E’ stata una finale all’altezza del Mondiale, divertente e feroce. Ha vinto la Francia come nel 1998, quando batté la Croazia in semifinale. Il calcio è questo: confronto di scuole, di stili, di talenti. E di episodi.
Sangue blu. E generali fortunati, tipo Deschamps. Alla Croazia è mancato un Suker; alla Francia, per un’ora, il coraggio. Eppure era lei che conduceva. Dal calcio totale degli anni Settanta ai calci piazzati del Duemila. Autogol di Mandzukic su punizione di Griezmann. Braccio di Perisic e rigore di Griezmann (via Var, protagonista complicato ma vittorioso). In mezzo, il gioiello di Perisic.
Modric, un Modric normale, ordinava e calibrava il pressing. Da una parte, un centrocampo creativo o comunque paesaggistico; dall’altra, gli spigoli di Pogba, Kanté (non il miglior Kanté) e Matuidi. Togliere spazio a Mbappé significa togliere le bombole di ossigeno a un sommozzatore.
I cultori del possesso-palla si coccolavano il diritto morale alla vittoria, i patiti della cucina «à l’italienne» sguainavano il risultato come se fosse una baionetta. Dopo un’ora, l’ansia da rimonta e il peso dei supplementari pregressi hanno chiesto il conto alla squadra di Dalic, il cui torello non produceva ormai che mischie. Mi tengo, di Mosca, il lancio di Pogba a Mbappé. La palla è poi tornata a «casa» ma il bisturi mancino di Paul, fortunoso nell’anestesia del rimpallo, è niente rispetto alla bellezza di quella traiettoria così tagliata, così pettinata. E dire che, fin lì, Pogba era stato più trincea che baionetta.
Il gol di Mbappé e l’omaggio di Lloris al pressing solitario ma cocciuto di Mandzukic hanno suggellato un 4-2 che onora i vincitori e non umilia i vinti. E ribadisce come il calcio rimanga, per fortuna o per sfortuna, un ibrido tra scienza e riffa che lascia tutti Allegri o non allegri.
Pubblico una risposta da FB, al quesito sulla suddivisione dei ricavi tra Juve ed Adidas (non conoscendo i numeri di vendita, ne sappiamo comunque quanto prima)
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L’accordo firmato nell’ottobre del 2013 prevedeva un corrispettivo fisso di 23,25 milioni a stagione, mentre per la gestione delle attività di licensing e merchandising della Juventus, l’Adidas offriva un corrispettivo fisso di 6 milioni all’anno, che portava il valore della sponsorizzazione tecnica a poco meno di 30 milioni (29,25 milioni per la precisione).
In base a questa versione dell’accordo la Juventus avrebbe inoltre beneficiato di royalties addizionali al superamento di determinati volumi.
La Juventus però rinunciò ai 6 milioni aggiuntivi di minimo garantito, con l’obiettivo di guadagnare di più attraverso la gestione diretta di licensing e merchanding. Gestione diretta, che è bene sottolinearlo, comporta non solo un incremento potenziale dei ricavi, ma anche maggiori investimenti e maggiori costi di gestione.
A proposito della capienza dello stadio, vorrei ricordare che Platinì ha giocato solo nel vecchio Stadio Comunale che conteneva 65.000 posti quasi tutti in piedi, scoperti e che almeno un paio di volte, pur essendo munito del biglietto, non riuscì ad entrare perché era stracolmo. Ricordo anche la lunga fila di autobus che sfilavano sull’autostrada Mi-To. e tante altre cose. Certamente ho esagerato parlando di fallimento e avrei dovuto usare altre allocuzione. Ciò non toglie che ora se ne pagheranno le conseguenze perché, oltre tutto, lo stadio è stato costruito anche senza prevedere il suo eventuale ampliamento.
Gian-carlo,
a me un centrocampo granitico dietro DC, paulino e il mostro mi piacerebbe tanto.
Ecco, magari quei tre li troppo muscolari. Ma mi basterebbe portare con l’ape il latticino balcanico in catalogna, fare una deviazione a nord, passare a manchester (by the sea), caricare il polpino e tornare a casa.
E poi scenderebbero definitivamente le tenebre sullo stivale. E probabilmente non solo.
Il pogliani conferma quel che ho sempre pensato. E cioè che l’elemento strutturale nel cambiamento epocale di questo decennio (sottolineo epocale) è l’ingaggio di Pirlo nel 2011. Assieme, anche, a quello dello Smemorato del salento.
Pirlo, lui si, sposta completamente gli equilibri nell’estate del 2011.
Non solo per quello che fa lui, ma per come fa crescere tutti quelli attorno a lui,
Ha dato tempo alla squadra societaria di crescere. ha consentito al Polpo di maturare. Ha dato coscienza alla squadra, confortando Gigione che si sentiva solo.
Il più mostruoso seppuku della storia del calcio.
L’ironia è che l’attuale sgsgsgsgestore della juve ebbe un ruolo chiav(ica) in simile sfondone (complici il pompetta e cravatta gialla).
Il calcio è stranissimo.
…se poi mi dici che non avremmo un “regista” tradizionale, risponderei che – come si postava ieri – si diceva lo stesso di Tardelli Furino Benetti…quando avevamo Causio e Bettega a fianco di Boninsegna prima e Pablito poi.
Lungi da me caricare su Dybala e D.Costa certi paragoni, ma, nel calcio d’oggi, Dybala – CR7 – D.Costa sono un trio tale da mettere in apprensione qualsiasi reparto arretrato.
x Leo: Kantè è ANCHE tecnico, Pogba ça va sans dire…potresti tenere Matuidi come cambio (di lusso) di Kantè e giocare con Kantè (Matuidi) E.Can (Marchisio) Pogba (Bentancur)…tanta, tanta, tanta roba, come dicono i ggggiovani.
x Giancarlo…sicuramente un ccntrocampo muscoloso anzi “molto muscoloso”, ma non pensi che un po’ di tecnica ci vorrebbe anche? leo
beh, prendere Kantè sarebbe notevole, avendo già Matuidi mancherebbe solo Pogba…
Dove hai letto di Rugani? leo
x bit…Mi lascia perplesso se aggiungo Kantè a Matuidi ed Emre Can (che non conosco ma leggo giudizi!) aggiungiamo solo muscoli e togliamo tecnica. Cazzo ne facciamo di Kedira?