Non seguite il risultato, scarno e tribolato: vi porterebbe fuori strada. Napoli-Liverpool 1-0 è stata una piccola, grande, lezione di Ancelotti a Klopp. Subito tre stopperoni (Maksimovic, Albiol, Koulibaly) a marcare il territorio e poi, nel finale, forze fresche (Mertens, soprattutto) e idee chiare. In mezzo, tanto Allan, una partita sempre sotto controllo e avversari spesso sotto schiaffo. Basta prendere il primo ventello dello Stadium e spalmarlo sui 97 minuti del San Paolo: se non in brillantezza, almeno in concentrazione, in forza, in lucidità . Et voilà .
Un gol «parato» sulla linea a Callejon, la traversa di Mertens, la rete di Insigne al 90’: e di fronte c’erano i finalisti di Kiev, Mané, Firmino, e Salah, 50 reti nelle ultime sedici di Champions. Questa volta, invece, manco uno palla-gol. Brividi sparsi e modici, molto modici: ma palle-gol, ripeto, zero.
E’ qui la festa, è qui la differenza di una notte, con un Napoli addirittura in testa al gurppo, nonostante lo 0-0 di Belgrado, e un Liverpool che non sembrava nemmeno il Liverpool: banale nelle scelte e alla mercé dei rivali persino sul piano fisico. Ne ha vinte cinque, Carletto, di Champions: due da giocatore e tre da mister. Conosce gli squali psicologici e tattici che infestano i mari d’Europa, ha ricavato tutto da tutti, ha trasformato l’ordalia in un braccio di ferro che le teste e i muscoli dei suoi hanno tirato da una parte: la parte giusta.
Quattro partite, quattro vittorie: è ancora presto per comunicare al mondo che il calcio del campionato italiano è più «allenante», ma intanto teniamoci queste tracce. Guerriera anche l’Inter a Eindhoven. Dal Tottenham al Psv, seconda rimonta e secondo graffio di Icardi. Inoltre: non è solo il gol a fissare i progressi di Nainggolan; Politano blinda la fascia; Handanovic si aggiudica per k.o. tecnico il duello indiretto con Zoet. Spalletti gongola: l’Inter non è più l’anti-Inter.
Teo, sappua che ho accuratamente evitato i suoi paraggi.
Cosi’ per non rovinarmi la vacanza.
Allan quanto potrà durare?
E non ha neanche il collo taurino…
https://www.tuttojuve.com/altre-notizie/calcio-e-finanza-stipendi-dirigenti-juventus-marotta-incassa-55-milioni-nel-201718-compensi-per-il-cda-raddoppiati-441194
e va beh dai,Peppino cresta ha di che consolarsi…..
5,5 milioni in un anno a sto coglione,roba da pazzi.
Per il sindaco di Riace la cosa da fare e’buttare via la chiave.
Definitivamente.
De pasquale, lasci perdere, su… si concentri sugli elogi ad Asamoah e al marito della Wanda.
@De pasquale.
Sappia che il meno dotato di QI in Sicilia è sempre una spanna sopra di lei.
E non solo di lei…
Beh le italiane hanno fatto dei notevoli passi avanti per il passaggio del turno.
La Juve l’ha praticamente ipotecato: 90%
La Roma deve fare 4 punti contro il CSKA per non avere problemi (non è un impresa): 75%
L’Inter ha l’obbligo di fare almeno un punto contro il Barca (dura ma non impossibile soprattutto a Milano) se no si gioca tutto a Londra e allora la vedo dura 60%
Il Napoli se la gioca contro il PSG. Questi sono forti ma presuntuosi e il buon Carletto potrebbe anche dire la sua 50%.
La buona notizia è il fatto che nessuna delle altre potrà snobbare la CL Per dire l’Inter dopo la sosta giocherà nel giro di 2 settimane contro Milan, Lazio e Barca 2 volte. Buon viatico alla perdita di punti in campionato.
ma infatti, se non gioca col piede sull’acceleratore il liverpool non vale tantissimo. è un gioco tutto in verticale che si basa su velocità e intensità . se mancano quelle non resta molto e le può prendere pure da squadre non eccelse.
