I numeri dei singoli contro una squadra. Risultato: 2-2. Ed è il Napoli – due volte raggiunto, la seconda al 93’ – a smoccolare. Aveva giocato meglio, aveva sofferto il giusto e sempre replicato, quando non, addirittura, governato. Privo di Thiago Silva, l’unico lucchetto della difesa, il Paris Saint-Germain sbandava e ripartiva, ripartiva e sbandava come capita alle franchigie imbottite di qualità ma avare di equilibrio, di storia.
Non si batte il Liverpool e non si «rischia» di ripetersi al Parco se dietro non si ha un’idea, un’anima. Insigne come al San Paolo, contro il Liverpool; e poi, dopo la sua uscita e l’autogol di Mario Rui, ecco Mertens (che già aveva colpito una traversa). Ancelotti si è messo in tasca Tuchel. La stessa mossa anti Reds – i tre stopperoni: Maksimovic, Albiol, Koulibaly – e una manovra capace di resistere ai fiammiferi che qui e là Neymar, Mbappé e Di Maria accendevano. Non Cavani, disarmato e sostituito.
Non che il circo parigino abbia prodotto solo noia (bravo Ospina su Mbappé e Neymar), ma c’è voluta una magia di Di Maria per incerottare il risultato. Verratti e Rabiot erano sentinelle fragili: per guadagnare metri il Paris doveva farsi un mazzo così, visti i cingolati di Allan e Hamsik; al Napoli bastava lanciare nello spazio. Peccato per le rifiniture, non sempre baciate.
E’ un pareggio che non attenua i rimorsi per lo zero di Belgrado ma tiene viva la qualificazione. Si potrebbe dire che, in fin dei conti, come Insigne contro Klopp aveva segnato agli sgoccioli, così lo ha fatto Di Maria al Parco. Il Napoli aveva però dominato, il Paris mica tanto.
Al Camp Nou, in compenso, non c’è stata partita. Troppo Barcellona, dovunque e comunque. Anche così, senza Messi (e Nainggolan). L’ennesimo suicidio del Tottenham rende indolore la sconfitta dell’Inter. Quattro su quattro agli ottavi: perché no.
Ranieri una volta disse chiaramente che fu la società a prendere Poulsen. Avevo dimenticato Molinaro.
Grygera, Legrottaglie, Brazzo, Thiago, Palladino, Nocerino, e dimentico qualcuno. Ho citato gente titolare o che alcune volte lo era. Nella Juve di oggi Palladino quante volte gioca da titolare in attacco?
da noi Ranieri non sbarellò la seconda stagione. Secondo in campionato, (stagione precedente terzi), girone champions superato alla grande con vittorie contro Real sia a Torino che Madrid. Sul finale di stagione in effetti la squadra sbarellò, ma a secondo posto, (quindi miglioramento rispetto al primo anno) acquisito. L’esonero a tre giornate dalla fine con incarico a Ferrara, poi addirittura confermato per la stagione successiva, fu la peggior decisione presa da una dirigenza Juve negli ultimi 40 anni. Dovevano terminare la stagione con lui e poi con calma eventualmente ricercare il miglior allenatore disponibile sul mercato e non affidarsi ad un pivellino.
cmq tra Ranieri ed Allegri e’ na bella lotta , io ci metterei pure Mou e Capello , tutti figli di Trapattoni . Per come la vedo io un allenatore dovrebbe fare ben altro .
no era il livello tecnico modesto della juve , erano gli altri che lo avevano maggiore, altri tempi rispetto alla serie A di oggi
certo se poi preferiva poulsen a Xabi Alonso, e faceva giocare molinaro…..
livello tecnico modesto? Trezeguet/Camoranesi/Nedved/Adp/Buffon/Tiago (che non ha poi fatto male a Madrid) … mah….
Ezio e Alex
Secondo me Ranieri é un ottimo allenatore, tatticamente più preparato di Allegri. Però ha questa tendenza a sbarellare nelle sue seconde stagioni: lo ha fatto a Roma, da noi e pure in premier. Sotto questo aspetto Allegri gli é superiore. Io la Juve di Ranieri la ricordo solida e ben organizzata, pur con un livello tecnico modesto.
Si Ezio, era la volpe e l’uva, ma avendo risposto ad una capra ho pensato che fosse meglio coinvolgere un lupo…
Steven Zhang ha appena dichiarato che il suo obiettivo è fare dell’Inter il club più titolato al mondo.
Il mio obiettivo invece è fare sesso a tre con Irina Shayk e Adriana Lima…