La vittoria e la sconfitta, questi impostori, scriveva Kipling. E’ la vita. E’ lo sport. E’ stata Real-Liverpool, finale nella quale è successo tutto quello può succedere per ripristinare il primato dell’uomo sullo schema, del talento e del suo opposto sulle lavagne, dell’esperienza sull’entusiasmo.
Uscito Salah, sperontato a metà campo da Sergio Ramos senza che l’arbitro fiatasse, è uscito il Liverpool, fin lì padrone del pressing, dei ritmi, dell’avversario.
Entrato Bale, è scesa dal cielo, «a miracol mostrare», una rovescita come quella che Cristiano aveva inflitto alla Juventus.
In mezzo, più Blancos che Reds, la paperissima di Karius su Benzema, il pareggio di Mané e due legni (la traversa di Isco, il palo di Mané). La memoria è corsa a una notte di San Siro del 1965, a Inter-Liverpool, allo «scippo» di Peirò a Lawrence. E dal momento che gli dei avevano fame, ecco un’altra gaffe dello smarrito Karius, non meno tedesco di Ulreich, colui che, al Bernabeu, aveva spalancato la porta a Benzema (sempre lui!).
E così Zidane ha vinto ancora (già tre consecutive), Klopp ha perso ancora e il Real, quel Real che aveva rischiato l’osso del collo con la Juventus e il Bayern, celebra la 13a. Coppa dei Campioni, la terza di fila, la quarta nelle ultime cinque edizioni, una striscia che avvicina la generazione Cristiano al celebre quinquennio di Di Stefano, Puskas, Gento.
Lacrimae rerum, scriveva Virgilio nel primo libro dell’Eneide. Tristezza delle cose. Ha pianto Salah, ha pianto Karius. Hanno pianto molti. Perché i novanta minuti di Kiev hanno preso la scienza, l’hanno fatta scendere dalle aule troppe «magne» di Coverciano per consegnarla ai comuni mortali. E nel dubbio su chi scommettere – tra chi può permettersi Bale riserva e chi Karius titolare – be’, il destino è stato di un conformismo straziante.
Gentile Lex, il suo è un altro discorso. Che posso condividere. Persino Nereo Rocco (grandissimo) schierava sempre un paio di “assassini”. Li chiamava così. Ci vuole Scirea e ci cuole Montero. O Sergio Ramos. La coppia perfetta. Doctor Jekyll e mister Hyde.
Nessuno mette in dubbio la “classe” di Ramos.
Però. . . . . .
Scandaloso che l arbitro sul fallo di ramos su salah non abbia ne anche fischiato la punizione
Io Ramos lo vorrei nella mia squadra. Sempre. Come Montero. Bastardo col coltello tra i denti.
Giornalista : Di Biagio dice che gli hai dato un pugno.
Montero : non è vero.
Giornalista: Di Biagio dice gli hai dato un pugno.
Montero: non è vero!
Giornalista mostra le immagini a Montero in cui si vede la mascella di Di Biagio oscillare dopo il colpo di Montero.
Montero: si no gli piace jugar il calcio che vada jugar la pallavolo!
Muahahshah!
La famosa rimonta dell’Inda nel ’65, porta soprattutto il nome della terna arbitrale, tornata a casa con una sporta colma di “doni”.
I Moratti sono sempre stati molto generosi con le giacchette nere
Sergio Ramos non lo tira semplicemente giù con il braccio, se guardate bene lo tiene durante la caduta, gli frana volutamente addosso girandosi e continuandolo a tenere con il braccio gli impedisce di cadere in maniera naturale.
Sergio Ramos è un fuoriclasse ma è anche un grandissimo figlio di puttana che voleva far male a Salah e ci è riuscito.
Mura potrebbe provare con il curling magari li qualcosa acchiappa
Perfino Mura sbrocca e dice che Ramos è un “noto picchiatore”
Gentile Riccardo Ric, si vergogni. Chieda scusa a se stesso.
Pare (dico sul serio) che il Liverpool abbia sondato Donnarumma… la padella e la brace?