Non che l’Argentina stia molto meglio, e l’Argentina ha Messi, ha Icardi, ha Dybala, ha Di Maria e persino Higuain, ma l’1-1 con la Macedonia sa proprio di tappo. Gli spareggi mondiali sono sempre lì, anche se i topi d’archivio informano che il punto che sembrava bastasse, non basta. Mamma mia.
D’accordo, gli infortunati: Belotti, Conti, De Rossi, Marchisio, Pellegrini, Verratti. Ma c’è un limite a tutto (e a tutti): e Ventura lo sa. Nella classifica Fifa l’Italia occupa il 17° posto, la Macedonia il 103° e l’Albania di Panucci, che affronteremo lunedì a Scutari: allegria, il 66°.
Contesto chi contesta i fischi. Se non ora, quando? I guizzi di Insigne, un bel gol (da Insigne a Immobile a Chiellini), un paio di occasioni e una ripresa sgonfia-sgonfia, come se gli avversari, modesti ma cocciuti, ci avessero bucato le gomme. Temevo Nestorovski: ha colpito Trajkovski. Il calo è stato di testa, soprattutto. Sul gol del pareggio non mi è piaciuto neppure Buffon, e Bonucci, bé, Bonucci continua a fare troppo l’allenatore e troppo poco – in alcuni casi, almeno – il giocatore.
Parolo e Gagliardini sembravano turisti dispersi; non un dribbling Verdi, che da solo aveva stordito l’Inter, non un tiro Immobile, che in campionato pare Attila, notizie nebbiose da Zappacosta e Darmian, con la Bbc a frullare come una lavatrice. Il tutto, allo stadio Grande Torino di Torino: ci siamo capiti.
Dicono che il falò di Madrid abbia bruciato Ventura e i rapporti fra il ct e lo spogliatoio. Sarà. Gli Eder e i Candreva avrebbero potuto far volare i Lazzari azzurri? Ne dubito.
Se non si va in Russia, per Tavecchio sarà un’apocalisse, per Malagò una tragedia, per Ventura una catastrofe, per Parolo un disastro. Più o meno quello che dicono i Tavecchio e i Malagò di Baires. Mal comune mezzo gaudio? Nemmeno per idea.
x Salvadore. Che ti è successo?…anche Tu con l’Iliade e l’Odissea? Ciao:-)))))))))))))))))))))) leo
Robertson, il punto è che non conta come la pensiamo noi sul fatto dei centimetri e dei chili, ma come la pensa il ricottaro. Lui appartiene alla scuola per la quale la propria squadra deve prima che tennicamene, fisicamente sovrastare l’altra. E diciamo pure che in questa categoria di allenatori è in buona compagnia. Per cui se gli venisse a mancare manzo cercherebbe di compensare la sua assenza con altri giocatori fisici prima che tecnici.
Scritto da juve77 il 7 ottobre 2017 alle ore 15:05
Juve 77, quanti chili e centrimetri aveva il bayern nel secondo tempo di monaco?
Tra robben, duglas costa, thiago alcantara, coman a fatica facciamo una media di 70 chili a testa e 1,75 di statura.
Sia a cardiff che a barcellona la juve era di gran lunga la squadra più grossa e alta. Mi sembra, come diceva il vecchio grande Omar, che la cosa più importante sia sapere giocare a pallone.
La domanda deve essere: chi gioca bene a calcio? E poi devono correre e pressare. Se lo fa don andres iniesta a 33 anni, lo può fare chiunque. Anche messi, infatti lo fa.
“A me piace insegnare”.
La frase potrebbe avere un senso o se sei un grande teorico/maestro di calcio (un sacchi, un conte, un frguson, un lippi, un klopp, un guardiola, anche un sarri via), o se sei stato un grandissimo, meglio se enorme giocatore (zidane, o anche ancelotti, lo stesso guardiola) perchè in quel caso si può comprendere cosa Zidane insegni tennihamente a pogba o a bentancur e via dicendo. Altro che…
Ma se sei uno che fa dei “diamola a quello bravo”, guando arretrano attacco, “quando mi pressano mi difendo” il proprio credo di tecnico, e come giocatore il meglio del raggiunto è stato essere titolare a pescara, beh, si può dire che i suoi insegnamenti lasciano il tempo che trovano? Che cosa ha da insegnare tecnicamente e sportivamente acciuga non dico a Iniesta, ma a khedira, che ha calcato campi e giocato in squadre che il ricotta mai in vita sua ha visto se non in televisione?
