E’ bastato un colpetto d’acceleratore, ma proprio un colpetto, per immaginarci i bolidi che non sappiamo più essere. Da Spagna-Italia 3-0 a Italia-Israele 1-0 cambia poco sul piano del gioco, molto in chiave play off, visto che, complice l’1-1 di Macedonia-Albania, ormai ci siamo.
Prendiamolo come un cerotto su una ferita fresca e profonda, anche se poi, quando sorteggiarono i gironi, non uno che io ricordi collocò gli azzurri davanti alle furie. Certo, c’è modo e modo di perdere: e al Bernabeu abbiamo perso malissimo; e c’è modo e modo di giocare, cosa che in passato non poteva fregar di meno ma da Sacchi in poi ha cominciato a scuotere le coscienze (e le edicole).
Ancora e sempre 4-2-4, Ventura. E’ uno schema che coraggio e presunzione si palleggiano rinfacciandosi qualità dei giocatori e sensibilità del tecnico (ho detto sensibilità , non fissazione). Il tasso più modesto degli avversari ha alzato leggermente il livello della nostra manovra. Solo nel secondo tempo, però: il primo era stato un disastro senza un Isco a giustificarlo, e con un paio di brividi che avevano irriso persino i fanatici del possesso palla (71 per cento: contenti?). La sgrullata di Immobile ha evitato l’ennesimo plotone di esecuzione.
Se ti consegni a un modulo così zemaniano, la squadra deve restare corta e le ali sorreggere i centrocampisti. Nel dettaglio: Belotti e Immobile si sono più pestati che trovati, De Rossi e Verratti hanno trattato la palla come un bebè, passandosela con un affetto che limitava gli effetti; un po’ meglio Insigne (nel senso di più coinvolto); una piccola scossa, l’ingresso di Zappacosta.
Avremmo potuto anche raddoppiare, ma non è questo il punto. Il punto è che questi siamo e la speranza che sia tutta colpa del ct aiuta il nostro ego, non il nostro calcio.
Smemorati, leggete questo stralcio della relazione dil procuratore Palazzi
Documento del 1° luglio 2011 prot. 009/1302pf09-10SP/blp.
E con questo, biricchini antijuventini dei mei due, tappatevi quella fogna che avete al posto della bocca. E se avete, cosa della quale dubito, un barlume infinitesimale dei dignità , TACETE e non rompete più le OO!
VALUTAZIONE
Alla luce dei principi posti dalla decisione della CAF (CU 1\C del 14 luglio 2006),
richiamata sopra per i punti di specifico interesse, e degli altri parametri valutativi cui si è
fatto ampiamente cenno nelle pagine precedenti, va rilevato che la condotta del
FACCHETII appare presentare notevoli e molteplici profili di rilievo disciplinare.
In questa trattazione specifica della posizione del FACCHETII, è appena il caso di
rilevare che la società Internazionale F.C. di Milano, oltre che essere interessata da
condotte tenute dal proprio Presidente che, ad avviso di questa Procura federale,
presentano una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti
dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l’unica
società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano
sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare, come giÃ
anticipato nella premessa del presente provvedimento e come si specificherà anche in
seguito.
Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione
telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo,
intercorsi fra il Presidente della società INTERNAZIONALE F.C., Giacinto FACCHETTI ed
entrambi i designatori arbitrali, Paolo BERGAMO e Pierluigi PAIRETIO, fra i cui scopi
emerge, fra l’altro, il fine di condizionare il settore arbitrale.
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La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente
corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un
consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente
confidenziale delle conversazioni in atti.
Una prima circostanza acclarata dall’attività di indagine, di enorme rilievo ai fini
disciplinari, è rappresentata dalla frequenza dei contatti intercorsi fra il Presidente
dell’lNTER Giacinto FACCHETII ed i designatori arbitrali in questione e in alcuni casi,
come si dirà in seguito, tra Massimo MORATII, attuale Presidente dell’INTER ed all’epoca
socio di riferimento, ed il designatore Paolo BERGAMO.
La rilevanza, l’incidenza e la portata di tali rapporti, rese evidenti dal contenuto degli
stessi, sopra sinteticamente riportato, vanno valutate alla luce di un parametro
interpretativo assolutamente obiettivo, rappresentato dal ruolo e dalla posizione di
preminenza istituzionale ricoperta da ciascuno dei soggetti sopra indicati.
