E’ il sesto Natale in Clinica. Anche se le circostanze, le esigenze e il flusso di pazienti mi hanno spinto verso l’Ospedale di «Facebook», il primo amore non si scorda mai. Nacque di slancio, sulle ceneri di un periodo cinico e baro per salvare molti matrimoni e non pochi patrimoni. Fedeli nei secoli, noi dello staff paramedico (e para…), al detto che rovescia l’Italia dei Mattarellum e dei Porcellum: «Agli indulti preferisco gli insulti». Non sono mai stato preso così di parola. Buon segno: pazienti apatici e distratti non avrebbero afferrato il nesso.
Ha ragione, il gentile Fulvio, quando sostiene che i miei lettori saranno sì e no quattro: ma uno è lui, cribbio. La maggioranza dei degenti è juventina e, dunque, il primo pensiero va alle minoranze: ai gentili De Pasquale, 3, mike70, Il Romanista e mi scuso per quelli che ho dimenticato o citato due volte.
Negli anni c’è chi, malato, ha lasciato la struttura e chi, guarito, vi è entrato. Ci siamo adeguati anche a questo nuovo tipo di «sano immaginario»: il più pericoloso. C’è inoltre chi, non potendo divorziare dalla moglie, ha divorziato dal suo compagno di vaffa. Il giuramento su Ippocrate mi impedisce di fare nomi.
Adesso che Renzi non c’è più, e dopo che il celebre «quarto d’ora» di Andy Warhol ha sedotto persino Massimiliano Allegri, non resta che prendere atto di come e di quanto i confini del mondo in cui viviamo siano diventati sempre più sottili, sempre più subdoli, come certifica il record di salto di Paulo Dybala tra derby e Doha.
Per questo, e per molto altro, buon Natale a tutti voi e a tutti i vostri cari (compresi gli «undici» che non sempre coincidono). Buon Natale ai figli unici di mamma lontana. Buon Natale a risultatisti e a prestazionisti, nella speranza che un giorno possa avverarsi il sonetto di Dante: «Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento».
CLAMOROSO SU CALCIOPOLI,,,,​Ma la sentenza che ieri è stata depositata a Milano al termine di un processo per diffamazione costituisce una rivisitazione critica della fosca saga di Calciopoli, di cui la società nerazzurra si è sempre proclamata vittima principale: e che tanto vittima, secondo questa sentenza, non era.!!!!
Il processo aveva per imputato Luciano Moggi, già direttore generale bianconero, accusato numero uno dell’inchiesta della Procura di Napoli, e poi radiato dalla Federcalcio. Come parti civili c’erano i familiari di Giacinto Facchetti, terzino e capitano dell’Inter del primo Moratti, e presidente del club nell’ultima fase della presidenza di Moratti junior, ucciso da un tumore nel 2006. Moggi, nel corso di una intervista in tv, aveva avuto parole pesanti nei confronti di Facchetti, accusandolo in sostanza di avere anche lui chiesto e ottenuto trattamenti di riguardo negli arbitraggi delle partite interiste. Gli eredi di Facchetti avevano querelato Moggi. Il 15 luglio scorso, il giudice Oscar Magi, presidente della quarta sezione penale del tribunale milanese, aveva assolto Moggi «perchè il fatto non sussiste». Ieri, Magi deposita le motivazioni. E sono pugni sotto la linea di galleggiamento per l’immagine del club nerazzurro e del suo presidente scomparso.
Le telefonate tra Giacinto Facchetti e alcuni arbitri «costituiscono un elemento importante per qualificare una sorta di intervento di lobbing da parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale» e sono «significative di un rapporto di tipo amicale» e «preferenziale» con «vette non propriamente commendevoli», scrive il giudice Magi. Le accuse di Moggi a Facchetti, secondo la sentenza, «contenevano con certezza una buona veridicità ».
A convincere Magi del rapporto preferenziale tra Facchetti e gli arbitri sono le telefonate che l’inchiesta della Procura di Napoli aveva tralasciato, e che sono emerse solo negli anni successivi, soprattutto per iniziativa di «Big Luciano» e dei suoi consulenti; e che sono state riportate anche nell’aula del processo milanese. A partire dalla chiamata cruciale, quella che l’11 maggio 2005 il designatore arbitrale Paolo Bergamo effettua a Facchetti, e in cui i due sembrano accordarsi sulla scelta di Paolo Bertini per dirigere l’incontro di coppa Italia tra Cagliari e Inter. E Bergamo tranquillizza il presidente nerazzurro: «Non ti preoccupare, ha capito come si cammina: è un ragazzo intelligente, ha capito. Meglio tardi che mai».