Appurato che è stato un discreto (discreto, è generoso), giocatore di A, dovrebbe avere almeno una capacità di pensare calcio, di lavorare sul campo e di gestire persone fuori dal comune. Sulla prima già ci si è detti e si è abbondantemente espresso lui (senza che nessuno gliene chiedesse conto, e questa è la cosa più incomprensibile). Sul gestire persone, mi basta ricordare la gestione di vidal, alves, bonucci.
Non vorrei infierire. Non mi è neppure antipatico. Lo assumerei come front man, ecco.
Il signore volesse che sentisse il richiamo della maglia azzurra. Eì che questo salvo un disastro non si schioda e soprattutto non lo schiodano.
In una frase, mi piacerebbe tornare allo stadio. L’ultima è stata Udine, soldi buttati.
Per uno che controlla solo le statistiche dei falli fatti e dei contrasti aerei vinti, la perdita di manzo è un duro colpo. Manzo infatti giocando all’ala, contro avversari nettamente più piccoli, gli dava soddisfazione il lunedì quando leggeva le statistiche. A parte questo, manzo garantiva chili e centimetri che il mister cercherà di recuperare in altre zone del campo. Meno asa + Sandro. Meno costa + bernarda. Ed infine il califfo turco tedesco in pianta stabile a presidiare la zona centrale del campo.
Perdere il Manzo non é cmq una bella notizia.
Ah,no. Senza Manzo non si gioca. Chiediamo un rinvio.
Paperino al posto di Stravecchio. Con ricotta allenatore… E ci ubriachiamo…
Scritto da Luca G. il 7 ottobre 2017 alle ore 10:15
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Non succederà. Ma se dovesse succedere….
ballerò nudo al balcone a mezzogiorno in punto
:-)))))))))))))))))))))))))))))
Robertson 9:13
Quoto tuttissimo.
Perché noi juventini odiamo Allegri / Parte II
eri sera ho postato un pezzo in cui affermavo che le statistiche di Allegri da quando è alla guida tecnica della Juve non sono poi così dissimili da quelle dei migliori allenatori europei.
Putiferio.
Sono letteralmente stato inondato di visualizzazioni, commenti e perfino e-mail nella mia posta privata di chi voleva complimentarsi, chi criticare, chi semplicemente chiedere delucidazioni in merito. E allora ho deciso di chiudere il cerchio portando la seconda parte di un articolo che credevo, in apparenza, innocuo.
Come spoilerato tra un commento e l’altro, in questa sezione non vi saranno numeri né statistiche, ma solo le crude viscere del tifoso. Perché una cosa sola ci ha messo tutti d’accordo: Massimiliano Allegri o lo difendi, oppure lo detesti e non vedi l’ora di liberartene. Interventi tiepidi non ve ne sono stati. O con lui o contro.
Ho deciso di lasciare parlare le passioni. Toccherò le corde più delicate del tifo bianconero, compresi gli argomenti tabù. Quello che scriverò sotto non piacerà per niente ad alcuni di voi. Ma io me ne frego e lo scrivo lo stesso. Iniziamo, dunque.
1) Se IO fossi l’allenatore della Juve faremmo il Triplete tutti gli anni
In Italia vi sono 60 milioni di allenatori. Falso. O meglio, vero in parte. Perché ci sono anche 60 milioni di presidenti, direttori generali, amministratori delegati, commercialisti, preparatori atletici, fisioterapisti e financo magazzinieri.
Domanda non banale: perché la Juve (o qualunque altra società professionista) spende tanto in personale quando potrebbe avere una consulenza gratuita venendo su questo sito a leggere le opinioni di professori sotto mentite spoglie? Perché non licenziare Allegri in tronco e mettere al suo posto uno di noi utenti di CM.com? Si risparmierebbero 7 milioni annui, al lordo fanno poco meno di 14, mandando a casa un perfetto incapace che ha fatto solo danni da quando è approdato a Torino.