Inoltre, assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate
intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’INTER e che oggetto
delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra. In relazione
a tali gare il Presidente FACCHETII si pone quale interlocutore privilegiato nei confronti
dei designatori arbitrali, parlando con essi delle griglie arbitrali delle gare che riguardano la
propria squadra nonché della stessa designazione della terna arbitrale ed interagendo con
i designatori nelle procedure che conducono alla stessa individuazione dei nominativi degli
arbitri da inserire in griglia e degli assistenti chiamati ad assistere i primi. In alcuni casi,
emerge anche l’assicurazione da parte dell’interlocutore di intervento diretto sul singolo
direttore di gara, come rivelato da alcune rassicurazioni che il designatore arbitrale rivolge
al proprio interlocutore, in cui si precisa che l’arbitro verrà “predisposto a svolgere una
buona gara” o, con eguale significato, che è stato “preparato a svolgere una bella gara”; o
ancora, affermazioni del designatore volte a tranquillizzare il Presidente Facchetti sulla
prestazione dell’arbitro, nel senso che gli avrebbe parlato direttamente lui o che già gli
aveva parlato. In un caso, addirittura, il designatore arbitrale, nel tentativo di tranquillizzare
il proprio interlocutore e sedare le preoccupazioni di quest’ultimo sulle tradizioni negative
della propria squadra con un determinato arbitro, afferma che quest’ultimo è stato avvertito
e che sicuramente lo score dell’lnter sotto la sua direzione registrerà una vittoria in più in
conseguenza della successiva gara di campionato.
Tale capacità di interlocuzione in alcuni casi diventa una vera e propria
manifestazione di consenso preventivo alla designazione di un arbitro (vedi designazione
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di Mazzoleni in Inter-Livorno e quella di GABRIELE per una gara di Coppa Italia) e
rappresenta un forte potere di condizionamento sui designatori arbitrali, fondato su
rapporti di particolare amicizia e confidenza che il Presidente Facchetti può vantare nei
confronti degli stessi designatori e che trovano la loro concretizzazione espressiva nella
effettuazione anche di una cena privata con BERGAMO e nello scambio di numerosi favori
e cortesie (elargizione di biglietti e tessere per le gare dell’Internazionale, di gadget e
borsoni contenenti materiale sportivo della squadra milanese, etc … ) e non meglio precisati
“regalin i”.
Il consenso preventivo o, comunque, la richiesta di gradimento ad una designazione
rappresentano un elemento particolarmente rilevante sotto il profilo disciplinare e, in
proposito, è opportuno rinviare al contenuto della telefonata nel corso della quale
BERGAMO prospetta la possibilità di indicare, con designazione diretta, trattandosi di gara
di Coppa Italia, un arbitro da rilanciare e chiede, come detto, un avallo al predetto
Dirigente. Analogo “accreditamento” il BERGAMO chiede anche al MORATII, all’epoca
socio di riferimento dell’INTER, pregandolo di salutare l’arbitro prima della gara.
La posizione di tale società è, d’altra parte, confermata, anche dalla comunicazione
telefonica intercorsa tra il Presidente dell’A.I.A. Tullio LANESE ed il Presidente dell’lnter,
Giacinto FACCHETII in data 8.02.2005 – progr. 62981 – in cui il Lanese espressamente
dice a Facchetti che per il futuro i designatori saranno condizionati dal loro OK.
Questo Ufficio ritiene parimenti rilevanti le telefonate intercorse fra il F ACCHETTI e il
MAZZEI, il cui contenuto è stato già ampiamente commentato sopra. Invero, di sicura
rilevanza appaiono le richieste del FACCHETTI di designare determinati guardalinee e la
conseguenti rassicurazioni del MAZZEI che, in un caso, anticipa i nominativi degli stessi
all’interlocutore e, nell’altro, addirittura rassicura il predetto, dicendogli che, prima della
gara, “all’una li vado a salutare e li vedo, ok?”.
In definitiva, sulla scorta degli elementi probatori analizzati, è emersa l’esistenza di
una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di
terzietà , imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare e per
quel che riguarda la società INTERNAZIONALE, fra i designatori arbitrali Paolo
BERGAMO e Pierluigi PAIRETTO (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti
del settore arbitrale) ed il Presidente dell’INTER, Giacinto FACCHETTI.
In fatto, appare evidente il pesante condizionamento, operato mediante le condotte
descritte, sui più delicati meccanismi di funzionamento del settore arbitrale, nei precipui
aspetti che possono interessare una singola società sportiva, per l’influenza determinante
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e decisiva sul momento culminante dell’attività sportiva, ovvero la disputa della gara
ufficiale.
