Caccia al tesoro. Caccia del tesoro. Di debutto in debutto, dalla prima ufficiale di Verona alla prima casalinga la Juventus e Cristiano Ronaldo continuano ad annusarsi, a cercarsi, scortati all’altare dalla prudenza e la malizia che accompagnano la filosofia di monsignor Allegri, un allenatore che piace più ai giornalisti (non tutti) che ai tifosi (non pochi).
Al Bentegodi, contro il Chievo, ci furono una partenza sprint, un calo da specchio-delle-mie-brame e una coda da sturm und drang. Con la Lazio hanno risolto due gol, uno per tempo: il primo di Pjanic, il secondo di Mandzukic (servito generosamente e casualmente dal tacco di Cristiano). Hanno vinto i più forti, i più esperti: chi si può permettere Douglas Costa e Dybala in panchina. Immobile ha retto un tempo, poi Bonucci e Chiellini l’hanno consegnato alle docce. Non mi hanno entusiasmato le suole di Milinkovic-Savic, mentre Khedira, già in gol al Bentegodi, ha colpito un palo: non se ne può più.
Con Mandzukic alla Benzema, l’extraterrestre s’imboscava a sinistra e da lì filava verso il cuore dell’area. Il gol l’ha sfiorato nella ripresa, con un missile dal limite. I primi applausi, se non ricordo male, li aveva però strappati arretrando in difesa, a snellire il traffico, per il legittimo orgoglio di colui che considera il calcio libertà (e non bellezza, o non sempre bellezza, come Arrighetto Sacchi).
Fuor di metafore e di battute, è stata una Juventus che il richiamo della foresta (cassa di risparmio) ha spinto a una gestione sabauda della pratica, anche perché le scottature della scorsa stagione, in Supercoppa e proprio alla Stadium, qualche cicatrice l’avevano distribuita. Alla Lazio, in fin dei conti, non sono stati concessi che un paio di tiri (Lulic, Luis Alberto) e un’incornata di Parolo. Il Cristianesimo è fede, non tattica.
Gentile Robertson, si figuri. Le ragioni le sappiamo a memoria. La scienza vede in lui un allenatore pragmatico polischemista, che al culto del tecnico ha dedicato lo stipendio e per il resto predilige i giocatori. La cultura popolare – non meno esperta, a volte – vede in lui un freno all’estetismo della squadra. Parola d’ordine: “con quei giocatori lì”…
Insomma: nulla di nuovo sotto la luna.
bel portierino donnarumma
proprio un bel portierino
E di che….
Le ragioni dell’una e dell’altra, secondo lei?
Gentile Robertson, mi scuso se non sono stato chiaro. Piace molto a molti giornalisti (non tutti, però). Non piace a molti tifosi (cioè “non pochi”). Mi scusi ancora.
E la ribaltano…
Cosa abbastanza sporca, direi immonda, sul Pipita a Kabul.
Se non ho visto male.
Beck
Quando scrive
“Allegri, un allenatore che piace più ai giornalisti (non tutti) che ai tifosi (non pochi).”
Riferendosi ai tifosi intende che non sono pochi i tifosi a cui non piace? La leggo un poco contorto (io) oppure è’ stato un poco contorto lei, volutamente, nel suo scritto? (butta un petardo in piccionaia per vedere che succede?).
A me pare che, in generale, l’acciuga piaccia molto ai giornalisti cui piace il cabaret. Perché effettivamente è un cabarettista interessante. Oltre che un umorista inconsapevole (“fase difensiva” di Ronaldo e’ , dovrebbe essere, un ossimoro, come dire che da vinci avrebbe dovuto essere un falegname migliore.).
Pareggio degli afgani.
Sarebbe un bel risultato per noi, ma la vedo dura.
@Superciuk : non la sto guardando. Prova su firstrow.eu e prova con quelli dal link 4 in avanti. Non sono in sciopero o chiusi, ma va ricaricata la pagina web.
Gentile Lex, buona sera. Ricordo, certo. Si può sempre migliorare, che discorsi, ma anche quei piedi, mamma mia, al di là dell’allenatore qualche dribbling in più, qualche tocco azzeccato in più.