Dato che nessuno ha piacere di sbandierare la propria ignoranza, vi racconto una storia. L’unica che io conosca: quella del sottoscritto. A quattordici anni ho abbandonato il calcio per iniziare con buoni risultati l’attività di velocista nell’atletica leggera. All’epoca mi allenava un giovane coach laureatosi da poco al Suism (allora ancora Isef), ma era costantemente supervisionato da tecnici federali che seguivano promesse che gareggiavano in meeting internazionali. E alcuni di loro andavano a Mondiali e Olimpiadi. In tre anni ho imparato molto sia riguardo al lavoro prettamente tecnico, sia da un punto di vista chimico-metabolico. E quando ho lasciato l’attività agonistica ho continuato a tenermi aggiornato sui sistemi di allenamento più efficaci parallelamente a un’educazione alimentare sana.
Per farla breve, dopo quindici anni di esperienza nell’atletica leggera, sarei in grado di allenare? La risposta è: NO nella maniera più assoluta. E non sto parlando di portare ai massimi livelli un olimpionico, ma insegnare i rudimenti a un ragazzino che si affaccia per la prima volta a questo sport. Perché mi mancano le basi. Perché ho nozioni sull’allenamento di tipo aerobico, cardio o anaerobico, ma mi mancano completamente quelle di biologia e chimica. Perché conosco perfettamente la biomeccanica degli esercizi, ma non sarei in grado di correggere gli errori osservando un allievo fare quel medesimo movimento. Io NON ne sono capace, neppure dopo 15 anni di pratica quotidiana.
Tuttavia, capita che un tizio sovrappeso che si alza dal divano solo per prendere la birra dal frigo e non ha mai fatto sport in vita sua si metta a discettare su come dovrebbe giocare una squadra di professionisti, su quale modulo l’allenatore debba lavorare, su cosa farebbe se solo fosse LUI a comandare e bla bla bla. E di persone così è pieno il mondo. E ne sono piene le tifoserie. La tragedia non è che tali elementi esistono, ma che hanno diritto di parola. E magari anche un loro seguito.
2) Quell’incapace ci fa giocare male
Chiariamo subito una cosa: a me non piace come gioca la Juve. Detto ciò, preferisco di gran lunga vincere lo scudetto malgrado uno spettacolo indecente sul rettangolo erboso piuttosto che vedere calcio champagne e arrivare dal secondo posto in giù.
Il calcio con le bollicine a Torino non ha mai attecchito. Chi si ricorda la gestione Montezemolo-Maifredi nella stagione 1990/91 sa di cosa sto parlando: quella Juve che avrebbe dovuto rispondere al Milan di Sacchi sprofondò al settimo posto in Serie A e per la prima volta dopo 31 anni non si qualificò per nessuna manifestazione europea.
Gli unici due tecnici che hanno portato un gioco gradevole sotto la Mole sono stati Lippi (entrambe le volte) e il primo anno di Conte. Il punto più alto secondo me fu la semifinale di Champions del 2003 contro il Real Madrid, culminata col 3-1 inflitto agli spagnoli al Delle Alpi. Partita memorabile (eccetto che per la squalifica di Nedved che gli costò la finale), della quale ricordo un Pessotto formato Maldini umiliare Roberto Carlos (sì, avete letto bene, riguardatevi il match se non ci credete).
Al di là di questi lampi illuminanti di trame di gioco io ne ho viste ben poche. Orrenda la Juve di Capello. Fragile quella di Ancelotti. Raccapricciante quella di Del Neri e Ferrara. Ai neofiti dico sommessamente che la Juventus più vincente di ogni epoca fu quella trapattoniana, famosa per essere granitica, non certo bella.
E se arrivasse uno come Sarri?
Non ho la sfera di cristallo, ma se a fine stagione non dovesse almeno vincere lo scudetto, bel gioco o meno, si ritroverebbe su un marciapiede.
3) Senza Calciopoli la Juve avrebbe vinto un sacco di Coppe dei Campioni
Uno dei leitmotiv che dal 2006 ci ripetiamo alla nausea è che se non ci avessero retrocessi quella squadra avrebbe vinto tutto in Italia, in Europa e nel Mondo. Come facciamo ad esserne sicuri? Semplice: nella finale mondiale Italia-Francia erano in campo ben 8 titolari bianconeri, ovvero Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Camoranesi e Del Piero da una parte e Thuram, Vieira e Trezeguet dall’altra.
