Se da un primo tempo così ricavi la miseria di un gol e perdi Dybala, è possibile che la Nemesi qualche pensierino lo faccia. Soprattutto se ti chiami Juventus. Ma era una Nemesi distratta, persino sullo «svenimento» di Dani Alves, alla fine, e così Sampdoria zero Juventus uno. Di grande, il risultato: grandissimo. Sul resto, si tratta.
Veniva da sette partite utili, la Samp, e Giampaolo è un signor allenatore. Predilige le vie centrali e, per questo, sacrifica le fasce. Fasce che Dani Alves e Cuadrado a destra e Asamoah a sinistra avevano governato con perizia.
Bello il gol (cross di Asamoah, testa di Cuadrado), clamorosa la «parata» di Higuain sulla pallottola di Mandzukic, cruciali i riflessi di Puggioni sul Pipita (due volte). Per 25’ solo Juventus. Per la Samp, solo Quagliarella. All’uscita di Dybala si è spenta la luce, anche se poi sono bastate le torce. Pjaca è un altro giocatore, e tra le linee ci azzecca poco.
Il primo tempo della partita mi ha ricordato Juventus-Milan: polvere da sparo contro polvere. Alla ripresa, Allegri non aveva più jolly da giocarsi, Giampaolo uno: Schick. L’ha messo, si è infortunato, è uscito.
Piano piano, e Pjanic Pjanic, la Juventus si è ritirata sotto la tenda. Il mister, lui, si è coperto: via Cuadrado e dentro Lemina, via Higuain (che non segna, in campionato, da quattro gare ) e dentro Lichtsteiner. Messaggi chiari. Quagliarella avrebbe avuto bisogno del miglior Muriel e non della sua ombra. I doriani hanno cincischiato al limite dell’area, il catenaccione di Allegri, furibondo con tutti tranne uno (se stesso), ha tenuto botta.
Dopo la sosta, Napoli e ancora Napoli in coppa. Gli scudetti passano anche per vittorie come questa di Marassi, certo. Ma non i Barcellona.
Domenica, 19 Marzo. 22 amici, alcuni nuovi, altri di sempre. Tutti legati dalla sola passione per la Juventus. Ragazzi campani, da vari angoli della stessa, ognuno con la propria vita, il proprio onesto lavoro.
Il viaggio era cominciato alle 5:30; alcune tappe per recuperare tutti e partire. La mattinata scorre tranquilla, fino alle 10:30. Poco prima ci siamo fermati in un autogrill nei pressi di Arezzo, per rifocillarci. Caffè, cornetto e siamo ripartiti.
Dopo alcuni chilometri, un’auto scura ci supera ed inveisce contro di noi. Contemporaneamente una 500L bianca si mette davanti, accende le 4 frecce e rallenta. Di fianco un van grigio apre la porta laterale scorrevole dalla quale sporgono 2/3 persone con sassi e spranghe e bottiglie. Cominciano tentativi per speronare il nostro bus, lanciano sassi e bottiglie sui vetri. Con una mazza spaccano un vetro esterno. E cominciano a colpire il vetro antiproiettile interno. Terrore e spavento ci colgono di sorpresa. Questa follia è tutta a 100 all’ora, in piena autostrada.
Arriva anche un’altra auto scura. Che con la 500 ci spinge verso la corsia di emergenza. Il van è sempre di fianco con i coltelli che sembrano tintinnare ai vetri mentre il vetro danneggiato continua a reggere i colpi delle mazze.
Intanto abbiamo già chiamato la polizia. Cerchiamo di capire che auto sono e memorizzare le targhe. Le comunichiamo alla polizia. Nel frattempo ci hanno bloccati, scendono dalle auto in autostrada e si dirigono verso il bus. Vedo degli energumeni venirci incontro per assaltare il nostro mezzo armati.
Le nostre uniche “armi” invece sono bottigliette di acqua e Coca-Cola, panini, biscotti e frittata di maccheroni.
Siamo ormai fermi e quasi completamente accerchiati: con cinture, mazze e altro colpiscono il nostro mezzo, ma l’autista per fortuna con sangue freddo e maestria fa retromarcia, guadagna qualche metro e si infila tra le auto ed il van.
Ricominciamo la corsa ma loro continuano ad inseguirci fino all’uscita di Firenze Scandicci, dove dovremmo uscire anche noi, ma chiediamo all’autista di proseguire in attesa che arrivino le Forze dell’Ordine.
Quei criminali per fortuna ci mollano.
Noi continuiamo la fuga in autostrada. Arriviamo praticamente a Barberino del Mugello, la polizia ancora al telefono conferma che alla stazione di servizio Aglio c’è una loro pattuglia. Arriviamo, ci sono per davvero: manca una manciata di minuti alle 11:00.
Venti minuti di terrore allo stato puro. Fossero entrati nel bus, ci avrebbero ridotto a brandelli. L’abbiamo scampata per poco.
