Addio sei su sei, come proprio impossibile non mi sembrava. L’Inter, tanto per cambiare, si è suicidata; il Napoli no, si è «solo» arreso. La Champions è una roulette che riempie le tasche, mescola le emozioni e divora i dettagli.
Hai voglia di chiedere a un Barcellona sazio, e comunque subito avanti, quello che non ti riesce neppure contro il Psv Eindhoven (con rispetto parlando, per carità ). D’accordo, il palo di Perisic e la gaffe di Asamoah. Ma c’era tutto San Siro e ancora tutta una partita. Questa volta, il cerotto di Icardi non è bastato.
Ho visto un’Inter sulle gambe, nervosa, incapace di ribellarsi ai suoi limiti. Spalletti ha rischiato Candreva all’inizio e Lautaro alla fine: come non detto. Ad agosto, quando ci fu il sorteggio, avevo collocato l’Inter dietro Barça e Tottenham, ma da come sono andate le cose la retrocessione in Europa League brucia: non può non bruciare. Siamo appena a metà dicembre e il panorama è questo: già a meno quattordici dalla Juventus, già sfrattati dalla Champions. Con Nainggolan, l’uomo che avrebbe dovuto dare la scossa, disperso nella Siberia della panchina.
Il Liverpool ha costruito gli ottavi in casa. All’andata non aveva creato mezza palla-gol. Stasera, di forza o di rimessa, almeno sei-sette. La rete di Salah nasconde gli sgorbi di Mané e le parate di Ospina (gol a parte). Aggrapparsi alla gran parata di Alisson su Milik significa essere biechi risultatisti.
Non credo che l’obiettivo del «buon» pareggio abbia condizionato la tattica di Ancelotti. Sono mancati, clamorosamente, Insigne, Mertens, Hamsik: i tenori. Allan e Koulibaly hanno fatto il possibile. Esce, il Napoli, per il gol preso dalla Stella Rossa al San Paolo. Imbattuto con il Paris Saint-Germain (2-2, 1-1), sullo stesso piano – statistico, almeno – dei vice campioni d’Europa (1-0, 0-1). Rimpianti, al massimo. I rimorsi sono tutti dell’Inter.
Gentile Roberto, lo slogan tagliato con l’accetta era strumentale per poter uscire dalla stanza…. ogni tanto bisogna concedere qualcosa alla platea.
Scherzi a parte io ho sempre detto che sono i giocatori che fanno le fortune (o sfortune) dei mister, e non viceserva….
I mister contano, altroché, ma diciamo che Ancelotti avrebbe vinto lo scudetto con Buffon Cannavaro Thuram Nedved, Lippi avrebbe fatto più di Ancelotti con la sua stessa Juve? Io non credo. (E qui mi sono rigiocato la platea e mi barrico di nuovo)
la scelta fosse di investire tutto sul campionato……
Scritto da ezio maccalli il 12 dicembre 2018 alle ore 15:34
Eh mentalità da Sangiovannese o da Empoli, al massimo. (a proposito Beck, al momento il turpe Iachini al posto del “bello” Andreazzoli, sta producendo “bellezza”, ad Empoli). Ma ora parla l’allegriano convinto, anticipo.
Sarri arrivò agli ottavi nel 2016/17, se non sbaglio, e furono eliminati dal Real (3-1/1-3) – l’anno scorso uscirono senza troppa gloria ai gironi ma credo che (come si è poi visto nella conseguente EL) la scelta fosse di investire tutto sul campionato……
Gentile Ezio, Orwell a parte (ottimo suggerimento), lei con questi slogan tagliati con l’accetta offre troppo alibi ai giocatori.
Quanto ad Allegri, sarà vincitore se vincerà lo scudetto e la Champions, sennò passerà solo alla storia per quello che ha fatto perdere la Champions a CR7
Scritto da ezio maccalli il 12 dicembre 2018 alle ore 14:55
Esattissimo.
Vero. Mi verrebbe da dire che l’epoca sarriana ha prodotto un regredimento nel percorso di crescita europeo del Napoli, ma non sono sicuro di essere oggettivo ed equidistante, vista la mia notoria avversione al sarrismo, peraltro motivata.
poi ci fu un alluce col Chelsea ai tempi di Mazzarri………….. e senza incontrare Messi e CR7…….
che quando han trovato Cristiano han sempre e solo beccato………
ma l’alluce, fece la differenza anche con benitez, qualche anno fa, e diventano due…… poi ci fu un alluce nei preliminari con i portoghesi, se non ricordo male, e si comincia a misurare in piedi invece che pollici…..
Tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri e’ accostabile ai punti del Napoli e del Liverpool, ma la differenza l’ha fatta un alluce…verissimo che e’ l’alluce che ha reso bipede il Liverpool e lasciato quadrupede il Napoli, e va analizzato, perché non è casuale, ma senza dimenticare che si sta parlando di un alluce. Un po’ come i 20 secondi che mancarono alla Juve a Madrid, stagione scorsa…
Sorrido Ezio, ho letto anche Orwell, prima di Veneizani, e non solo 1984, (a dirla tutta ho visto il film), ma pure la fattoria degli animali….