Nella notte in cui si celebrava la sfilata del gioco, è bastata l’uscita di una pedina, Ghoulam, perché la partita prendesse un altro indirizzo, non così poetico. Fin lì, il Napoli di Sarri aveva dominato. Grandi ondate, gran gol di Insigne, dopo uno-due con Mertens, pressing alto e, almeno al San Paolo, la sinistra al potere (Ghoulam-Insigne).
Ecco: uscito il terzino franco-algerino, siamo tornati di botto a Napoli-Real. Testa di Otamendi, pareggio. Testa di Stones, sorpasso. Ricordate Sergio Ramos? Siamo lì. Partita croccante, soprattutto per un tempo. Coraggio contro coraggio. Piano piano, la qualità del City ha scavato il risultato. Detto di una traversa per parte (Stones, Insigne) e del pareggio di Jorginho su rigore, a conferma di una vitalità mai doma, il risultato è saltato per aria tra la paratona di Ederson su Callejon e il contropiede da area ad area della ditta Sané-Aguero. Un altro contropiede, da Sterling ovation, fissava il tabellino: 2-4.
Hanno vinto i più forti, punto. Sarri se l’è giocata come sa, a petto in fuori. Ha pagato il k.o. di Ghoulam, la vena un po’ sfiorita di Hamsik e Allan, le titubanze di Koulibaly e Albiol sulle cosiddette palle inattive. Il calcio di Guardiola è, oggi, più verticale; e quel De Bruyne, una mezzala completa. Dal cilindro della panchina, Sarri ha estratto Maggio, Rog e Ounas. Pep, in compenso, ha sdoganato David Silva, Bernardo Silva e Gabriel Jesus. Tu chiamale, se vuoi, sostituzioni.
Adesso la Champions del Napoli è appesa a pochi fili. Il grande rimpianto resta la sconfitta in Ucraina, non le due contro la squadra che, probabilmente, alzerà il trofeo. Avrebbe potuto fare di più, stasera? Meglio ancora: in onore dell’avversario, per una volta, avrebbe dovuto mimetizzarsi, avrebbe dovuto essere più gestore? Il Napoli è questo, nel bello e nel male.
3 novembre .5 anni fa neanche tagliavento e preti se la sentirono. Di espellere liechsteiner.allora ci penso’ conte a tirarlo fuori ,bastardi schifosi .fuori da questo paese fuori!!!!.in olanda,in Spagna,dove cazzo vogliono ,ma fuori!!.
Che poi,in linea d’ aria tra palermo e la Spagna e palermo Torino siamo li.cambia poco.
Ottima idea. Cominciamo a realizzarla ed attivare un movimento #juveout. E poi vediamo eh…del resto ormai i voistri padroni sono gia’ fuori con exor,nh,fca,ferrari ecc manca solo un assetto.#juveout.
Scritto da Fabrizio il 3 novembre 2017 alle ore 19:34
****************************************
Solo per cazzeggiare;
supponiamo che la Juve vada via dal bel paese e si iscriva, ottenute le necessarie autorizzazioni, in un campionato diverso da quello italiano.
Supponiamo possa essere più facilmente quello francese o quello spagnolo, vuoi per la relativa vicinanza, vuoi perché andare in Germania sarebbe più faticoso per le distanze. Escludiamo, per ovvi motivi, il Benelux e la Svizzera poco attrattivi.
Cosa succederebbe in Italia? Innanzi tutto alle squadre che dovrebbero ospitare la Juve verrebbe a mancare un “tutto esaurito” (vedere l’anno in cui i complottisti avidi mandarono la Juve in serie B), poi bisognerebbe vedere come andrebbe a finire il ranking italiano, parteciperebbero 2,3 o 4 squadre in C.L.
Ed in E.L.?
E non saprei come si evolverebbe la situazione finanziaria. Come e dove pagare le tasse? E gli incassi relativi alle partite alo Stadium, a quale tassazione andrebbero incontro?
Anche a volere cazzeggiare bisogna dire che non sembrerebbe una cosa facilmente fattibile. L’industria del calcio è diversa dall’industria automobilistica.
Certo faremmo contenti, per un brevissimo tempo, gli sfigati tifosi delle altre squadre. Poi, dopo massimo un paio di anni, li vedremmo piangere come fontane, i poveretti.
Tanit, a proposito dell’editto comunista oggi ho letto perfino un articolo in cui si sosteneva che la Juve non avrà un grave danno perché « tanto i ricavi da Champions sono destinati a crescere ». Perché non devolvere anche gli incassi dello Stadium alle famiglie di Lotito e Tavecchio (che a ben pensarci é un’unica grande Famiglia, di quelle con la F maiuscola).
E non dimentichiamo che lo spogliatoio del chelsea e’complicato.negli ultimi anni le porte dei mister sono molto girevolie questo i giocatori lo sanno e sovente hanno 8ndirizzaro le cose a modo loro.
Per me il busillis e’che mentre i manchester si sono rinforzati AGGIUNGENDO grandi giocatori,il chelsea li ha semplicemente avvicendati.l’ambiente in generale ha percepito la cosa come mancanza di ambizione.
Andrea Bosco scrive:
……..Piaccia o non piaccia la Juventus è una società speciale: un unicum a livello mondiale. Una pera, in un cesto di mele, in Italia.
