In attesa di conoscere come il sindaco di Monaco di Baviera chioserà il mani-comio di Marcelo e i due contatti fra Sergio Ramos e Lewandowski, anche in base alla documentazione sul corpo a corpo Benatia-Lucas Vazquez che gli fornirà il sindaco di Torino, in finale, la terza consecutiva, ci va la squadra cha fra andata e ritorno ha segnato di più, non la squadra che meritava di più. Questa è la mia opinione, e «le opinioni sono come il sedere. Tutti ne abbiamo uno, ma non è detto che interessi agli altri».
Real, dunque. E Bayern sempre lì, a masticare polvere e rabbia. A me la partita è piaciuta. Per il ritmo e per il rapporto velocità-precisione. I gol di Kimmich non fanno più notizia. Quelli di Benzema, invece sì: il primo glielo ha offerto Marcelo; il secondo, regalato Ulreich. Il pareggio di James Rodriguez aveva reso ancora più spasmodici gli sgoccioli dell’ordalia, ma è entrato Casemiro (che avrei schierato dall’inizio) e il catenaccio di Zizou ha tenuto.
Già in ombra mercoledì scorso, Cristiano si era mangiato il 3-1. Del Bayern – privo di Neuer, Boateng, Vidal e Robben – ho apprezzato Kimmich, Tolisso, Ribéry, abbastanza James. Del Real, colui che fu il peggiore contro la Juventus: Keylor Navas. Di ribaltone in ribaltone, le squadre si sono allungate. Heynckes è uno degli allenatori più sottovalutati; Zizou, uno dei più «illusionisti»: capaci, cioè, di nascondere la fortuna sotto la grandezza (e non viceversa, come fanno molti). E i moduli? Elastici. Per servire, servono, ma ricordatevi sempre il motto di Liedholm: «Provati in partita, gli schemi riescono perfettamente in allenamento».
Cos’altro aggiungere? Che il Bernabeu in un’area è una chiesa e nell’altra un bordello. E che la paperissima del vice Neuer ribadisce quanto sia prezioso il mestiere di portiere di notte.
Riccardo, ne sei sicuro? Vado sùbito a ricercarlo, ma a me pare che il secondo gol afgano fu viziato abbastanza nettamente. Se lo ricordo bene, furono 2 grosse decisioni contrarie.
Cosiccome, per l’inizio dell’epopea maradoniana, l’1-3 a Torino nel campionato 186/87 vide 2 gol in fuorigioco (mi pare su quelli di Carnevale e Volpecina, ma vado a memoria).
oddio, dieci mi sembra un po’ poco (anche considerando gli “sdoppiamenti”), ma se lo dice il primario…
Gentile Bilbao, grazie ma non è il caso. Tutto comincia dai posti-letto della Clinica. Sono un terzo del numero dei Pazienti che si son fatti ricoverati. Si comincia da lì, poi si procede con l’analisi degli stili (affidata a una new entry, miss Hill) e quindi eccetera eccetera.
Il Real Madrid, il potente Real, ideatore della Coppa dei Campioni, è stato trenta anni senza vincerla. Diconsi trenta. Ovviamente attesero noi in finale per vincerla di nuovo. …
gli attuali Degenti sono dieci, non uno di più. Con un paio di valorosissimi che si sdoppiano e, nell’ambito della stessa seduta o terapia, fanno lo juventino e l’interista.
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Mitico Sig. Beck, l’ho sempre saputo.
Come Joe.
Il Real Madrid, a fine anni ’50, spinse e credette molto nella competizione europea a squadre come forma di integrazione europea per una nazione retta da una dittatura fascista che, ufficialmente (ma poi la verità…), era in qualche modo isolata dalla comunità internazionale.
In cambio dovevano vincere per forza e la storia dell’ingaggio di Di Stefano è emblematica.
Gentile Lucxk, Era rigore, Era d’estate, era, era, era. Quanto “imperfetto” c’è nelle nostre vite…
bilbao, l’errore arbitrale più sanguinoso in termini di conseguenze e clamoroso che io abbia visto è il goal di Henry in Francia Eire che costò l’eliminazione dai Mondiali al buon vecchio Trap, quando si accomodò la palla con la mano. Eppure, sarà stato anche per il fascino della “marsigliese”, può darsi, ma semplicemente l’arbitro non lo vide e non lo fischiò. In quel Napoli Juve, e sottaccio chi fosse all’epoca il ds del Napoli, il guardialinee ando’ su con la bandierina, ahime ed amen, rimane che tre goal regolari il Napoli ce li segnò.
Gentile Teodolinda, un caro saluto a lei e alla sua splendida terra. Mi permetta solo un minuscolo distinguo: la Clinica privata è questa. L’altra è un Ospedale para-pubblico che può contenere, per legge, un massimo di 5000 degenti. Quota raggiunta e suscettibile di piccoli smottamenti in base alle “dismissioni”, mi consenta, dei pazienti non più malati o sedicenti tali.
Tranquillo: il primo amore il Primario non lo scorderà mai…
Marcelo conferma “era rigore”.