Arrivano poco dopo altre volanti. Nell’aria si respira una tensione che ora comincia a fare spazio alle considerazioni sull’assurdo che è successo. Anche noi stentiamo a credere a quello che abbiamo appena vissuto. I poliziotti raccolgono sommarie informazioni, si sentono coi colleghi, chiedono conferma più volte delle targhe.
Dopo oltre un’ora riprendiamo il viaggio verso Genova. Via Bologna, Parma, La Spezia: chilometri e chilometri in più.
Alle 15:55 siamo allo stadio. In tempo per la seconda frazione di gioco. Cuadrado l’ha già messa dentro mentre noi ancora vagavamo per l’Appennino. Nonostante la follia, nonostante il terrore, nonostante il crimine subito, perché il nostro calcio è passione e sentimento dovevamo arrivare a Marassi anche per cantare una sola canzone, per vedere anche solo un corner. Quelli incontrati sono solo criminali, che nulla hanno a che fare con questo sport così meraviglioso. Questa gente è completamente diversa da me e dai miei amici su quel bus, sportivamente s’intende.
Io amo la mia squadra, non odio la loro.
Loro augurano la morte alla mia, io al massimo la retrocessione.
Io mi diverto soltanto, perché questo è il significato del gioco. E, come ogni gioco, finisce. L’unica forma di rivalità è l’ironia, perché c’è sempre una nuova partita da giocare. Da vincere o da perdere. Noi siamo fortunati, la Signora ci ha abituati bene e la nuova partita da giocare è solo una nuova partita da vincere sul campo da calcio, non la partita dell’ennesima follia.
M.
http://www.juventibus.com/difendiamo-la-citta-striscione/
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Da notare il giornalista Varriale che, lavorando per la TV pubblica è sicuramente al di sopra delle parti. Di specchiata sportività, di analisi scevra da tifo, da assoluta imparzialità, di giudizi fondati solo e solamente su fatti incontrovertibili e riscontrati. Il presidente de laurentiis e il sindaco de magistris sono, parimenti, sportivi e riconoscono sempre che quando la squadra per la quale tifano vince, essa è meritevole della vittoria. Altrettanto parimenti è noto al colto e all’inclita che quando il Napoli perde riconoscono perchè ha meritato di perdere.
Capisco che questo modulo ha portato 10 o 12 vittorie consecutive ma ha un grosso difetto: non esistono ricambi dalla metà campo in su.
Scritto da alèmichel il 20 marzo 2017 alle ore 15:39
Beh, dipende, è chiaro che se schieri
Cuadrado Dybala Mandzukic
Higuain
le uniche possibilità di sostituzione sono:
D.Alves Pjanic Pjaca
Kean
Ma se fai riposare Marione in panca per qualche gara facendo giocare Pjaca nel suo ruolo, il cambio per il GGG lo potrebbe fare lui.
Scritto da Robertson il 20 marzo 2017 alle ore 16:39
non solo: passi (entro certi limiti) l’incontinenza verbale in campo: ma quel “ragazzotto” in conferenza stampa NON ESISTE!
Scritto da alèmichel il 20 marzo 2017 alle ore 15:39
Mi sembra sia diventato incontinente verbale. Uno che fa cosi ha preso una decisione, bene da un lato (ognuno per la sua, amici come prima). Qualcuno però dovrebbe anche fargli notare che sino a che il 27 del mese gli arriva uno stipendio ha il dovere di comportarsi decentemente. tre indizi (doha, bonucci e questa) fanno una prova. Anche l’annotazione sibillina del primario da da pensare…
In verità i pedofili suini, in materia di polemiche, frequentando Torino hanno imparato a diventare dei gran pompieri:
prima l’estintore di Cuadrado ‘ntogulo
poi l’altro giorno Acquah sul fuoco.
In merito alla sfuriata di Allegri di ieri pomeriggio mi sembra oramai chiaro che possibilità che il livornese rimanga a Torino sono veramente ridotte al lumicino.
Capisco l’errore di Rugani ma la reazione mi para spropositata: voglio vedere se avrebbe reagito allo stesso modo fosse stato marione a non buttare fuori la palla!!!
Se non si fida (e a ragione) di Pijaca che senso ha mandarlo in campo al posto di Dybala, bastava spostare Pjanic più avanti e inserire Rincon e l’assetto tattico non veniva modificato.
Capisco che questo modulo ha portato 10 o 12 vittorie consecutive ma ha un grosso difetto: non esistono ricambi dalla metà campo in su.
De Pasquale, mi toglie una curiosità: ma che gusto ci prova a venire qui ogni giorno sparare una minchiata e iniziare un’infima battaglia di insulti?
Se magari scrivesse cose sensate si potrebbe anche pensare di guardare le cosa da un altro punto di vista. Così viene veramente solo la voglia di insultarla.
Oltre al gioco spumeggiante ci vorrebbe un arbitro che ci desse un paio di gol in fuorigioco, qualche rigore e possibilmente annullare dei gol validi agli avversari.
Vai a brucare l’erba della pinetina capra!
Coraggio Fabrizio.
Ancora un po’ e si potra’ arrampicare sul Caval d Brons.
Per pulirlo, pero’