Nel giorno in cui Francesco Totti ha compiuto 40 anni, ricorrenza per la quale – come tutti voi – mi sono alzato in piedi e ho applaudito, il risultato di Dinamo-Juventus mi ha ricordato il «quattro, zitti e a casa» che proprio il capitano mimò sul grugno di Igor Tudor dopo un rotondo 4-0 che la Magica aveva inflitto a Madama.
Dunque: quattro come i gol di Pjanic, Higuain, Dybala (alleluja) e, ma sì, Dani Alves, uno che più sbaglia mira più segna. Zitti, perché non è proprio il caso di gonfiare il petto, anche se i topi d’archivio hanno già tirato fuori i due pareggi in Danimarca. E a casa, o meglio ancora: a Empoli, perché colà la Juventus giocherà domenica a pranzo (e verosimilmente troverà più filo spinato di quello riservatole dallo sterile Palermo e dall’acerba Dinamo).
Sono, queste, le classiche partite che spingono a pensare che in Europa non sia poi così diverso come scrivo da anni. Calma. La Juventus ha giocato con pazienza, tra gli sbadigli degli stessi Khedira e Hernanes. Benino Pjanic nel ruolo di mezzala, benino Higuain nei panni di Zorro (stop di petto, piatto sinistro), benino il «generoso» Dybala, aggettivo che gli attaccanti, dai tempi di Ciccio Graziani, non vorrebbero mai indossare.
La fase difensiva ha concesso una traversa (sull’1-0) e una mezza occasione: briciole in assoluto, un po’ di più in rapporto al livello degli avversari. Gli zero ammoniti la dicono lunga sulla temperatura ambientale (in campo, almeno). Ha giocato con pazienza, la Juventus, e la pazienza, per Arrigo Sacchi, significa intelligenza. E’ stata come un’operazione in anestesia locale, quando, tu paziente, non sai cosa sbirciare: se il bisturi che ogni tanto il chirurgo agita o, mezzo rinco, il cielo nella stanza.
Girotondi di Cuadrado, graffi di Pjaca, smorfie di Mandzukic. Lentamente, lentamente. E ancora tanti auguri, Pupone.
Higuain: “Vorrei che Dybala mi giocasse più vicino”.
Confidiamo che Barzagli recepirà .
I Lapoel(Kan) sta già mettendosi il tovagliolo per infiocchettare le pasticche nel ritorno, appena i giocatori smontano dal turno di guardia al muro del pianto, vanno a ridere allo stadio. Aaltonen reloaded.
A Lione comunque bisognerà assolutamente vincere, altrimenti rischiamo di andarci a giocare il primato se non il passaggio all’ultimo turno a Siviglia, come da tradizione.
Occhio che anche a Praga fanno dell’ottima birra.
Prego, contro la squadra del Bar di Sheva, che solitamente partecipa ai tornei amatoriali estivi con rivali come il Bagno Buffon di Marina di Carrara o la Pizzeria di Ciro Ferrara a Torino.
Giovedi, intanto l’imperdibile secondo episodio di “Una Serata Al Circo”, questa volta da Praga.
Bel col Lione
Adesso un nel pareggino vol Lione e lo sfizzero va di camicione di forza
Seguendo Dortmund vs Real , si capisce la differenza tra chi gioca a calcio ed i sabaudi.
Giocasse ancora Gentile, la champions sarebbe assicurata
Invece voi con i birrai…