Non si può sempre scherzare con il fuoco. Prima o poi ci si brucia. E Zaza una volta, e Higuain l’altra. Fino a Koulibaly. Di testa, su corner di Callejon. Al 90’ spaccato. Aveva sempre perso, il Napoli, allo Stadium. Non stavolta. La volta più importante. Che, al di là del punto che resta, gli consegna un calendario meno impegnativo e uno scudetto meno lontano.
Altro che spirito del Bernabeu. La Juventus si è messa a catenaccio e ha atteso che il Napoli segnasse. Gioca sempre così, Allegri, contro Sarri: e dal momento che spesso l’ha sfangata, abbiamo sciolto serenate al suo illuminato pragmatismo (quorum ego). L’infortunio di Chiellini gli ha tolto uno scudo, d’accordo, ma i tenori erano troppo preoccupati di rispettare le consegne (Douglas Costa, Dybala) o troppo abbandonati da coloro che erano preoccupati (Higuain). Per tacere del centrocampo.
E così il Napoli ha rischiato solo su punizione di Pjanic (palo). Di solito, le partite noiose le vince la Juventus. L’ha vinta il Napoli, un Napoli monotono ma sempre sul pezzo, al netto del fumo che gli ha fornito il tridente leggero. L’arrosto, quello, l’hanno garantito la difesa, Hamsik, Jorginho.
Si apre, ufficialmente, il caso Dybala: non c’era a Madrid, quando la Juventus fece un partitone, e non c’è stato anche se c’era nello snodo-chiave del campionato. Solo colpa del mister?
Allegri aveva osato Howedes, prima terzino e poi centrale, puntava al mordi e fuggi che è un po’ il suo distintivo, ma i quattro punti di vantaggio gli hanno giocato un brutto scherzo. Il confine tra l’essere combattuto o combattivo ha inghiottito tutti, allenatore e giocatori. Zero idee e zero tiri su azione, la Juventus. Ecco qua il merito del Napoli. Aver disarmato i tiranni nel loro fortino. E averli colpiti quando, di solito, erano loro a colpire. Bisogna sempre sognare.
X Ambro delle 10:31 – Stai tranquillo che loro faranno 12 punti. O li fanno o glieli fanno fare.
X Ambro delle 11:04 – Vorrei ricordarti che fra terzo e quarto posto non c’è nessuna differenza.
Una stufa sarebbe servita il 2 luglio del 14 per spaccarla in testa al mister che così non sarebbe stato disponibile.
Il problema della partita di sabato, aldilà del bisogno dell’Inter di fare punti dato che all’ultima giornata faranno visita alla Lazio, è che storicamente le squadre di Spalletti perdono molte poche partite (finora solo quattro ad esempio). Certo, ne pareggiano tante, ma a noi il pareggio serve come una stufa a Luglio. Servirà quindi un’impresa, ancora più che a Madrid dato che l’Inter ha un portiere che due cazzate in una partita non le fa.
bologna, roma, verona sono problemi secondari. se non si vince a milano, nelle ultime tre ci sarebbe un crollo verticale data l’inutilità del risultato.
Non dimentichiamo il Bologna.
Sono in vacanza da diverse settimane, ma arriveranno a Torino senza alcuna pressione e con la tifoseria disposta a perdonare molte delle fesserie perpetrate nell’intera stagione in caso di risultato favorevole.
Non si può dire lo stesso per la Sampdoria a Napoli, per esempio.
ci credo poco in una vittoria a san siro. certo se vincessimo e convincessimo l’inerzia scudetto cambierebbe con il ciuccio che giocherebbe con il “macigno di dover vincere a tutti i costi per inseguire il sogno.”
La cosa più incredibile, ma non tanto in effetti se si pensa alla zucca vuota e piena solo di sè del minestraro, è che fa sempre e sempre lo stesso errore. Ormai l’hanno capito anche i sassi che per fregarci bisogna fare pressing e metterla sulla corsa. E noi dovremmo aver capito che giocando col braccino, camminando, attendendo la giocata del singolo, rischiamo con chiunque e con le squadre appena buone le prendiamo. Aspettare l’episodio estemporaneo non è bastato più nemmeno con Crotone e Spal, eppure evidentemente non è scattato niente nella testa di nessuno. Allo stesso modo, dovremmo aver capito che quando ognuno si mette nel proprio ruolo, non dico libero di far quel che vuole ma libero dai tatticismi del menga tipo “aspettare, palleggiare, passare indietro, attendere l’errore altrui, Dybala e Higuain mediani” eccetera, insomma quando i giocatori sono autorizzati a provare a fare la partita e persino a correre, siamo riusciti a fare il mazzo a chiunque. Allora PERCHÈ, stante questo, continuiamo col giocommerda?
Io ci andrei piano a catalogare la trasferta di Roma.
Non è che facciano i salti mortali di gioia se il Napoli vince il campionato…
Per questo è fondamentale battere i suoni e sperare che alla punultima la Roma abbia un buon vantaggio su inda e Lazio.
Tra l’altro i rapporti tra le due società sono ottimi. Loro penseranno ai casi loro, per blindare il terzo posto
contro abbiamo un allenatore che, senz’altro con una rosa più ampia, ma con qualche buco, perché a centrocampo non ha tutta questa varietà e qualità di scelta, ha dosato e centellinato e spalmato le energie su tutta La Rosa, pagando dazio quanto ad automatismi.di gioco, ma che è stato protagonista in tutte le competizioni, così come è doveroso per la Juve.
Scritto da Riccardo Ric il 24 aprile 2018 alle ore 09:29
Questo e’assolutamente falso
La Rosa di sarri non solo e’molto ma molto ristretta ma ha dovuto fare i conti con gli infortuni lunghi di milik e gulahm,a gennaio gli hanno venduto giaccherini e il solo cambio in attacco e’ounas.
La storia degli automatismi di allegri poi e’risibile.
Non ne ha mai avuti al Milan e sicuramente non ne ha MAI mostrati alla Juventus e questo e’un dato oggettivo.