Pertanto, a giudizio di questo Ufficio, le condotte sopra descritte ed emergenti dalle
conversazioni telefoniche prese in esame, ascrivibili a BERGAMO, PAIREDO, MAZZE I e
FACCHEDI, integrano evidentemente la violazione dei doveri di lealtà , probità e
correttezza sanciti dall’art. 1, comma 1, CGS. Ma, al contempo, proprio in considerazione
delle modalità e delle finalità di tali condotte, in se stesse già rilevanti ex art. 1 cit., si deve
ritenere che esse costituiscono un gravissimo attentato ai valori di terzietà , imparzialità ed
indipendenza del settore arbitrale nel suo complesso.
Invero, dalle modalità e dal contenuto delle telefonate non si può affatto ritenere
verosimile che le stesse fossero finalizzate a sollecitare l’attenzione dell’arbitro designato
alla delicatezza della gara, dal momento che, ovviamente, tale profilo è naturalmente
connaturato alla funzione arbitrale e, pertanto, una ‘particolare attenzione’ richiesta ai
componenti la terna arbitrale non può che assumere un significato di un trattamento di
favore, come costantemente affermato nelle decisioni degli Organi della Giustizia sportiva.
La completezza di analisi richiesta dalla complessità e dalla articolazione della
vicenda in esame impone di valutare anche un altro profilo emergente dalle dichiarazioni
rese dall’allora socio di maggioranza della società INTERNAZIONALE e dal contesto
storico emergente all’epoca dei fatti. Invero, a giudizio della Procura, non può
assolutamente assumere valenza esimente quanto asserito dal MORA DI in ordine alla
convinzione, quanto meno putativa, formatasi in ambito societario in quel particolare
periodo di tempo. L’attuale Presidente ha, infatti, dichiarato in sede di audizione che, alla
luce di molteplici episodi negativi che si erano, a suo avviso, ripetuti nel corso del tempo in
danno della squadra, era venuto meno la fiducia che i problemi avvertiti si sarebbero potuti
risolvere in ambito istituzionale.
Questo Ufficio ritiene in proposito che, anche in forza di tale convinzione, le condotte
esaminate non si possono assolutamente giudicare scriminate e, a sostegno di tale
convincimento, va richiamato quanto affermato con le decisioni assunte dagli Organi
Giudicanti della FIGC nel noto procedimento di cui al deferimento del 23 giugno 2006 nei
confronti, fra le altre, della società FIORENTINA. Questa società prospettava un
convincimento analogo, quanto meno sotto il profilo putativo, a quello lamentato dal
Presidente Moratti ma i Giudicanti non ritennero scriminate le condotte dei relativi Dirigenti
ma valutarono il predetto elemento solo come parametro di graduazione della gravità del
fatto e delle conseguenti sanzioni irrogate.
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Pertanto, alla luce delle valutazioni sopra sinteticamente riportate, questo Ufficio
ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di
cui all’art. 1, comma 1, CGS, anche dell’oggetto protetto dalla norma di cui all’art. 6,
comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in
favore della società INTERNAZIONALE F.C., mediante il condizionamento del regolare
fu nzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità , terzietà , imparzialitÃ
ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale, in
violazione del previgente art. 6, commi 1 e 2, CGS, in vigore all’epoca dei fatti ed oggi
sostituito dall’art. 7, commi 1 e 2 del CGS.
Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati, ne conseguirebbe, sempre ove non
operasse il maturato termine prescrizionale, anche la responsabilità diretta e presunta
della società INTERNAZIONALE F.C., ai sensi dei previgenti artt. 6, 9, comma 3, e 2,
comma 4, CGS, per quanto ascrivibile al proprio dirigente con legale rappresentanza ed al
BERGAMO, PAIRETTO e MAZZE I , all’epoca dei fatti, ovviamente, non tesserati per la
predetta società .
Però, in ordine alla qualificazione delle condotte esaminate come sopra prospettata,
è necessario ripetere quanto osservato con riferimento alla posizione del MEANI e, quindi,
va rimarcata la differente valutazione operata, a suo tempo, da questo Ufficio e dagli
Organi giudicanti su contatti analoghi a quelli in esame. Infatti, la Procura, in fattispecie
comparabili alla presente, contestò la violazione, in concorso formale, dei previgenti artt. 1
e 6, commi 1 e 2 del C.G.S., sotto forma di condotte tese ad ottenere un indebito
vantaggio per la propria società sportiva. Inoltre, contestò la violazione del citato art. 6
nella fattispecie degli atti diretti alla alterazione del regolare svolgimento o del risultato
della gara laddove aveva ritenuto integrata la prova dell’awenuto avvicinamento
dell’arbitro da parte del designatore. Di contro, i Giudicanti, nelle decisioni richiamate
nell’indice del fascicolo del presente procedimento, ritennero integrata la sola violazione,
sia pure particolarmente grave, dei principi di cui all’art. 1 allora vigente, con l’eccezione di
seguito riportata.
