Come ai vecchi tempi, quando le moviole si buttavano sugli episodi e li straziavano. Al San Paolo, Verona furibondo per il gol «con aiutino» di Koulibaly. Alla Sardegna Arena, Cagliari imbestialito per la gomitata di Benatia a Pavoletti a monte del gol di Bernardeschi (Calvarese, pessimo, aveva assegnato la norma del vantaggio e nessuno si era fermato, nemmeno Sau) e per un braccio randagio dello stesso Bernardeschi (vedi alla voce «petto» di Mertens a Crotone).
Il Cagliari di Lopez avrebbe meritato almeno il pari. La partita, molto fisica, si allungava da una metà campo all’altra, scolpita dai corpo a corpo tra Romagna e Matuidi. Sembrava tutto facile. La traversa di Dybala su punizione, il palo di Bernardeschi. La Juventus di Bologna, più o meno. Solo che il Cagliari non era il Bologna, «quel» Bologna. Recuperava terreno, prendeva coraggio, Pavoletti e Farias costringevano Szczesny a un paio di miracoli (sul secondo, complice il palo). La regia di Cigarini, gli arrembaggi di Barella e Ionita spremevano i campioni.
Non calava, il Cagliari. Fletteva, viceversa, Madama. Gli infortuni di Dybala e Khedira portavano a un ribaltone tattico. L’intreccio si consegnava, spasmodico, alla lotteria degli episodi, che Allegri si aggiudicava con i «biglietti» di Douglas Costa (suo l’assist del gol) e Mandzukic.
Resta la polvere da sparo di un risultato che, «ignorato» dalla Var, ha moltiplicato la voglia di Var. Il mani-comio è uno dei nervi più scoperti. Il Cagliari era già rimasto scottato a Roma, dal gol di Fazio, tradotto e confermato al video da Damato. Zenga, da Crotone, si era scagliato contro l’enormità dei pettorali di Mertens. Riecco, improvvisa, la sudditanza psicologica. Ne avevano certificato la scomparsa per consunzione. E invece no, è sempre lì a portata di mano (naturalmente).
oggi pare che oltre al cammellino abbiamo preso pure praet. Vai peppino con i giovani che poi ci pensa il mister a farli crescere.
Come va la nostra situazione di facilità sul sosia del cammello?
Scritto da Fabrizio il 12 gennaio 2018 alle ore 10:51
Ottima possiamo dire. Un giocatore che a detta degli addetti ai lavori è forte, che gioca titolare in un prestigioso club del campionato più ricco del mondo, la cui società non ha certo problemi di soldi a garantirgli un rinnovo, rinuncia a tutto ciò pur di venire ad essere allenato da ambro e fare da riserva al cammello più vecchio. in un campionato monotono dove vince sempre la stessa squadra da 6 anni. Sicuramente non vede l’ora di arrivare in Italia a giugno, anzi subito, a queste condizioni.
Come va la nostra situazione di facilità sul sosia del cammello?
https://www.tuttojuve.com/calciomercato/corsport-juventus-alla-ricerca-del-dopo-allegri-zidane-inzaghi-e-mancini-in-lizza-404333
CHE FUTURO DI M…..
Ciao Rob, mi sa che hai ragione su tutta la linea…e se hai letto il mio post come una richiesta di limitazione del rischio d’impresa al SOLO professionista ben pagato, forse non ero stato molto chiaro.
Conosco diversi ex atleti professionisti che hanno guadagnato (chi più, chi meno) cifre inimmaginabili per l’uomo (o la donna) comune, anche se magari per brevi periodi.
C’è chi ha investito bene e si è creato un futuro molto comodo.
Altri, molto meno.
Come (credo) i divetti di cui scrivi.
