nei quarti:
Galles
Francia
Spagna
inghilterra
Polonia
Portogallo
Germania
Belgio
Nessuna sorpresa secondo me.(forse la Svizzera con la Polona)