Se da un primo tempo così ricavi la miseria di un gol e perdi Dybala, è possibile che la Nemesi qualche pensierino lo faccia. Soprattutto se ti chiami Juventus. Ma era una Nemesi distratta, persino sullo «svenimento» di Dani Alves, alla fine, e così Sampdoria zero Juventus uno. Di grande, il risultato: grandissimo. Sul resto, si tratta.
Veniva da sette partite utili, la Samp, e Giampaolo è un signor allenatore. Predilige le vie centrali e, per questo, sacrifica le fasce. Fasce che Dani Alves e Cuadrado a destra e Asamoah a sinistra avevano governato con perizia.
Bello il gol (cross di Asamoah, testa di Cuadrado), clamorosa la «parata» di Higuain sulla pallottola di Mandzukic, cruciali i riflessi di Puggioni sul Pipita (due volte). Per 25’ solo Juventus. Per la Samp, solo Quagliarella. All’uscita di Dybala si è spenta la luce, anche se poi sono bastate le torce. Pjaca è un altro giocatore, e tra le linee ci azzecca poco.
Il primo tempo della partita mi ha ricordato Juventus-Milan: polvere da sparo contro polvere. Alla ripresa, Allegri non aveva più jolly da giocarsi, Giampaolo uno: Schick. L’ha messo, si è infortunato, è uscito.
Piano piano, e Pjanic Pjanic, la Juventus si è ritirata sotto la tenda. Il mister, lui, si è coperto: via Cuadrado e dentro Lemina, via Higuain (che non segna, in campionato, da quattro gare ) e dentro Lichtsteiner. Messaggi chiari. Quagliarella avrebbe avuto bisogno del miglior Muriel e non della sua ombra. I doriani hanno cincischiato al limite dell’area, il catenaccione di Allegri, furibondo con tutti tranne uno (se stesso), ha tenuto botta.
Dopo la sosta, Napoli e ancora Napoli in coppa. Gli scudetti passano anche per vittorie come questa di Marassi, certo. Ma non i Barcellona.
La soluzione del giallo delle intercettazioni che, secondo la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, inguaierebbero la Juve e il suo presidente, Andrea Agnelli, sta in una delle 50mila pagine dell’inchiesta “Alto Piemonte”. E per la precisione nel testo trascritto dagli inquirenti di una chiamata che il 5 agosto 2016 Alessandro D’Angelo, security manager del club e amico del presidente, fa con l’ex direttore marketing, Francesco Calvo. Sarebbero in questa telefonata — ascoltata dalla squadra mobile di Torino — le frasi, riportate dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro nell’audizione davanti all’Antimafia, «hanno arrestato due fratelli di Rocco (Dominello, figlio del boss di ‘ndrangheta per cui ieri si è tenuta l’udienza preliminare del processo dove è accusato di associazione mafiosa ndr). Lui è incensurato, abbiamo sempre parlato solo con lui». Parole dette da due tesserati bianconeri, testimoni nel processo penale e invece deferiti in quello sportivo come il loro presidente. A pronunciarle però non solo non è Agnelli, ma lui nemmeno le ascolta. E arrivano un mese dopo che l’uomo è stato arrestato in un’operazione antimafia e tutti, compresi i dirigenti juventini, hanno scoperto la natura di quello che pensavano essere “solo” il leader dei Drughi del Canavese. Una cosa che invece Agnelli dovrà chiarire, sia in Antimafia sia durante il processo sportivo, è se il suo più stretto collaboratore l’avesse informato delle ricerche “Google” che aveva fatto sul conto del padre di Rocco, Saverio Dominello, condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso e ieri di nuovo alla sbarra insieme al figlio. In un interrogatorio di agosto, incalzato dai pm Toso e Abbatecola, D’Angelo conferma di aver cercato sul web chi fossero i Dominello e di aver trovato notizie sulle indagini e le condanne di Saverio, ma che invece lui — come altri nell’ambiente bianconero — erano convinti che Rocco nulla avesse a che fare con i traffici criminali di famiglia. I legali della famiglia Dominello – Chiesa, Putrino e Del Sorbo – ieri all’uscita dall’udienza preliminare per il processo penale in corso a Torino hanno confermato gli incontri tra Rocco e il presidente bianconero: «Il nostro assistito ha più volte incontrato Agnelli “anche a tu per tu” alla sola presenza di D’Angelo in alcuni casi e con altri tifosi in altri: incontri “alla luce del sole” per organizzare la rivendita dei biglietti. Quando però Agnelli dice che non ha incontrato mai dei boss dice il vero, perché Rocco non è un boss». Potrebbe così rafforzarsi la tesi della procura federale che punta all’inibizione di Agnelli dalla carica di presidente.
Nel 2000 Zoff agli Europei, con il Capitano che ci stava trascinando azzoppato da Hai.
Quella del 2006 di marcello con buffon zambrotta camoranesi pirlo cannavaro iaquinta e delpiero no?
E ci metto anche gattuso,uno che ci ha sempre portato rispetto.
@Salvo e Leo.
Sono profondamente legato quasi con sacralità alla nazionale del mundial ’82. Se non fosse stato per quei due cessi di Ferri e Zenga avrei conservato un debole anche per quella delle notti magiche.
Tutte le altre se la possono andare a prendere n’der culo (gentile)…
Clamoroso colpo di scena da parte della procura federale .
Dopo una solenne supercazzola per il mancato ritrovamento della intercettazione Agnelli/D’Angelo la procura si giustifica dicendo che in realtà intendevano Calvo/D’Angelo .
Il problema è che non si trova neppure quella .
http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/il-posticipo-viking-juve-cosa-sta-succedendo-nella-curva-bianconera-363440
Il Martinelo, ho fatto solo copia e incolla da tuttojuve, non saprei spiegarti.
L’on. Bindi é ricordata soprattutto per la frase più celebre di Vittorio Sgarbi:
“É più bella che intelligente”.
X Salvadore – Ciao. Mi potresti spiegare cosa c’ entra l’ANAC con il calcio? Ad essere pignoli si potrebbe ipotizzare un certo interesse per i contratti d’affitto degli stadi fra enti pubblici (come i comuni) e società di calcio. Ma da questo punto di vista lo JStadium è della Juve e quindi non c’è nessun contratto d’affitto.
Non sono affatto certo che Del Piero abbia ricattato la Juve,comunque alla Juve ha dato tanto!