Sembrava un harem, la Juventus di Allegri, con i suoi nomi a tocchettare attorno a clienti dal fiero cipiglio, indecisi (i nomi) se adescarli di punta o di tacco. C’erano i nervosi (Mandzukic), i generosi (Higuain), i narcisisti (Pjanic, Dani Alves), i baciati dalla grazia (Dani Alves, ancora).
Il Palermo che De Zerbi aveva ereditato da Ballardini, ha giocato con il cuore. La Juventus, con zeppe-grattacielo che le facevano sbagliare persino gli appoggi più docili. L’infortunio di Rugani ha liberato Cuadrado e partorito un 4-3-3 che ha sollevato molta cipria. Parafrasando Celentano: la dove c’era l’erba ora c’è Leminà . Con tutto il rispetto. Il centrocampo viveva dei classici colpi di tosse che dà un motore quando batte in testa. I sei ammoniti del primo tempo indicano quanto gli approcci fossero ruvidi, e i tacchetti – di qua e di là – a spillo, molto a spillo.
Fuor di metafora, un Palermo tosto e una Juventus svagata, grigia, di una bruttezza indicile, senza nemmeno le gocce di fantasia che, di solito, distilla la botte di Dybala. Le squadre di Allegri non sono accademie delle belle arti: c’è però un limite anche alle grandi bruttezze, non giustificabili solo con le parate del portierino avversario o l’ennesimo infortunio di Asamoah, che ha lasciato l’harem in dieci.
Il golletto che ha spaccato il risultato – sventola di Dani Alves, la «mezzala» più raffinata oggi in rosa, tacco di Goldaniga – appartiene al fondoschiena delle Signore che seducono il destino anche quando non ne hanno voglia: e, proprio per questo, scelgono i capi più grezzi. Allegri è allegro, beato lui. I risultatisti sbandierano il più dieci (in classifica) rispetto a un anno fa. I prestazionisti si turano il naso. L’harem è atteso a Zagabria e poi a Empoli. L’allenatore brindava a Cuadrado terzino e Higuain mediano. Questione di schemi, di alluci, di smalto. Appunto.
Scritto da Il Martinello il 27 settembre 2016 alle ore 13:55
A me piace la innumerevole raccolta di caschi di banane che raccogliete in ogni finale.
Bello vedere sempre gli altri alzare la coppa.
Martinello, grazie ma pur essendo una persona molto coi piedi per terra per me la Champions sfugge a ogni logica e la somatizzo :-))
Fabrizio, effettivamente in alternativa ci sarebbero “Castle” su La1, !La loi de Simon” su RTS1 E Borussia-Real su RTS2, “Kassensturz” su SF1 e probabilmente il Borussia su SF2. Più tutti gli altri canali che riesci a vedere sia italiani che tedeschi. Insomma, hai l’imbarazzo della scelta.
#Fabriziononrompereicoglioni!
:-)))))))))
@Fabrizio : ma vuoi mettere il campionato svizzero con Zeman in confronto alla Champions?
X bit – Nessuno ti può promettere o assicurare la Champions per cui il tifoso farebbe bene a non illudersi e con ciò eviterebbe pure di prendersela in saccoccia, come dici tu.
D’altra parte in Europa si gioca (e vince per caso), mentre in serie A gli impedimenti alla Sassuolo e Carpi….vuoi mettere?!?…..
@Il Martinello : scusa ma secondo me dire che la Champions è un pretesto per le milanesi per raccontare di aver vinto qualcosa, vale come se loro dicessero che il campionato è un pretesto nostro per dire che abbiamo vinto qualcosa.
X Fabrizio – seguito mio precedente post. “La Champions non è una tragedia per chi la perde ma per chi non vi partecipa”. Ti piace?
certo, martinello, lo diceva anche moggi, la cosa migliore è il secondo posto (sarà per questo che abbiamo perso tutte quelle finali??) incassi un sacco e non paghi i premi ai calciatori. ma perchè in saccoccia ce la dobbiamo prendere solo noi tifosi?
X Fabrizio – Ormai sei diventato famoso perché “vivi male la Champions”. Vuoi un consiglio paterno? Fregatene della Champions come faccio io. Quella è un pretesto delle le milanesi per dire che hanno vinto qualcosa. Quello che conta è il campionato e la squadra bisogna farla proprio per vincere il campionato. E io sono incazzato non perché non abbiamo la squadra per la Champions me perché c’è il pericolo che non ci basterà nemmeno per vincere il campionato. P.S. Detto inter nos, ben venga la Champions se serve per far soldi ma per questo scopo non bisogna mica vincerla, anzi, se arrivi secondo è probabile che ti renda di più.