In conseguenza di tale contrasto interpretativo, permane la forbice valutativa
rappresentata dalle due linee interpretative richiamate, anche se, ovviamente, la decisione
del Giudicante assume una portata ben maggiore e fornisce un pregnante criterio
ermeneutico, anche alla luce della omogeneità delle decisioni intervenute, fatta eccezione
per la decisione riguardante i Dirigenti della società JUVENTUS, alla quale parimenti si
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rimanda per l’indicazione della differente gravità , protrazione e invasività delle rispettive
condotte accertate a carico di questi ultimi.
Va però conclusivamente osservato che il contrasto ermeneutico e valutativo
evidenziato, nel caso di specie, assume un minore rilievo concreto, posto che, anche con
riferimento a tali condotte, opera, comunque, la causa estintiva della prescrizione, ex art.
18 C.G.S., sulla quale ci si soffermerà più dettagliatamente avanti.
IV M. RAPPORTI CON MASSIMO MORATTI
Risultano in atti anche alcune conversazioni intercorse tra il designatore Paolo
BERGAMO e l’allora socio di riferimento della società Internazionale Massimo MORATII,
le quali, sebbene caratterizzate da toni e contenuti sensibilmente diversi rispetto a quelli
riguardanti le conversazioni tra il Facchetti ed il Bergamo, assumono rilievo in questa sede
quale fattore di conferma di un contatto costante, stabile e privilegiato tra la società Inter,
nella persona del Presidente Facchetti ed esponenti del settore arbitrale, dal momento che
in tali telefonate tra il Moratti ed il Bergamo spesso si fa riferimento e si rimanda a
preventivi o successivi contatti tra il designatore arbitrale ed il Facchetti.
@Leo.
Ti ricordo che Pippacosta è stato acquistato da un blasone inglese, uno di quei ristoranti a cui è difficile entrare, per 30 pippi…
No Teo…ti sbagli…noi viviamo al nord della Sicilia (rido), quello ha origini dell’entroterra calabrese, con tutto il rispetto per quelle popolazioni…E’ l’atteggiamento che assume per fare apparire che è diverso..ce ne sono di questi in giro!
Scritto da gian-carlo giappogobbo, ladro, dopato, ecc. il 6 settembre 2017 alle ore 16:02
Forse (forse, eh) sarebbe il caso che qualcuno lo accompagnasse ai corsi di Coverciano.
Ma, li fanno ancora?
Siracusa e De pasquale nella stessa frase è un ossimoro… volgare peraltro…
Lei non ha la più pallida idea di cosa voglia dire Siracusa.
Ma ad uno che discende dai lanzichenecchi c..zo glielo dico a fare…
Bentancourt…per lui dobbiamo attendere. E’ presto per poterlo giudicare…In quei dieci minuti dell’altra volta ha mostrato personalità ..Allegri con lui ha iniziato facendogli giocare poco più di dieci minuti…e già un bell’inizio, rispetto ad altri inizi voluti da quell’allenatore! leo
ah, per completare il discorso: se l’allenatore della Nazionale (chiunque sia) ritiene che:
1) si debba giocare 4-2-4 sia al Bernabeu che in casa contro Istraele
2) i 2 debbano essere Verratti e Capitan Trapassato (autocit.) in entrambi i casi
forse (forse, eh) qualcuno dovrebbe chiarirgli le idee. IMHO.
“Ecco, bravo Teo, non le guardi le partite della nazionale.
Ci sono il Caltanissetta o il Siracusa per gioire
Scritto da De pasquale il 6 settembre 2017 alle ore 14:37″
Il Caltanissetta come squadra non esiste…si chiama Nissa…non c’è una volta che non sbaglia!
Scritto da Leoncini 45 il 6 settembre 2017 alle ore 15:56
esattamente, Leo
Ma se Verratti “esplode” non è che mi fa un torto..Buon per lui e per l’Italia per il suo procuratore per suo papà per sua mamma per suo fratello ecc…Non ho mai pensato che il mio giudizio possa essere decretare la bontà di un calciatore…Dipende da lui (ha 24 anni e può migliorare ci macherebbe= e da quello che saprà fare, ma dire che questo Verratti, in questa Juve avrebbe accresciuto le capacità della juve in campo internazionale mi sembra esagerato..E se il Psg ha rifiutato 100 milioni di euro per cederlo, non penso che per la juve ci sarebbe voluto qualche migliaia di euro in meno per averlo..e francamente ora come ora andare a spendere 100 milioni per le attuali capacità di quel giocatore mi sarebbe sembrata una pazzia da parte di marotta..Alla juve, ora, serviva e serve altro! leo