Caccia al tesoro. Caccia del tesoro. Di debutto in debutto, dalla prima ufficiale di Verona alla prima casalinga la Juventus e Cristiano Ronaldo continuano ad annusarsi, a cercarsi, scortati all’altare dalla prudenza e la malizia che accompagnano la filosofia di monsignor Allegri, un allenatore che piace più ai giornalisti (non tutti) che ai tifosi (non pochi).
Al Bentegodi, contro il Chievo, ci furono una partenza sprint, un calo da specchio-delle-mie-brame e una coda da sturm und drang. Con la Lazio hanno risolto due gol, uno per tempo: il primo di Pjanic, il secondo di Mandzukic (servito generosamente e casualmente dal tacco di Cristiano). Hanno vinto i più forti, i più esperti: chi si può permettere Douglas Costa e Dybala in panchina. Immobile ha retto un tempo, poi Bonucci e Chiellini l’hanno consegnato alle docce. Non mi hanno entusiasmato le suole di Milinkovic-Savic, mentre Khedira, già in gol al Bentegodi, ha colpito un palo: non se ne può più.
Con Mandzukic alla Benzema, l’extraterrestre s’imboscava a sinistra e da lì filava verso il cuore dell’area. Il gol l’ha sfiorato nella ripresa, con un missile dal limite. I primi applausi, se non ricordo male, li aveva però strappati arretrando in difesa, a snellire il traffico, per il legittimo orgoglio di colui che considera il calcio libertà (e non bellezza, o non sempre bellezza, come Arrighetto Sacchi).
Fuor di metafore e di battute, è stata una Juventus che il richiamo della foresta (cassa di risparmio) ha spinto a una gestione sabauda della pratica, anche perché le scottature della scorsa stagione, in Supercoppa e proprio alla Stadium, qualche cicatrice l’avevano distribuita. Alla Lazio, in fin dei conti, non sono stati concessi che un paio di tiri (Lulic, Luis Alberto) e un’incornata di Parolo. Il Cristianesimo è fede, non tattica.
si Franzò, ok.
Riccardo temo che tu debba tornare sui libri, e non solo su quelli che trattano il calcio.
beh, magari, te lo auguro, dopo averlo augurato a me. 105 punti per il Napoli sono un sogno, ma non certo una utopia. Allora? che famo?
Riccardo, “sogno” è un sinonimo di “utopia”.
si si…il napoli che fa 105 punti ed io vinco al super enalotto
aaaahhhh…già siamo passati al “o” “o”. Secondi in campionato con il Napoli che realizza 105 punti e finale persa contro il Bayern ai rigori. 2 a 2 al novantesimo 3 a 3 dopo i supplementari. Che famo? Lo cacciamo?
o vince la champion o lo scudetto, se non vince nulla lo cacciano de sicuro, salvate sto post , poi me dirai
Scritto da intervengo102 il 28 agosto 2018 alle ore 16:54
ahò intervè, è stata ntrodotta la frase di Agnelli nel dibattito ed io commento quer che ha detto, no quello che avrebbe potuto dire….
di sicuro non ha detto, nemmeno per metafora o per messaggio subliminale ” se non vinciamo la champions, oltre allo scontato scudetto, sarà una stagione fallimentare e caccerò Allegri a calci in culo”. Proprio non l’ha detto.
Così Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta, ai microfoni di Sky Sport dopo il rocambolesco 3-3 dell’Olimpico contro la Roma: “I ragazzi questa sera hanno fatto una grande partita. Il pareggio ci lascia però molto amaro in bocca, siamo andati molto vicini a vincere la gara. Avevamo gli spazi per segnare ancora, sarebbe stato bello aver la possibilità di fare un cambio davanti come Gomez. Purtroppo ho dovuto fare le sostituzioni per necessità, mi serviva la fisicità di De Roon in mezzo al campo per contrastare Nzonzi. Ci è mancato un po’ di rodaggio dietro quando la Roma ha cambiato modulo. Rigoni? È un giocatore con caratteristiche importanti. Dobbiamo vedere se avrà la duttilità giusta per occupare altri ruoli. Proporre il mio calcio in un top club? La mia idea di calcio è sempre quella. Possono cambiare gli avversari e in base alla tua esperienza puoi fare degli accorgimenti. Non ho mai allenato un grande club, in quel momento l’Inter era in difficoltà, arrivava dietro il Genoa e l’Atalanta”.
Zampini (lui so chi è) è un grandissimo, per fortuna ce l’abbiamo noi….