Il calcio italiano, non solo gli juventini, se la godano fino a quando sarà possibile. Perché il futuro della Juventus potrebbe non essere in Italia. Pochi ne scrivono. Nessuno in televisione ne parla, ma la riforma veterocomunista – relativa alla ripartizione dei proventi sui diritti televisivi siglata dal ministro Luca Lotti, paggio di Matteo Renzi, è un provvedimento che produrrà sfracelli. Un provvedimento che peggiora la già discutibile legge Melandri (stesso partito) l’indimenticabile ministra della Cultura e dello Sport che preferì alla prima della Scala in un 7 dicembre, una serata romana ospite di uno chef stellato, che presentava la sua guida.
Cosa impone l’ukase Lotti? Che la Juventus perda 43 milioni di euro a stagione da distribuire a pioggia ai peones del campionato . Il triplo (16) di quanto perderanno, ciascuna, Milan e Inter . Il quintuplo (8) di quanto perderanno Napoli e Roma. E Lazio direte? Ne perderà solo 3 . Una follia veicolata in Parlamento nelle pieghe della legge di bilancio. Lavori bene? Non hai debiti? Hai aumentato gli utili e il fatturato? Ti stai espandendo sui mercati internazionali? Ti sei fatto uno stadio di proprietà ? Devi pagare. Devi per questo essere tartassato a favore dei “ deboli e dei poveri“ . Che nel calcio è roba ridicola solo a pensarla. Almeno lasciate stare il Vangelo. Lotti dixit: “Per un campionato più bello, più competitivo, più combattuto“. Balle : il ministro straparla. Una sola cosa può salvare la precarietà di un campionato italiano dove ai nastri di partenza da anni ormai, già si conoscono le retrocedende : una serie A a 18 squadre, meglio ancora a 16. Il dispositivo Lotti è da tribunale. Se Trump negli Stati Uniti decidesse di intervenire sulla ripartizione dei diritti televisivi della NBA, lo trascinerebbero in giudizio, lo blinderebbero e butterebbero la chiave.
A tirare la corda, per quanto robusta, alla fine la corda si spezza. Anche la Fiat sembrava non doversene mai andare dall’Italia. Anche la Fiat sembrava dovesse restare “solo“ italiana. Sappiamo come è andata a finire. Quindi, vietato farsi illusioni: la Juventus è una grande società italiana. Ma dopo aver subito di tutto e di più (Franco Carraro ex presidente federale, intervistato da un Aldo Cazzullo esplicitamente avverso a Luciano Moggi, ha spiegato: “Non ci sono state per Calciopoli gare truccate, arbitri corrotti. Non sono girati quattrini. Moggi non aveva il potere di condizionare alcuno. Ma gli piaceva farsi chiamare Lucky Luciano“) alla fine potrebbe ricorrere ad estreme decisioni .
La Liga e la Premier farebbero carte false per avere la Juventus nei propri campionati. Non sarebbe un trasloco veloce e neppure indolore. Ci vorrebbero anni per pianificarlo. Trovare una città ospitante. Costruire un impianto di proprietà . Semplificare la questione linguistica. Sarebbe una decisione complessa e dolorosa. Ma non impossibile. Zamparini trasferì ogni cosa, persino le scrivanie, da Venezia a Palermo: in una notte. Niente è impossibile. Specie quando l’iniquità è palese , come in questo caso. Poi piangeremo e assieme rideremo.
PIANGEREMO E RIDEREMO
Piangeremo perché la società simbolo del calcio italiano se ne sarà andata. E rideremo, pensando ai Lotti, alle Melandri , ai gattopardi di ieri e di oggi.
Senza Juventus non esiste calcio italiano. E non solo per il numero dei suoi sostenitori. Hanno la memoria corta nel Palazzo. Vadano a vedere i dati, di affluenza ed economici, quando la Juventus fu scaraventata in serie B. Vadano e riflettano . Ma non andranno. Non faranno alcuna riflessione. La riforma Lotti è politica. Voluta da un ministro il cui partito è perennemente in campagna elettorale . Appunto .
@Franzò : a parziale discarico c’è da dire che ha avuto importanti infortuni a inizio stagione e hanno giocato più o meno sempre gli stessi. Ma gli infortuni ce li hanno tutti più o meno (anche Allegri).
Sul doppio impegno : era partito bene in Champions, però la Roma l’ha ridimensionato (e Di Francesco ha fatto vedere un bel calcio e non ha rubato niente, anzi).
Può anche essere che sia un suo limite la gestione del doppio (triplo quadruplo quintuplo ecc. in Inghilterra)…..certo se arriva terzo nel girone, è una bella botta quando avrebbe potuto chiudere già la qualificazione con l’andata contro la Roma. Probabilmente (l’ha ammesso anche lui) ha sbagliato tatticamente qualcosa. Però oggettivamente penso che nessuno si aspettasse una Roma così a Stamford Bridge.
http://www.calciomercato.com/news/juve-attenta-il-city-fa-sul-serio-per-can-22432
Ah ah ah che illusi questi del City, non sanno che noi siamo in situazione di facilità …
il mascellato e’ un ottimo esempio, anche li c’era il problema delle critiche, nel senso che era in voga la classica frase : come fai a discutere uno che vince ???
a sua parziale discolpa c’e’ da dire che il campionato allora era di ben altro livello .