Seconda finale in tre anni, la nona assoluta tra Coppa dei Campioni e Champions. Non è mai troppo Tardiff per riconoscere i meriti della Juventus (società, squadra) e di Allegri. Di quest’ultimo, soprattutto. Il cambio di modulo tra Fiorentina e Lazio fu decisivo. Non cambiò tutti, il tecnico: cambiò tutto.
Restava il Monaco, già battuto all’andata lungo l’asse Dani Alves-Higuain. Questa volta ha risolto l’asse Dani Alves-Mandzukic. Il brasiliano «chiude» le semifinali con tre assist e una volée d’alta scuola. Per un intero girone sembrava un turista. A Marassi, contro il Genoa, si ruppe un perone. Il profumo di Champions l’ha rigenerato. Potrebbe giocare mezzala, non solo ala.
Per settanta minuti, Juventus brillante e sciupona: saranno state almeno cinque le palle gol sprecate o salvate da Subasic. Il Monaco era partito benino, salvo allungarsi troppo e cedere porzioni esagerate di territorio. Il gol di Mbappé appartiene al pisolo che persino Omero, «quandoquidem», si concedeva.
Su tutti, Dani Alves e Mandzukic (occhio ai gomiti, però), poi Bonucci e Chiellini. Molto si è adontato, Higuain, per una «passeggiatina» di Glik, da prova tv, che avrebbe meritato il rosso. I derby non finiscono mai. In generale, salvo quell’inizio un po’ così e quel finale un po’ cosà, un altro pugno sul tavolo.
Ricapitolando: finalista di Champions (il 3 giugno), a un punto dal sesto scudetto consecutivo (domenica a Roma), finalista di Coppa Italia (mercoledì prossimo con la Lazio). Con il Real al Millennium stadium sarà un’altra storia, l’unica che rimarrà nella memoria, ma intanto Madama si gode il merito e il privilegio di esserci. E dal momento che, almeno per me, questa era e rimane meno forte di quella di Berlino – a centrocampo, in particolare – aver azzerato il gap tra pratiche domestiche e impegni esteri non sarà un’impresa ma rende l’idea: in Europa non è più diverso.
Scritto da mike70 il 10 maggio 2017 alle ore 16:40
dai, O’Rey è una sicurezza, di solito….
Avete rotto con questa scaramanzia,l’altra e le altre finali a cosa è servita la vostra scaramanzia?Ve lo dico io a che cosa e’ servita:a un cazzo!Io sono convinto di vincere e lo dico senza problemi:VINCEREMO!Per Ribio,il gufo/culattone londinese/calabro possiede una stampante in 3D,mandagli una foto del tuo uccello in formato PDF lui provvederà a stamparla e ti farà una pompa on line!Dopo finito pisciagli in bocca!!
Hanno fatto uscire Simoni dall’armadio, e non c’é neanche Juve-Inda!
Roberto Pruzzo (Radio Radio Mattino 104.5): “La Roma aspetta questa partita con la speranza di rimandare la festa scudetto della Juve, dovrebbero vincerla per dare almeno una soddisfazione ai tifosi giallorossi. Il Torino può fermare il Napoli, confido nel ‘gallo’ Belotti”.
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Scudo preso e Napoli secondo!!!!
Eccolo
https://www.tuttomercatoweb.com/altre-notizie/pruzzo-aeoejuve-la-finale-era-un-obiettivo-contro-il-real-non-sara-facileae-969679
:-))))
Il ragionamento mi porterebbe a concordare con il mio quasi omonimo, ma ritengo che la scaramanzia DEBBA essere tenuta in considerazione, dato che si ha a che fare con la maledetta dalle grandi orecchie.
E comunque, testa a Roma, un pareggino tranquillo e poi passiamo ad altro.
Ma O’Rey di Crocefieschi non si è ancora fatto sentire?
Trump licenzia il direttore dell’Fbi. Al suo posto il direttore dell’Fbi Primavera. (Spinoza)
cribbio, l’essere invidioso perchè non capisci un cazzo di calcio è la cosa più ridicola che abbia mai visto.
Ce ne sono altri di coglioni come te che hanno la stessa malattia, ma ti devi fare una ragione del fatto che IO SONO IO E TU NON SEI UN CAZZO (quasi cit.).
Anzi,…a dire il vero sei UNA TESTOLINA DI CAZZO, che per la tua mediocrità è un gran successo.