Ecco la rosa della Juve 2005/06 (4-4-2): Buffon, Zebina, Thuram, Cannavaro, Zambrotta, Camoranesi, Emerson, Vieira, Nedved, Trezeguet, Ibrahimovic (o Del Piero).
In pratica: gli 8 titolari della finale mondiale più l’allora Pallone d’Oro e l’attaccante più forte della sua generazione (ahimé lo sarebbe diventato lontano da Torino).
Lo so che la cosa vi farà incazzare, ma io invece vi dico che quella corazzata la Champions non l’avrebbe mai vinta. Per quale motivo? Perché era una squadra vecchia che forse il meglio lo aveva già dato: Thuram (34 anni), Cannavaro (33), Emerson (30), Vieira (30), Camoranesi (30), Nedved (34), Del Piero (32). Perché di lì a poco sarebbe iniziata l’egemonia del Barcellona, la cui prima Champions di quel ciclo incredibile è datata proprio 2006. Perché la Juve superava avversari abbordabili (ad esempio il Werder Brema) per il rotto della cuffia e si fermava quando incontrava compagini un minimo organizzate (Liverpool e Arsenal).
Quella Juve avrebbe probabilmente ancora dominato in Italia, ma in Europa sarebbe stata la stessa identica musica che ascoltiamo da troppo tempo.
4) Ogni maledetta finale
Che Madama abbia un problema con le partite secche lo abbiamo appurato. Vediamo quali allenatori sono stati più abili (e fortunati) con le finali e quali meno.
Allegri: 9 finali (2 Champions League, 3 Coppe Italia, 4 Supercoppe Italiane), 4 vinte e 5 perse. Vittorie: 0,44%.
Conte: 3 finali (2 Supercoppe Italiane, 1 Coppa Italia), 2 vinte e 1 persa. Vittorie: 66%.
Lippi: 15 finali (4 Champions League, 1 Coppa Uefa, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale, 3 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane), 8 vinte e 7 perse. Vittorie 53%.
Trapattoni: 10 finali (2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Uefa, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa delle Coppe, 3 Coppa Italia), 8 vinte e 2 perse. Vittorie: 80%.
Zoff: 2 finali (1 Coppa Uefa, 1 Coppa Italia), 2 vinte. Vittorie: 100%.
Tolto il grande Dino Zoff che restò alla Juve solo 2 anni (per venire sostituito dal pessimo Maifredi), svetta su tutti il nome di Giovanni Trapattoni. L’unica macchia a lui imputabile è la finale di Atene contro l’Amburgo, per il resto il suo curriculum è quasi impeccabile. Certezze che purtroppo crollano con Lippi che detiene il record ben poco invidiabile di finali europee perse (addirittura 3).
Su Allegri il giudizio rimane in sospeso, nella speranza che quest’anno possa ritoccare verso l’alto solo il numero di finali vinte. Per ora, è l’unico ad essere sotto il 50% di vittorie nelle partite dove si assegna un trofeo.
5) Previsioni per il 2018
Se vi capita di seguire qualche trasmissione calcistica, sempre più spesso il giornalista/opinionista di turno apre la propria considerazione con un bel: “Io l’ho sempre detto che…”. Quando fa così state certi che ha cambiato opinione su quell’argomento almeno una dozzina di volte. Ma si sa, verba volant scripta manent. E infatti io ho tutta l’intenzione di mettere per iscritto le previsioni calcistiche dell’anno che verrà. Così potrete sbugardarmi senza pietà.
a) Se la Juve dovesse arrivare in finale di Champions (ed è un se grosso come una casa), stavolta vinciamo.
b) Il 1/7/2018 la Juve avrà un nuovo allenatore. Sarà uno tra Simone Inzaghi e un inaspettato ritorno (a seconda che la dirigenza abbia intenzione di privilegiare un tecnico con più esperienza internazionale per vincere la coppa maledetta, oppure un giovane rampante per costruire un nuovo ciclo).
c) La Nazionale Italiana ogni 12 anni arriva in finale dei Mondiali: 1970, 1982, 1994, 2006… 2018. Vince quelle pari, perde quelle dispari. Purtroppo questa è dispari. Ma intanto ci consoliamo col fatto che ai Mondiali magari neanche ci andiamo.
Bene, ho concluso. E adesso che si dia fuoco alle polveri!
Herr Doktor