Il sesto scudetto consecutivo, 33° in assoluto, isola la Juventus in cima alla storia. E’ arrivato alla penultima, come il primo di Conte, quando le gerarchie erano ancora confuse e la zavorra di Calciopoli ancora invasiva (due settimi posti). Tre sono di Antonio, l’uomo della svolta, e tre di Massimiliano Allegri, l’uomo della continuità e delle due finali di Champions, mai dimenticarlo, mai trascurarlo.
Mandzukic, Dybala e Alex Sandro hanno firmato il 3-0 al Crotone. Mercoledì era arrivata la terza Coppa Italia di fila. Il 3 giugno, a Cardiff, potrebbe aggiungersi l’Europa, sempre che si sappia andare oltre il Real. Non sarà facile, ma sarà bello provarci.
E’ lo scudetto della società , naturalmente: di Agnelli, Marotta, Paratici e Nedved, abili nel ritoccare la rosa negli anni senza incrinare l’equilibrio dei reparti e la forza complessiva. In principio fu Pirlo, e il centrocampo. Poi Tevez. Poi Dybala. Oggi Higuain. Resta un filo conduttore chiaro, netto, decisivo: la solidità . Sei scudetti, e sempre la miglior fase difensiva. E solo in due casi, ai tempi di Tevez, anche il miglior attacco.
Certo, i fatturati contano, e spesso pesano, ma sarebbe banale nascondersi, esclusivamente, dietro alla loro differenza. Ogni titolo si trascina un piccolo romanzo: la Juventus vinse il primo scavalcando il Milan di Ibra, il secondo, il terzo e il quarto per distacco, il quinto in capo a una rimonta che l’archivio sembrava escludere, l’ultimo gestendo il tesoretto accumulato.
Complimenti a Roma e Napoli, avversari irriducibili. Conte è la pistola dello starter; Allegri, un incartatore che trasmette, nel gioco, le malizie, il fiuto e le pause che ne caratterizzarono la carriera di mezzala. Se mi chiedete un simbolo, scelgo Mandzukic. Tra Firenze e Lazio Allegri capì e cambiò. Modulo e spirito. Quel Mandzukic medianizzato sembrava una serratura: fu la chiave.
QUesto discorso vale anche pr chi ha sacrificato un possiible trofeo per un record.
Ieri sera il MU ha vinto veramente con una squadra di ragazzini che non è riuscita a fare due passaggi due.
Le italiane imparino da mou che ha potuto rinverdire i fasti suoi del MU grazie alla vittoria in una coppetta veramente di secono livello.
Se solo Roma, Inter e Fiorentina gli avessero dato il giusto peso, contro il MU potevano esserci loro almeno la Roma con buone chances di portarla a casa.
PS SPeriamo di incotnrare il Polpo in agosto….
Sul Polpo credo sia opportuno fargli i complimenti per la vittoria di ieri sera.
La sua prima vittoria europea, a livello assoluto.
Pedofilo pasquale, occupati del tuo riportone unto, ottenuto stirando i peli del collo.
Razza di verme incancrenito.
il MU comunque tutto sembrava meno che una squadra inglese.
In compenso ho visto un Polpo involuto. NOn male,. ma l’ombra di quello visto a torino, e nonostante questo il loro centrocampista di riferimento.
64 anni fa nasceva Gaetano Scirea.
Lui sì Capitano. Non crosettiano…..
Si Robertson intendevo dire, con “qualsiasi”, un allenatore che nn possiede il pedigree di gente come Mou. Se a Cagni avessero dato Il MU probabilmente la finale l’avrebbe portata a casa pure lui.
Cagni non è mica uno qualsiasi, allenatore intelligente. Certo meglio di Strama o di tanti cazzari che girano per il campionato, con il look giusto o il procuratore giusto.
non è ancora terminato il campionato e già “tuttoballecalciomercato” è partito alla grande, solo ad esempio Schick è già trasferito ad almeno 4/5 squadre italiane/straniere
Pure un Cagni qualsiasi se gioca la partita dell’anno é in grado di imbrigliarti tatticamente.