Cristiano di qua, traversa di là . Questo trofeo usa e Gedda avrebbe meritato più doveri in campo, non solo più diritti fuori. Il caldo, d’accordo, e dunque un ritmo che sarebbe piaciuto a Khedira. Ha giocato, il Milan, come mi aspettavo: compatto, cauto, con Paquetà e Calhanoglu sherpa. In compenso, la febbre sarriana ha ridotto Higuain a un pugno di spiccioli (e di nervi).
In assenza di Mandzukic, Madama ha lasciato l’area in balia di Romagnoli e Zapata. Cristiano ci entrava con sussiego, Dybala quasi mai. Il giro-palla diventava eccitante quando ne venivano coinvolti Cancelo, al rientro, e Douglas Costa.
Puoi esportarle ovunque, ma le finali made in Italy sono queste, grovigli di lamiere fumanti dai quali l’ultimo passaggio esce spesso moribondo. E la fantasia? Ai domiciliari.
Certo, la partita la facevano i campioni: senza fretta, però, e con quel briciolo di supponenza che gli dei non sempre gradiscono. Chiellini, lui sì che ci dava. Gattuso ha cercato di trasformare la gara secca nel viagra degli sfavoriti, riuscendoci all’alba dei due tempi.
La traversa di Cutrone, in avvio di ripresa, è stata un petardo; la sgrullata del marziano, complice Donnarumma, una sentenza. Viceversa, il rosso-Var di Kessie ha mandato tutti a nanna. La Juventus, per eccesso di torello (62% a 38%); il Milan, per decesso di benzina. Le processioni di Dybala rimangono un mistero non meno noioso del braccio di ferro ideologico tra i pro Allegri (dieci trofei, zitti e a casa) e gli anti (dieci trofei, oh yes: ma emozioni, zero). Stavolta voto l’opposizione.
Alle signore arabe e ai signori sceicchi smisto volentieri il brivido di spiegarmi come avrebbero giudicato il braccio di Zapata e l’entrata di Emre Can su Conti. La democrazia si misura anche da questi dettagli. O no?
Tenere in bilico i risultati fino all’ultimo senza forzare mai (faccio riferimento all’invito di Allegri a far girare il pallone dopo l’espulsione di Kessie invece di provare ad affondare il colpo) porta la Juve ad essere in balia di se stessa, del suo sapersi più forte e credersi talvolta invulnerabile, così da rendere ogni pallone buttato in area un potenziale pericolo che può stravolgere una partita condotta tranquillamente fino a quel momento.
Ce n’è davvero bisogno?
Juventibus
Scritto da Alex drastico il 18 gennaio 2019 alle ore 14:36
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A Milano con l’inda stavamo lasciando lo scudetto per colpa di questo atteggiamento. Poi Dyba e il Pipita hanno deciso di fare di testa propria. A Madrid non é bastato.
io sono molto pragmatico sempre. Sul 3 a 0 per noi i supplementari erano una ipotesi concreta. Pragmatica.
Sempre per capire, Intervengo, chi avrebbe dovuto sostituire con chi, Allegri, per cambiare sicuramente il corso della storia della partita? No perchè altre volte Allegri ha fatto dei cambi e abbiamo perso per quei cambi.
Perdonami Intervengo, giusto per capire, in quale preciso momento Allegri avrebbe dovuto fare il cambio, per evitare il rigore, nel momento in cui parte il lancio, sul quale Alex Sandro non scatta in avanti per mettere in fuorigioco Ronaldo, o quando Benatia si perde l’avversario davanti a Buffon?
Impara Mike70.
no no….a quel punto fai un cambio al 90esimo ed il rigore non c’e’ piu
Scritto da intervengo102 il 18 gennaio 2019 alle ore 17:00
bastava un cambio , un semplice cazzo di cambio , per vedere un altra storia.
Scritto da intervengo102 il 18 gennaio 2019 alle ore 17:10
Rimango sempre affascinato da queste certezze ferree.
Mike70, se non sei sicuro astieniti :-)))
Ho dei vaghissimi ricordi di una sostituzione di Morata a Monaco di Baviera ……ma potrei sbagliare
e poi….il Real si stava cacando letteralmente nelle mani , Marcelo e Carvacal ammoniti , inoltre chiudere il Real nella sua area ??? e chi lo ha mai scritto e/o detto ????
bastava un cambio , un semplice cazzo di cambio , per vedere un altra storia.
no no….a quel punto fai un cambio al 90esimo ed il rigore non c’e’ piu