La Nazionale di confine ha fatto un passo avanti oltre la dogana della diffidenza, dei mondiali visti in tv, dei problemi la cui soluzione, in campionato, affidiamo spesso agli stranieri. L’1-0 di Chorzow vale molto più della salvezza in Nations League. Ha prolungato, sul piano del gioco, il primo tempo di Marassi, contro gli ucraini, e incerotta le statistiche: non si vinceva una partita ufficiale dall’ottobre 2017 (1-0 in Albania), Mancini aveva preso sempre gol.
Non penso che lo zero a zero avrebbe confuso il partito dei prestazionisti, ma di sicuro ai tavoli dei risultatisti qualche tappo sarebbe saltato. Tanto tuonò che non piovve: più o meno. E invece, agli sgoccioli degli sgoccioli, il Biraghi fin lì senza infamia e senza lode ha preso la metà riffa che è il calcio e l’ha calpestata con l’altra metà che è scienza, o arte o giustizia.
Splendido il «passaggio» di Biraghi a capitan Astori. Che poi la spizzata aerea, sull’angolo di Insigne, l’abbia prodotta Lasagna – e non l’Immobile che molti invocavano – bé, questi sono i piccoli episodi che fanno grandi e fortunati i generali. Generali che, come il Mancio, la iella aveva scortato per 93’ meno un corner.
Nel mio piccolo avevo suggerito di giocare come il Portogallo: di tecnica, di palleggio. La Polonia, di una fisicità legnosa persino in Lewandowski, solo a metà ripresa, dopo i cambi, ha azzeccato un paio di contropiede, sventati da Donnarumma o sprecati da Milik. I nostri l’hanno occupata e disarmata fin dall’inizio, come documentano le traverse di Jorginho e Insigne, le parate di Szczesny su Jorginho, Chiellini e Florenzi, i tiri di un Bernardeschi che, sotto porta, deve essere più freddo. Da Verratti al tridentino, la conferma della formazione è stata la chiave. In altri tempi, e con altri centravanti, avremmo vinto tre o quattro a zero. Ma è un limite, questo, che non intacca i meriti.
Lo scorso anno abbiamo vinto almeno la metà delle nostre partite giocando di merda. Si può giocare male e vincere, se hai delle individualità superiori a quelle delle altre squadre.
ma dai, lovre, non lo sai scrivere nemmeno tu… “coso” semplifica notevolmente le cose, non è un’offesa.
@ Raschieri & c.Non c’è bisogno di sapere il polacco si può benissimo scrivere Scesny.
Beck,seguito a non capire il tirare in Ballo continuamente Astori.Lasciatelo,tutti,riposare in pace!
Raschieri,Coso sarai tu…questo è il portiere della JUVENTUS!!Quando imparerai ad aver rispetto degli altri.
Nemmeno io so cosa significhi giocare bene. O meglio, se i numerini dopo l. Indicazione della partita sono positivi sicuramente si è giocato bene, se sono negativi si può aprire il dibattito. Impossibile giocare male e vincere, possibile giocare bene e perdere, sopratutto se la squadra avversaria ha giocato ancor meglio
Oohhh a proposito,Scezny è un grandissimo portiere.Forse il migliore in Europa,chi vuol capire capisca!!!
:))
Bit,
certo. Ma per coerenza avrebbe dovuto continuare a dire che, non sapendo lui cosa significasse giocare bene o male, s’eravvvvinto duazzzaro quindi vabbbbbene stoppe. Fingendo incredulità per l’entusiasmo del pubblico (l’impottttanteèvince).
certo Enrico, è il tipo di calcio verso cui si propende. Io non preferisco quello del Barca di Guardiola.