Se Portogallo-Spagna aveva celebrato la grandezza di Cristiano Ronaldo, Argentina-Islanda ha ribadito quanto il mondo, per Leo Messi, continui a essere la cruna di un ago attraverso la quale è più facile che passi un cammello. In attesa di essere smentito, e ne sarei felicissimo, eccoci qua a raccogliere i coriandoli, mesti, di un rigore sbagliato (complimenti ad Halldorson, però), di tre punizioni alte o comunque smorzate dal muro, di un sinistro a fil di palo (la cosa più bella) e di un destro largo.
Non è bastato un gran gol di Aguero. Non sono bastati gli spiccioli concessi a Higuain. Gli islandesi erano grattacieli che occupavano ogni via, ogni spiazzo. Il pareggio-lampo di A. Finnbogason aveva smascherato la modestia di Caballero (portieri, che succede?) e la fragilità di un apparato difensivo che – se incalzato – avrebbe offerto spiragli verosimilmente ghiotti.
Sampaoli ha impiegato Messi alla Dybala. Dietro ad Aguero e persino alle ali, Di Maria (quantum mutatus ab illo) e Meza. Se davanti hai un catenaccio, e quello degli avversari lo era a tripla mandata, può essere un’idea. A patto che scocchi la scintilla del dribbling o qualche compare di merende gli dia una mano: non certo Biglia e Mascherano, due lenti a contatto (vecchio cabaret). Mancava un Riquelme di riferimento, di supporto.
Gli islandesi sono stati bravi a portarlo sul destro, ad accerchiarlo, senza arrivare a martellate da Bronx. Domanda: un Messi più vicino alla porta avrebbe forzato il destino? Difficile, in quella giungla di ossa e di cuori. Cristiano ne aveva già realizzati tre, di gol, e il primo addirittura su rigore; in tribuna, inoltre, c’era Maradona, e credo che proprio questi paragoni abbiano contribuito a moltiplicare le pressioni, trasformandolo, avrebbe detto l’Avvocato, in un coniglio bagnato. Battuta che fece la fortuna del destinatario, un certo Robi Baggio.
Scritto da Roberto Beccantini il 16 giugno 2018 alle ore 19:28
Ah lo so benissimo, che si era dimenticato di me, defilato sull’ala. Ma non mi sono fatto scappare l’occasione. Dribbling secco e tiro a giro all’incrocio…
Gentile Bilbao, a parte il linguaggio non entro nel merito della mossa: la riporto. A dimostrazione che, di fronte a certi catenaccioni, spostare un po’ più avanti o un po’ più indietro le pedine, e anche le regine, non è peccato mortale. Si ricordi sempre la massima di Michel Platini: se ci riduciamo a calibrare gli aggettivi a un potenziale campione sui venti metri più avanti o su venti metri più indietro, non poveri noi: povero lui.
L’Argentina mi sembra un brutto posto.messi che non determina più’ ad altissimi livelli da alcuni anni ma decide chi far giocare;ingerenze pesanti da fuori (Maradona).talenti non considerati(icardi,perotti,Fazio)a favore di vcchi monumenti che hanno già ’ dato.squadra squilibrata ,forte in attacco ma debole in difesa.
Gentile Riccardo Ric, quando opero non penso mai ai pazienti che sto operando. Ma in questo caso, vista la facilità dell’intervento, ho pensato a tutti gli altri pazienti, giuro…
Messi impiegato alla Dybala è una cagata pazzesca.
Cioè fatemi capire, un fesso copierebbe un’idiota e questo, improvvisamente, riabiliterebbe un’idiota?
Come dire che la Merkel si sveglia ed invade l’Austria e poi la Polonia e che quindi l’imbianchino austriaco dovrebbe essere visto con un occhio diverso.
Boh.
Grazie Beck, ho veramente apprezzato gli ultimi due post…
Dopo Allegri cercato dal Real altra soddisfazione, Finalmente la fuffa si sta diradando….
Gentile Lex, al contrario: se pure Sampaoli lo impiega così, e Sampaoli fino a ieri era un genio, significa che la mossa di Allegri non era poi così sconsiderata. Anche Simeone, sì: ma soprattutto (per me) un Riquelme capace di sollevare Messi dagli obblighi di essere Messi.
Scritto da Roberto Beccantini il 16 giugno 2018 alle ore 18:18
E Riccardo Ric il più grande intenditore di calcio di tutti i tempi.
“Messi impiegato alla Dybala” e’ una chicca che mi riempie di soddisfazione.
e pure il cambio di Banega te lo raccomando ehhh….da Oscar del calcio