C’è un Cristiano che non porge mai l’altra guancia. Gioca nel Real e segna sempre alla Juventus, già nove gol in sei partite. Due stasera: il primo dopo tre minuti, non facile per tutti tranne che per lui, ha indirizzato l’ordalia. Il secondo, in acrobazia, difficile per tutti tranne che per lui, l’ha chiusa. Tutti in piedi, allo Stadium: e un applauso che non finiva più.
Ci mancava solo il rosso a Dybala, un Dybala che, come Higuain, appena l’asticella sale, scende. Non sempre (Barcellona, Tottenham): spesso. In pratica, la Champions della Juventus finisce qui, nei quarti. Troppa differenza: soprattutto a metà campo. Isco, Modric, Casemiro e Kroos contro Bentancur e Khedira (tra i meno peggio) più un’ala che doveva fare il terzino (Douglas Costa) e un terzino che doveva fare l’ala (Alex Sandro). Con Benatia e Pjanic squalificati, nei panni di Allegri avrei battezzato un 4-3-2-1 meno vago (forse), ma dal divano è facile sputare sentenze. Mica devo confrontarmi con Cristiano, io: al massimo, devo dargli il voto. Nove.
C’è poi il discorso delle troppe coccole del campionato, coccole che, al di là dei meriti, trasformano un fortino inespugnabile (16 gol in 30 partite) in un reparto alla portata di troppi (11 gol in 9 gare). La Juventus, «questa» Juventus, ha dato tutto quello che poteva. Ha sfiorato l’1-1 con Higuain (gran parata di Navas), ha giochicchiato, cercando di andare oltre gli errori di Chiellini e gli anni di Buffon e Barzagli. Avrebbe potuto umiliarla, il Real di Zidane, come documentano le traverse di Kroos e Kovacic e, giusto agli sgoccioli, ebbene sì, una licenza poetica di CR7 in persona.
Sei scudetti, forse sette, ma da Cardiff allo Stadium non è cambiato nulla: 1-4, 0-3, crollo alla distanza e poker di Cristiano, con Messi l’unico extraterrestre di questo millennio.
What a pigsty!
I’m leaving.
Squadra piuttosto in salute… ma in effetti anche in salita, potrebbe essere.
Avremmo perso sicuramente. Ma mettere in campo Rugani anziché Barzagli. Mettere nel suo ruolo D. Costa. Mettere Marchisio anziché Asamoah. Mettere coso anziché Buffon ci avrebbe evitato una delle pagine più vergognose della nostra storia. Come al solito il genio non ne ha capito una beata minkia.
Contro il Benevento, squadra piuttosto in salita che a Torino é venuta a fare la partita (come molti del resto), Allegri riproporrà il solito refrain: Halma, pazienza, ritmi lenti, direi anzi aritmia, aspettiamo, poi facciamo 10-15 minuti un po’ più intensi e speriamo in una giocata individuale. Al risparmio totale, perché si sa, noi in primavera andiamo fortissimo ma nel dubbio é meglio risparmiare le energie. Poi suppongo si tornerà al centrocampo a 3, perché col Benevento é meglio non correre rischi mentre col Real é inutile provare a imporsi là in mezzo.
Pedofilo pasquale, qualche difficoltà a prendere sonno, ma mi accade anche se vinciamo 3-0.
Poi però ho dormito abbastanza bene.
Tu con ancora l’estintore Cuadrado conficcato laddove, come va?
L’importante non è vincere lo scudetto, ma non farlo vincere agli altri. Possiamo dire lo stesso della coppa dalle grandi orecchie? “Fame coacta vulpes alta in vinea uvam adpetebat..
contro il benevento voglio i migliori in campo.
De pasquale, voi avreste riservato bei motorini.
De pasquale quella sportività è un tema che non vi compete.
De pasquale voi avreste affidato tutto a qualche tribunal.
Citofonare #borussiamoenchenglaback..
Non uno che pensi al Benevento, complimenti.
Scritto da Roberto Beccantini il 3 aprile 2018 alle ore 23:17
Io, io, io,
Bello e meritato l’applauso di tutto lo stadio ieri a Ronaldo.
Finalmente un atto di sportività pura e sincera da parte di questi tifosi.
Altro che i Bilbao e compagnia brutta.
Davvero da non credere.
Da sottolineare con sincerità .
Mah, Bilbao, la formazione si poteva cambiare o meno, aveva una sua logica PRIMA (io avrei forse fatto scelte diverse, in porta e in difesa, Scezni e Rugani). DOPO si vede come non fosse centrata, e tutte le considerazioni, tue e di altri, sono corrette.
Rimane che, per vincere (o giocartela) una partita contro questi qui, devi avere un’organizzazione di gioco (noi non la si ha) e possibilmente far fare a tutti il proprio mestiere (dei nostri ce ne sono almeno due che il loro mestiere sarebbe insegnare a giocare ai figli ai giardini, non marcare Cristiano).
Rimane che, per vincere (o giocartela) una partita contro questi qui, devi sempre, SEMPRE, sapere cosa fare del pallone, PRIMA che tu ce lo abbia tra i piedi (a noi non capita mai, poi ci sono le sfumature di Rodrigo che è sveglio e la gioca di prima – e magari la sbaglia – e di Pijanic che deve toccarla tre volte per vedere dove sono i compagni -e magari il difensore lo rimonta e nel frattempo gliela porta via).
Rimane che, per vincere (o giocartela) una partita contro questi qui, devi correre più di loro e NON meno.
Rimane che, per vincere (o giocartela) una partita contro questi qui, devi essere abituato a giocartela e non speculare (così succede che pratiche come Spal e Benevento le archivi dopo mezzora, o eviti che chiunque, dal Milan in giù, venga a Torino a fare la partita).
Rimane che, per vincere (o giocartela) una partita contro questi qui, azzardo, serve un allenatore vero.