Europa, Europa. Quell’idea che, come un’ombra, ci segue se la fuggiamo e ci fugge se la seguiamo. Lo sport l’ha unita prima, molto prima, di quanto non abbiano cercato di farlo la politica e l’economia, sua grande e invasiva supplente.
Fu un giornalista francese, Gabriel Hanot, a creare la Coppa dei Campioni, quel «torneo da bar» che oggi sta al calcio come la Nba al basket. I diritti televisivi ne hanno gonfiato il prestigio e i proventi. A esclusiva tutela della sua fama, e della sua fame, è stata cancellata la Coppa delle Coppe (nel 1999) e ricostruita chirurgicamente la Coppe Uefa, oggi Europa League.
Il rapporto con i campionati nazionali ha alzato l’adrenalina del confronto, in un moderno e rissoso adattamento della volpe e l’uva. Fabbricata per produrre scudetti, la Juventus faticò a captare il nuovo vento. Il suo primo scalpo risale addirittura al 1977 (Coppa Uefa), in netto ritardo sui safari delle milanesi e persino di Fiorentina e Roma, capaci di aggiudicarsi, già nel 1961, rispettivamente una Coppa delle Coppe e una Coppa delle Fiere.
Si lascia l’agio noioso del condominio e si abbandonano i divani delle fasi a gironi per buttarsi sui chiodi dell’eliminazione diretta. Quel misto di gerarchia e lotteria che tanto eccita. Real-Napoli è stato un arrembaggio salgariano, domani tocca a Porto-Juventus, il Porto del calcio campione d’Europa, tutto reticolati e baionette, e la Signora del quattro-due-Avanti Savoia, sbaciucchiata dalla brezza, infìda, del pronostico (55% a 45%).
Massimiliano Allegri pilotò in finale la Juventus nel 2015, contro i marziani del Barcellona. Ecco: i marziani non abitano più qui, o così almeno sembra dando un’occhiata in giro. E allora, coraggio. Con i gol «grassi» di Gonzalo Higuain e la lametta affilata di Paulo Dybala, che persino quell’«incompetente» di Marcello Lippi ha paragonato a Omar Sivori.
Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, ha commentato su Libero le rumorose dichiarazioni dell’ex procuratore federale Carlo Porceddu in merito a Calciopoli (“Revocare lo scudetto del 2005/2006 alla Juventus e assegnarlo all’Inter fu un errore gravissimo”): “Piccola postilla. Il significato di “rimorso” e “pentimento” si ritrova nelle parole di chi non ha detto prima quello che poi ha rivelato in questi giorni, cioè Carlo Porceddu, ex Procuratore Figc. Riferisce all’Unione Sarda che cinque amici di Guido Rossi (di cui uno che aveva fatto parte del cda dell’Inter) avevano preso in mano la situazione di Calciopoli e «fu un errore gravissimo» assegnare all’Inter lo scudetto 2005/06. Tutto il contrario di quello che fece il giudice sportivo del settore giovanile di allora, l’avvocato Giuseppe Benedetto. Appena saputo di quanto stava accadendo intorno alla Juve, andò da Guido Rossi per avvisarlo: «Io la sera voglio andare a letto con la coscienza pulita». E dette le dimissioni”.
Per “noi” intende “noi e Gagg”?
Scritto da Massimo Franzo’, l’ultimo dei contigiani il 21 febbraio 2017 alle ore 13:58
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…un po’ come la nota barzelletta di qualche anno fa: “io e il mio amico Mike Tyson meniamo tutti”.
la differenza sta anche nel fuorigioco kilometrico di Milito………
Sivori, Sivori….. altri tempi.
GASPERINI: VOGLIO L’EUROPA LEAGUE, lottiamo alla pari con LAZIO e INTER le nostre rivali……
minchia come sono ridotti male……
Toh chi si rivede, a quanto pare tolti i punti dal culo l’intermerdanazionale dopo due settimane è uscito dall’ospedale, non oso immaginare il dolore provato dal suo lurido culo squarciato da missile di Cuadrado e che danni irreversibili abbia lasciato.
Scritto da gian-carlo giappogobbo ecc. il 21 febbraio 2017 alle ore 11:29
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Meglio l'autogestione che il bo…scemo.
Partecipate più “nulla” che “poco”. Giusto per la precisione.
Mike70, stia seduto a quattro zampe. Noi le Champions le vinciamo, anche se ultimamente partecipiamo poco e nulla, ma è questione di poco ormai. Voialtri vi vantate delle finali raggiunte. Scoprire la differenza.
Scritto da L’internazionale il 21 febbraio 2017 alle ore 13:01
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Per “noi” intende “noi e Gagg”?
Bit: esatto, e io vedo un po’ troppa euforia, montata dai media certo, ma anche in certe interviste un po’ allegre o autocelebrative, che non mi piace. Concentrati sul pezzo, che il Porto sarà dolce ma non é mai facile da digerire.
A me invece Dybala, nelle movenze e naturalmente nel sinistro, ricorda proprio Omar Sivori, per lo meno per quanto ho potuto vedere nei filmati dal momento che allora non c’ero ancora.
Che poi possa diventare la stella mondiale che lui e Michel furono, e che possa esserlo nella Juventus così da farne la storia, é tutto da dimostrare. Ma le premesse ci sono.