Dà una grandissima soddisfazione che un quaquaraqua demente come cribbio, malgrado abbia pomposamente annunciato la sua uscita (via tubi) da questo blog, non possa fare a meno di spiare quotidianamente quello che scrive qui…probabilmente per copiarsi qualche concetto e battuta per poter andare a rivendersele in qualche altro sito di gobbi, magari lobotomizzati come lui.
Sono soddisfazioni ometto…ed ora flush! Giù per i tubi come la merda.
Giancarlo, fosse mai che sei tu a portare sfiga? (scherzo)
Stavolta la alziamo
di Ezio Maletto
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Onore e tante, tante lodi a questa Juventus che si è riposizionata nell’alveo dell’Europa che conta. «Non conta niente arrivare in finale. L’obiettivo è vincere» ha dichiarato, e con ragione, Buffon; un’affermazione intrisa di tanti significati: la sconfessione di quanti, da Berlino in poi, hanno considerato l’approdo all’ultimo atto come un trofeo; la puntualizzazione di una filosofia bianconera per la quale il secondo posto posto, pur eclatante in termini di successo economico, è un fallimento sportivo; la legittima, covidosa ambizione, sua, e di chi ha dovuto calcare i campi della serieB a causa di una truffa epocale, di nobilitare un percorso professionale straordinario con il trofeo più ambito.
Sia chiaro a tutti: questa coppa deve essere vinta e lo sarà. Per debellare una tradizione che ingiustamente ombreggia un blasone prossimo alla leggenda, per riallineare (purtroppo parzialmente, e si sa bene il perché…) questa Newventus a quella che fu e non per coronare un ciclo di vittorie domestiche con lo scettro di Regina extra-peninsulare, ma per aprirne uno nuovo all’interno del quale, in ogni stagione agonistica che Eupalla scandirà, Madama sia tra le candidate principali al governo calcistico del Vecchio Continente.
Onore e tante, tante lodi a questo gruppo di giocatori e alla Società, capaci di compattarsi e porre rimedio a uno stato dell’arte che fra Doha e Firenze aveva sostanzialmente esautorato il gestore del patrimonio tecnico, consapevolizzando la necessità di un diverso abito tattico, peraltro propugnato dalla critica già all’alba della morente stagione. La creatura nata dalle ceneri dell’Artemio Franchi ha valorizzato la tecnica e lo spirito di sacrificio di giocatori intelligenti, che hanno saputo ergersi a blocco monolitico e, dall’alto di motivazioni al calor bianco, estrarre dal proprio bagaglio quanto di meglio potesse offrire uno schieramento obbligato, ma anomalo, giacché comprensivo di un centrattacco riadattato a terzino/ala/mediano, di due centrocampisti rigorosamente “monopasso” e, talvolta, di due esterni bassi sulla corsia opposta.
Una soluzione diventata inscalfibile e refrattaria pure a qualsivoglia estemporanea genialata del preposto a coadiuvarne le mosse.
Onore e tante, tante lodi, per le prestazioni che Dani Alves ha sfoggiato da febbraio in poi. Ha fatto ricredere quanti, e tra essi lo scriba, ritenevano fosse venuto in Italia per intonare il suo canto del cigno al ritmo di uno spensierato turismo, ma non gli sono dovute scuse, anzi, l’aver dimostrato di poter ancora essere, magari non a tempo pieno, l’esterno basso più forte del pianeta, dovrebbe indurre lui a chieder venia per le vergognose prestazioni inscenate nei primi mesi della sua avventura juventina, che non possono né devono essere dimenticate, bensì finalizzate alla ricerca di una vera, giovane alternativa per quella zona del campo.
Onore e tante, tante lodi, da trasmutare in copiosa mietitura di trofei che arricchiscano il già ridondante J-Museum, perché i complimenti sono considerati vittorie solo al di sotto del cinquantaduesimo parallelo e, al riguardo, i prossimi sette giorni saranno catartici.
La sensazione, netta, è che la maggior bramosia di conquista della Vieille Dame farà arrossire le grandi orecchie del Graal bullonato con una prestazione indimenticabile, ma ora, massima allerta per le immediatezze; Cardiff è ancora lontana, mentre l’imperativo di arrivarci con nuove, freschissime medaglie sul petto, quanto mai attuale. Siano appuntate, poi ci si penserà, con lo spirito, stavolta appropriato, di chi considera la tappa gallese un punto di partenza.
Augh!