Quando ha segnato Cancelo, la Lazio vinceva per uno a zero: e addirittura su autorete (di un disastroso Emre Can). Il risultato, a essere schietti, avrebbe dovuto essere tre o quattro a zero: penso alle parate di Szczesny su Luis Alberto e Parolo, al salvataggio di Rugani (su Immobile), all’erroraccio di Immobile.
Invece no, appena un gol di scarto. Allegri l’ha sfangata con i cambi. Bernardeschi ha propiziato il primo gol, Cancelo ha firmato l’uno a uno e costretto Lulic al rigore del sorpasso, trasformato da un Cristiano che aveva passato tutto il primo tempo a sbracciarsi con il mister: avanti, avanti. Allegri avrebbe potuto rispondergli come una domenica, a Bergamo, Pesaola giustificò il catenaccio del Bologna dopo promesse assortite di calcio-champagne: «Me hanno rubato la idea».
Mai vista una Lazio così bella, così padrona, così sprecona. Inzaghi aveva azzeccato tutto. Ed era stata la qualità del centrocampo – Parolo, Lucas Leiva, Milinkovic-Savic, Luis Alberto – a declassare la Tiranna a damigella spaesata, perennemente rannicchiata nelle sue laboriose trincee.
In Europa, non oso immaginare cosa sarebbe uscito da un simile bombardamento. In Italia, non solo la Juventus non ha perso: ha vinto e portato a undici punti il tesoretto sul Napoli. L’infortunio di Bonucci e l’ingresso di Chiellini non potevano sabotare la trama. La Lazio ha giocato la partita della vita mentre, per un’ora, la Juventus è stata inguardabile. Cristiano e Dybala sono cresciuti appena in tempo per ribellarsi alla deriva, e fermarla.
Bernardeschi a sinistra e Cancelo a destra hanno scalfito le certezze di Inzaghi. Fa sorridere alludere alle assenze di Pjanic e Mandzukic, quando è stata proprio la panchina a rovesciare la notte. Il calcio è questo. Finché la rosa va.
Scritto da Massimo Franzo’, l’ultimo dei contigiani il 28 gennaio 2019 alle ore 22:54
Concordo in pieno con quello che dici ma sento che quest’anno possiamo farcela. La Juve quasi supponente in campionato è una lontana parente di quella che ho visto in CL quest’anno .
Il Real Madrid campione del 1998 era fortissimo, meno consapevole di quella Juve, ma decisamente forte.
C’erano, tra gli altri: Sanchis e Hierro, Roberto Carlos e Redondo, Seedorf e Raul
Assolutamente no. Basta andare su youtube per rendersi conto che pur giocando male con Amburgo e Real, provammo a vincerle. Avemmo delle occasioni per vincere entrambe quelle partite. E le ho riviste più di una volta.
Ha perso due finali giocando contro il Barcellona e il Real, le quali non vincono le Champions, le collezionano.
Scritto da Roberto il 28 gennaio 2019 alle ore 22:31
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Infatti io non contesto le sconfitte nello specifico. Con quelle squadre può perdere chiunque. Contesto il fatto di aver portato, in entrambe le finali, i nostri migliori giocatori in condizioni fisiche pessime. Contesto il fatto che abbia scelto di giocare il secondo tempo di Cardiff con due giocatori infortunati, e di conseguenza di aver scelto di arrivare ai supplementari senza, di fatto, giocarsela. Anche giocandole al massimo probabilmente le avremmo perse, ma ce le saremmo giocate.
…Atletico
L’Atlethico ci dirà qualcosa di più sulle reali possibilità di arrivare in fondo alla CL , ma sono fiducioso perché la Juve in Champions si trasforma.
Ma infatti é stato indegno anche perdere con l’Amburgo, chi ha mai detto il contrario.
Sbagliammo tutto quella sera, e poi certo Magath trovó il tiro della vita.
Comunque pur di rivincere la Champions sarei dispostissimo ad accettare il giocommerda più giocommerda della galassia, in una finale. Anzi se vinciamo col giocommerda faccio pure voto di non criticarlo più… in Europa.
Io trovo più indegno perdere contro 1-0 contro l’Amburgo, avendo quella squadra, o contro il Real di tale Mihatovic, avendo quella squadra. Ma questo è un problema mio.
Ha perso due finali giocando contro il Barcellona e il Real, le quali non vincono le Champions, le collezionano.
Mi spiace per i tuoi cabbasisi ma è un problema tuo.