Come è noto, il procuratore federale Stefano Palazzi nella sua relazione conclusiva su Calciopoli ebbe parole pesanti per il comportamento di Facchetti, spiegando che solo la prescrizione teneva l’ex capitano azzurro al riparo dal provvedimento disciplinare. E ieri la sentenza del giudice Magi si muove nel solco della relazione Palazzi, che cita esplicitamente. A portare all’assoluzione di Moggi, d’altronde, non sono state solo le telefonate ma anche alcune delle testimonianze sfilate in aula, come quella dello stesso Bertini, del suo collega Massimo De Santis, e dell’ex designatore dei guardialinee Gennaro Mazzei, anche lui intercettato al telefono con Facchetti che fa pressioni per la scelta degli assistenti per Inter-Juventus del novembre 2004, in un’altra conversazione
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per quel che vale sono sostanzialmente d’accordo con Fabrizio
il fatto di aver vinto 5 scudetti non può coprire definitivamente le castronerie in serie messe in atto da Draxler in avanti
Se il più affidabile ne fa 31 capiamo come siamo messi in prospettiva.
Ciao Franzo’….te ricordo che Marchisio a gennaio ne fa 31….
Nn so voi ma a me il dato di fatto, ad oggi, mi pare sia questo: abbiamo indebolito il centrocampo. Negli ultimi due anni, via Vidal e il Polpo, dentro Kedhira e Pjanic. E speriamo che Marchisio si conservi in salute. Nn menziono nemmeno Hernanes perché sparare sulla Croce Rossa é fin troppo facile.
beh, sono abbastanza d’accordo con fulvio. trovo che non abbia molto senso dire che è fortuna quando si fa un’operazione buona e cialtronaggine quando se ne fa una sbagliata. vero è anche che nel ricostruire un reparto nevralgico come il centrocampo è mancata una buona programmazione. però vedo tutte le operazioni fatte (e quindi anche le cessioni) in un contesto di progressiva crescita economica. siamo arrivati a fare operazioni che sembravano impossibili fino a qualche anno fa e, insomma, anche le cessioni importanti che abbiamo fatto sono servite a crescere e vanno inquadrate nel contesto di quel momento. poi è chiaro che si sono fatti anche errori, però partiamo anche dal presupposto che sono errori fatti in un contesto di vittorie sul campo e crescita sul piano economico. evidentemente abbiamo comunque sbagliato meno degli altri.
qui il problema e’ che Khedira deve giocare sempre, ormai questo e’ un fatto ASSODATO, diversamente…se Er Ricotta avesse le palle, il tedesco in panca, Pianic al centro con Sturaro o Rincon sul centro dx e Marchisio centro sx, poi davanti Cuadrado Higuain Dybala
e faccio due pronostici:
secondo me l’inter finirà (purtroppo) seconda, il milan sesto.
Continuo a leggere in giro, non tanto qui per la verità , di sti errori di Dybala nell’amichevole di Doha. Meglio lì che col Bologna, tanto per dire, e semmai l’errore, dal dischetto, più grave lo ha fatto il croato che ha sparato sopra la traversa il rigore del 2-0 che avrebbe probabilmente incanalato i risultato.
inorridisco al pensiero che si possa partorire un tridente con il croato in campo rinunciando a Pjanic o Dybala. Persino Pjaca e Cuadrello darebbero più qualità .
Il Croato, generosissimo lottatore, vede la porta come Gattuso e ha una qualità nel passaggio che ricorda il miglior Logozzo.
No, caro Juve 77.
Nel lavoro e negli affari la fortuna non esiste.
Quando sono venuti a mancare Gianni e subito dopo Umberto, qualcosa è successo, che con la fortuna non ha niente a che vedere, io lo chiamerei ricatto.
E noi ci siamo trovati con un direttore della Rinascente come presidente, un organizzatore di eventi come direttore, e il ragazzo delle fotocopie come manager. (Mi dispiace, sono anche amico di suo padre).
Tu la chiameresti sfortuna?
La rinascita ( non rinascente) della Juventus e’ iniziata nel 2010 proprio con quelli che abbiamo adesso, e la fortuna c’entra poco.
Si vede che qualcuno rimpiange quelli di prima.
Buon 2017 anche a te.
Fulvio.