C’è qualquadra che non cosa (cit)
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Se è vero che l’ apparenza inganna, allora il nome di Massimo Moratti per la presidenza della Figc (il commissario Fabbricini lascerà la poltrona il 22 ottobre, giorno delle elezioni) non è casuale. No: Moratti è il prescelto da colui che sta tessendo i fili della politica del calcio, ovvero Andrea Agnelli. È stato infatti il presidente della Juve a coinvolgere l’ ex patron interista per un pranzo in cui discutere la sua ipotetica candidatura e quest’ ultimo avrebbe accettato seppur senza convinzione.
Il pranzo è stato poi rimandato per intoppi organizzativi, non per la volontà di Moratti, che rimane disponibile a discutere ma anche inchiodato alla sua posizione: non avrebbe intenzione di candidarsi e non sentirebbe l’ esigenza di tornare nel mondo del calcio. Dovesse farlo (domani si riunisce la Lega di A per varare il nome del candidato alla Figc, da presentare ufficialmente domenica) vorrà dire che Agnelli è stato particolarmente abile nel mettere a posto tutte le tessere del mosaico che ha progettato.
Moratti sarebbe il tassello finale nel grande disegno del presidente bianconero. Il cui obiettivo è accrescere il valore politico della A, sia all’ esterno (tramite la presidenza dell’ Eca, associazione dei club europei) che all’ interno dei confini. In quest’ ultimo caso, è necessario per Agnelli avere un presidente federale proveniente dalla Lega di A, appunto. Che è prigioniera di un paradosso: è l’ unica che funziona, soprattutto alla luce del trambusto estivo in B e di conseguenza in C, ma il suo peso nelle elezioni alla presidenza federale rimane limitato ad un 12%.
Ma perché ha scelto proprio Moratti? Primo perché agli occhi del presidente bianconero sarebbe l’ unica figura in grado di coinvolgere una robusta coalizione e quindi di muovere il dubbio attorno all’ altra candidatura alla poltrona federale, ovvero quella di Gabriele Gravina, forte in linea teorica dal 63% dell’ elettorato (Lega Pro, Lnd, allenatori e arbitri). Poi perché Moratti non è inviso a nessuno se non lo è alla Juve (la società che lo propone) e inoltre perché viene ormai dall’ esterno, con un abito quasi neutrale e quindi potrebbe essere identificato dai club di A (metà dei quali, capitanati dalla Lazio di Lotito, andrebbero a loro volta convinti) e da altre componenti elettorali (i calciatori sono divisi) come un vecchio saggio a cui chiedere consiglio per il futuro del calcio.
Il secondo aspetto è che Moratti – naturalmente – sarebbe gradito alla società con cui Agnelli sta cercando il dialogo per raddoppiare il peso politico della serie A, ovvero l’ Inter.
Questa mossa ha agitato il mare delle tifoserie avverse, in subbuglio al solo pensiero di un asse bianconerazzurro dopo anni di veleni reciproci nel post Calciopoli, ma la questione non sfiora il presidente bianconero, la cui priorità ora è strettamente politica.
È però indicativa circa il lento ma costante avvicinamento tra le società Juve e Inter, che in un futuro prossimo potrebbero costruire un massiccio asse di potere. La proposta di Agnelli a Moratti è solo l’ ultimo indizio: Zhang infatti aveva dato il suo voto al numero uno bianconero all’ Eca e in questi giorni si è interessato a Marotta per l’ Inter. Sono tutti segnali per cui i due mondi non sono più così lontani.
L’ asse bianconerazzurro rimane però uno sfondo della battaglia per la presidenza della Figc, ormai entrata nel vivo. I prossimi sviluppi dipendono dall’ abilità politica di Agnelli, che sta sondando i terreni per aggregare pareri favorevoli. Ma il tempo stringe: domenica si chiudono le liste per la candidatura alla presidenza Figc, il 22 si vota per il governo del calcio italiano. E il suo futuro.
Scritto da Fabrizio il 4 ottobre 2018 alle ore 16:35
Anche io. Però troppi indizi fanno una prova. Ci sono allenatori che si stufano o sono poco interessati a curare la fase difensiva. Mi sa che klopp sia uno di questi.
Basterebbe klopp con barzagli assistente, a meno che non si pensi veramente che la fase difensiva a chiellini bonucci barzagli ecc l’abbia insegnata allegri.
Il liverpool comunque se perde aggressività e tono scade molto. Anche a roma l’anno scorso non fece una gran figura. Diciamo pure che in mezzo non hanno personalità debordanti e pure che Firmino sembra avere qualche problema fisico.