Ciao Gian-carlo,
sul fatto che il rischio di impresa debba applicarsi solo al prof molto ben pagato, beh…
Viviamo in un mondo dove il modello imperante, almeno a quel che si legge e si vede, è e rimane quello anglosassone. Dove, dal top top, al neo assunto, ci vogliono cinque minuti a che ti facciano lo scatolone e ti salutino senz preavviso. Altro che tutele. Se no c’è la scandinavia, ma pare non essere molto trendy.
Da lehman brothers ed enron sino a giu giu alla ferramenta mc farland di edimburgo tutto funziona così. Corri come un cammello, ti indebiti sopra le recchie e poi in un amen ti cavano la sedia da sotto il culo.
Quindi, visto che la gggggente è ebbra di mettersi in fila per comprarsi (per se o per il pupo) l’ultimo modello di iphone o si indebita per comprarsi il 58 pollici per vedere amisci, o corre per andare a fare stte giorni intruppati a marsa alam o in spagna (tutta roba che viene da quella cultura li…., compreso la bolla dei subprime) deve pur accettare di essere messa col culo per terra in un sospiro.
Non si può scegliere quel che pare. Tutto si lega e tutto è coerente.
Se no riveda i suoi modelli. Qui ci sono ancora calciatori di serie minori che girano per citta di provincia come fossero divi. Mentre sono sbandati in attesa di accadere.
Buongiorno Rob, non vorrei passare per un diehard fan del Genta, ma se qualcuno vede la luce, tendenzialmente approvo. Non credo a limitazioni del numero degli “stranieri”, mi convince maggiormente che una societa’ come la nostra possa scegliere liberamente di avere un nucleo Italiano. Le seconde squadre sarebbero un ottimo sistema per rimpolpare la Lega pro. Sul concetto di rischio d’impresa per un professionista mediamente (molto) ben pagato, ovviamente condivido.
Non so Giancarlo. Al di là di questo specifico, non ho ricordi di richiami al realismo se non recenti dell’uomo, che tecnicamente, sia dal punto di vista pallo baro che di gestione ec-fin, e’ claudicante al minimo. Il ns calcio per me non si può permettere più di 16 squadre in serie a. Probabilmente è antistorico pensare ad n limite al tesseramento di stranieri (anche dal punto di vista regolamentare…), ma una qualche soluzione all’attuale situazione va trovata. Una potrebbe essere quella delle seconde squadre. Avversata, chissà perché , da stravecchio quella avanzata da bellinazzp, cioè una sorta d garanzia finanziaria ad inizio ann che conforti il pagamento degli stipendi almeno per la stagione, m pare un palliativo.sposta il problema. Per estensione allora quando una società fa un quadriennale dovrebbe dar garanzie di potermelo pagare. Si chiama rischio di impresa.
Si torna alla questione: che fibe ha fatto la covisoc? I principi sono chiari e limpidi da decenni. Stabilire di criteri condivisi che i bilanci societari debbono osservare pena la mancata iscrizione. Altro che garanzie (spesso farlo che) terze. È’ che in un sistema popolato da questa gente qui fa comodo a pochi.ed assisteremmo a fuochi di artificio.
Se un lavoratore qualsiasi si fa assumere da una impresa traballante se ne assume il rischio. Lo stesso deve accadere per un pallonaro. Senza poi poter chiedere che intervenga qualcuno (chi poi!).
@Robertson. Per compiacere il Vicentino, avrebbe potuto dire, che so, “dovrebbe farsi carico la Lega o la FIGC del problema”, insomma, qualcosa tipo “togliamo un po’ di soldi alla Juve”. Invece ha – a mio parere giustamente – centrato il problema delle 60 squadre in legapro (60 a inizio stagione…vediamo alla fine).
E dopo, con Boniciolli, condivideva la problematica delle squadre che sopravvivono alla meno peggio in A1 quando ci sono societa’ piu’ solide in A2, da dove sale solo 1 su 32…
Con tutta la disponibilita`di denaro che avete, i vostri mercati sono davvero di basso livello.
Non capisco.