Con un Bonucci in meno ma un uomo in più fin dal 26’: anche per questo ci andrei piano con la «vittoria» di Allegri. Bravo, se mai, ad azzeccare i cambi: hanno segnato proprio loro, Pjaca e Dani Alves.
Già in parità numerica, il Porto aveva scelto di aspettare gli avversari, figuriamoci dopo. I due gialli di Telles, corretti, valgono quelli di Vazquez a Siviglia. Gli andalusi, che stavano vincendo, finirono per perdere. E il gol della svolta lo realizzò proprio Bonucci.
E’ la quarta vittoria esterna di fila in Europa. Non si tratta di ridimensionarne la portata. Si tratta, più semplicemente, di pesarla. La Juventus ha impiegato 74 minuti per sbloccare il risultato. Fin lì, un palo di Dybala, altalenante, un tiro di Higuain, accerchiato, la regia «bassa» di Pjanic, la polvere di Mandzukic, i tocchi fuori misura di Cuadrado, un gol del piccolo Sivori sul filo del filo del fuorigioco, le incursioni di Khedira. Era un dominio lento, orizzontale, che sfiorava la noia. Probabilmente, anche un calcolo: sfiancarli, per poi colpirli.
Non sembrava nemmeno una partita di calcio: sembrava una partita di pallanuoto, con il Porto chiuso a difesa di Casillas e i rivali che lo intontivano di passaggi laterali. Rispetto al rock di Manchester City-Monaco, un liscio tra una coppia costretta a ballare per motivi di emergenza e convenienza.
Era il debutto internazionale del quattro-due-Avanti Savoia: servono verifiche più probanti. Non tanto perché questa non lo fosse, quanto perché il raptus di Telles l’ha spogliata di molte trappole.
Tra i dettagli, occhio al gol di Pjaca: pesa quintali, sul piano del morale. Il croato veniva da scorci anonimi, sembrava una gioielleria chiusa. Per un attimo, l’ha aperta.
tutti meno lui, ha una vista intermittente
Oggi nella conferenza stampa della merdazzurrese si assistito al pianto preventivo di Pioli su rigori a favore della Roma.
Il coglione ha atteso lo scontro diretto per dire una cosa che in Italia lo sanno tutti.
Tanto non rimarra’ a lungo.
Ecco chi è Paulo Dybala
Intervenuto alla trasmissione Casa Minutella, il difensore del Palermo Roberto Vitiello ha parlato di Paulo Dybala. Elogi per l’ex compagno: “Cosa ho detto a Paulo Dybala la settimana scorsa? E’ un ragazzo umile, non se la tira assolutamente. E’ lo stesso Dybala che ho conosciuto a Palermo. Ci siamo salutati nel sottopassaggio, non abbiamo parlato solo di calcio, ma del più e del meno. La sua maglia? No, non gliel’ho chiesta. Anche perché già ce l’avevo. Quando si trasferì alla Juventus, Dybala spedì un pacco in cui ha messo tutte le maglie dei suoi primi allenamenti alla Juventus. Quelle maglie erano per me, per i giocatori del Palermo e per gli addetti ai lavori, i magazzinieri, etc… Eravamo tutti contenti”.
Da unfairplay.it
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L’iter per la costruzione dello stadio della Roma è stato più lungo e tortuoso di quello per un suo Scudetto.
Ripercorriamolo seguendo le sue tappe principali
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Marzo 1962
All’età di 4 anni, il piccolo bostoniano James Joseph Pallotta Jr. riceve come regalo di compleanno una confezione di Lego, con cui costruisce uno stadio in miniatura, che a suo dire sorge nella fittizia località di “Tower of Valley”.
Dicembre 2012
Il sito di Tor di Valle viene scelto tra 80 possibili alternative: “Lì nessuno dovrebbe romperci i coglioni”.
Tra i siti scartati, molti erano di proprietà del noto palazzinaro Caltagirone, che la prende comunque bene, facendosi tatuare Di Canio sul petto.
Gennaio 2013
La stampa si divide tra giornali favorevoli al progetto e Il Messaggero di Caltagirone.
Aprile 2013
Viene completato il progetto preliminare. Ma ci si accorge che i fogli utilizzati per i disegni non sono a norma.
Giugno 2013
Chiude l’ippodromo. L’architetto aggiunge al progetto una macelleria equina.
Dicembre 2013
Il progetto viene presentato al sindaco Marino, che dà un primo parere positivo a patto che ci sia un parcheggio per la sua Panda.
Agosto 2014
La Regione chiede di spostare lo svincolo della Roma-Fiumicino. O in alternativa di spostare Roma e Fiumicino.
Ottobre 2014
Per la super commissione del Campidoglio, sullo stadio della Roma c’è l’interesse pubblico: “Vediamo quanto riusciamo a spremere ‘sti americani”.
Aprile 2015
I comitati di quartiere protestano contro l’abbattimento dell’ippodromo: “Dove porteremo a cagare i nostri cani?”
Settembre 2015
Vengono sollevati dubbi a causa del rischio esondazione nella zona dello stadio. L’architetto propone salvagenti sotto i seggiolini.
Luglio 2016
Il neo sindaco Raggi mostra le prime perplessità sul progetto stadio: “Dovreste chiedere al sindaco”.
Novembre 2016
L’assessore Berdini si oppone fermamente alla costruzione dei 3 grattacieli, dicendosi favorevole a distribuire il cemento in 347 villette.
Dicembre 2016
Il sindaco Raggi ribadisce che lo stadio si farà nel rispetto delle regole, quindi la Roma abbandona l’idea di avere un campo di casa lungo 320 metri e largo 240.
Gennaio 2017
Si tratta per la riduzione delle parti più imponenti: abbassamento di due grattacieli o cessione di Strootman.
Gennaio 2017
Nasce l’hashtag #famostostadio in risposta a quello dei sostenitori del No: #stadiodimettiti.
Febbraio 2017
La Sovrintendenza blocca tutto perché preoccupata da dubbi e problematiche sollevate da un solerte e attento cittadino: Francesco Gaetano Caltagirone.
Giugno 2017
Si fermano i lavori: durante un primo scavo viene ritrovato un prezioso reperto dell’antica Roma: una maglietta di Totti.
Settembre 2017
Lotito chiede di poter costruire il nuovo stadio della Lazio al posto del Colosseo.
Ottobre 2017
Il nuovo stadio della Lazio è pronto.
Dicembre 2017
Per avere il via libera dai 5 Stelle, la Roma cerca di apportare gli ultimi ritocchi al progetto, soprattutto alla curva Beppe Grillo.
Agosto 2019
Rinuncia definitiva alla costruzione dello Stadio. L’intera area sorge su un antico cimitero laziale.
domani per la ragione dovrei tifare i fozza-cartoon, ma proprio non ce la faccio per la nausea, un pari salverebbe capra e cavoli
stasera persino il turista correva, se continua così dovrò cambiargli l’appellativo
Va bene così.
E intanto Napoli #gameover.
+12 sul napoli
chissà che domani non si allontani anche la rometta….
Io non sono Allegriano però credo che la lezione a Bonucci sia servita, nessuna minchiata, cosa che spesso e volentieri nei novanta minuti ne fa due o tre a partita.