I mercati della Juventus, anche i più arroganti, sono stati quasi sempre «sottrazioni». All’alba del Duemila, e in piena Triade: più Trezeguet meno Inzaghi, girato al Milan la stagione successiva (e con il Milan vincitore di ben due Champions, la prima contro la Juventus). Subito dopo: meno Zidane (e Inzaghi), più Buffon, Nedvev e Thuram. In tempi più recenti: più Higuain meno Pogba.
Ciò premesso, il triangolo Higuain-Bonucci-Caldara riassume, sulla carta, molto più che una sottrazione. Immagino come l’avrebbe definito Fantozzi: più o meno come definì «La corazzata Potemkin». In ordine sparso:
1) Dal Real non avrei preso Cristiano ma Modric e comunque, per carità: anche se a 33 anni CR resta uno dei due extraterrestri in circolazione, l’altro è Messi. E’ un trasferimento che, in barba all’età, coinvolge il campo e l’indotto. Però sì, è il colpo del secolo (anche se di un secolo appena maggiorenne, visto che siamo nel 2018).
2) Mi spiace per Higuain, un campione e non un fuoriclasse, emotivo come Vettel, ma pur sempre una carabina da venti gol abbondanti a stagione. Se non altro, da grasso che cola diventerà grasso che vola. E’ il «prezzo» che la Juventus ha voluto pagare al Cristianesimo e, con tutto il rispetto, a una liturgia nella quale ho colto tracce di delirio di onnipotenza: tanto prima o poi Higuain lo piazziamo alle nostre condizioni. Salvo piazzarlo, alla fine della giostra, alle condizioni del Milan. Non a caso Leonardo ha preteso che nell’operazione entrasse «gratis» Caldara. Il Milan, fuor di metafora, ha «pagato» Caldara attraverso il prestito del Pipita. Ripeto: il prestito, con diritto (e non obbligo) di riscatto.
3) Bonucci. L’idea che potesse tornare, proprio non mi era venuta, né l’avevo (o l’avrei) sollecitata, ma sul piano tattico può costituire un’alternativa a Pjanic, dal momento che la manovra zoppica a metà campo, non in attacco. Bonucci ha 31 anni ed è un battitore libero, termine che il vocabolario siliconato del Post-sacchismo traduce con «centrale». Non è forte sull’uomo, è forte – ripeto – come rampa di (ri)lancio. Al Diavolo i gradi di capitano: voleva essere ceduto, voleva tornare. Allegri è uomo di mondo: di «questo» mondo, soprattutto. Si saranno parlati, si saranno chiariti. Le sommosse dei social mi lasciano indifferente: quando, nell’estate del 1976, Boniperti girò Capello al Milan per Benetti e Anastasi all’Inter per Boninsegna il web non esisteva ancora eppure i curvaioli gli imbrattarono i muri di casa. Sappiamo come andò a finire.
4) Bonucci per Caldara alla pari: mai. Questa proprio non l’ho capita. Per carità, non stiamo parlando di un «già Beckenbauer» e nemmeno, probabilmente, di un «futuro Beckenbauer», ma l’ex atalantino era stato testato da mesi e bloccato da un anno, era felicissimo di giocare nella Juventus, era già stato presentato. Improvvisamente, sbarcato e mollato: mi arrendo.
Trattasi dell’ennesimo azzardo dentro la scommessona Cristiano dal titolo: ossessione Champions. Spero di sbagliarmi, ma in chiave giovani la Juventus ha lanciato un pessimo segnale. Non solo. Il Milan aveva un sacco di problemi, e al di là dei rapporti inter-aziendali, in passato fin troppo sodali e solidali (purtroppo), lo zelo da «crocerossina» di Marotta e Paratici mi è sembrato, senza scomodare Fantozzi, un filo «esagerato».
Premessa:chiedere a sandro se non si vergogna di quel che scrive e’perfettamente inutile.
Trattasi di una bestia senza nessun tipo di senso dell’onore,della stessa razza di quelle che hanno portato il paese al collasso per fare i propri porci comodi.
Ognuno ha il governo che si merita.(cit.confucio).
Finché esisteranno i sandro di questo mondo che pensano che chiunque governi sia un ladro quindi tanto vale che governino i ladri pro domo sua,non cambiera’mai nulla.
Avendo deciso sin da ragazzino di non avere figli la cosa non mi turba piu’di tanto ma se le generazioni future vogliono avere chances migliori la prima cosa da fare e’trovare il modo di eliminare i sandro.fisicamente,purtropppo,non e’attuabile ma trovare una soluzione alternativa deve essere l’obiettIvo primario.
lo penso anch’io, con i tempi biblici del sistema giudiziario italico fare previsioni attendibili è utopia
Mi pare che la concessione scada nel 2042.
Possiamo tranquillamente attendere la naturale scadenza del contratto.
Impossibile che a quella data, i processi, siano giunti a conclusione.
Benvenuti nel paese dei balocchi
Altro che revoca
Franzo’, per quello che ho letto la penale ci sarebbe lo stesso al netto di eventuali sanzioni se venisse provata la responsabilità di Autostrade. Sempre una montagna di soldi.
Come la metti e metti, oggi ci sono degli assassini a piede libero. Poi di Benetton me ne sbatto pure, tanto se nn specula su questo lo farà su altro. Nessun imprenditore diventa miliardario onestamente. Non a quei livelli.
“Sandro”
Prima scrivevi con un altro nick e te ne sei dovuto andare in quanto questo spazio ti era intellettualmente fuori portata.ti ripresenti dopo un anno e passa a scrivere sempre le stesse stronzate e raccogli un plebiscito di insulti.sei masochista o solo un pezzo di merda?
Ah un’altra cosa: il controllato non può controllarsi da solo. É una contraddizione in termini. E come minimo un conflitto di interessi anche nel caso in cui il controllato paghi un esterno per controllare. É lo Stato che deve controllare colui al quale ha concesso la.direzione delle proprie strade.
Io penso che la questione della revoca abbia molto a che fare con il populismo, perché in effetti Di Maio non ha parlato dei costi bestiali che la stessa provocherebbe per i mancati utili. Conte non può dire che non può aspettare la giustizia penale perché la revoca nn avrebbe costi solo se si dimostrasse una grave inadempienza, cosa che può essere verificata solo dopo un’indagine. Però é evidente che in ponte può crollare solo se non ha goduto di adeguata manutenzione. Questo é oggettivo perché si tratta di un ponte, una struttura passiva soggetta a continue sollecitazioni. Inoltre quando veniamo a sapere che la.società autostrade promuove un bando per dei lavori di una certa importanza ma li posticipa a dopo le vacanze, possiamo facilmente dedurre che il ponte non era a posto. Tutto questo porta al concessionario. Quello che mi manda in bestia é il portavoce che viene a dire davanti alle telecamere che per Autostrade era tutto a posto. Ma allora il ponte é davvero venuto giù per un fulmine?
Così ci risparmiamo anche le favolette tipo “il ponte che sarebbe rimasto in piedi almeno altri 100 anni”, quando facevano comodo i controlli di Autostrade.