Per mezzora l’Ajax ha incantato come nel secondo tempo di Torino. Testa alta, petto in fuori, ricami al limite e dentro l’area avversaria; gol di Van de Beek, un altro paio di occasioni (la più ghiotta delle quali sciupata, per egoismo, proprio dal mio quasi parente), il solito gioco invasivo e per le nostre rustiche bocciofile, Atalanta esclusa, trasgressivo.
Poi, e qui entra in scena l’altra faccia della luna, l’Ajax si è tolto il papillon e la giacca dello smoking, tanto per far capire agli Speroni che, insomma: monelli sì, fessi no. Morale: 4-1 al Barnebau, 2-1 allo Stadium, 1-0 a Londra. E la finale di Champions che sembra, ormai, l’utopia di Galeano rovesciata: «se lei fa un passo, noi ne facciamo due».
Mancavano, al Tottenham, Kane e Son. Traduzione: tutto l’attacco. Non sono bastati, ma ad Allegri sarebbero serviti, quei due giocatori che, bene o male, hanno contribuito, più ancora di Alli ed Eriksen, ad alimentare un filo di speranza: Lucas Moura-Douglas Costa e Llorente-Mandzukic (il penultimo, non l’ultimo).
Il palo di Neres, a ripresa inoltrata, ha confermato che nel calcio tutto serve e nulla va stipato in cantina, a cominciare dal contropiede, a patto di non trasformarlo nell’unico feticcio. Non è stata, a essere schietti, una «semi» esteticamente memorabile. Devoto alle dritte di Mourinho, Pochettino ha cercato di metterla sul fisico, ma di Onana non ricordo una parata. Aver perso anche Vertonghen ha tolto un po’ di ciccia nelle mischie. Il successo dell’Ajax penso che rimanga però al di sopra di ogni dispetto o sospetto.
Blind e De Ligt: ecco una coppia di avvocati a cui, se fossi imputato, affiderei la mia difesa. Per il resto, tutto molto british: la resistenza, la resa, gli applausi ai vincitori. Come ai tempi di Adani ed Eva.
Fulvio : noi tifosi non abbiamo il potere di cacciare nessuno e io condivido sempre l’idea di massima societaria di non cambiare allenatore a stagione in corso. Personalmente se mi chiedi un parere, io avrei allontanato il cazzaro livornese amante delle chiacchiere da tv o da bar esattamente due anni fa più o meno, giugno 2017 dopo Cardiff in finale della coppa. E pensa che dopo il suo primo anno alla Juventus gli riconoscevo più meriti che l’opposto.
Tanto per restare in tema di cazzate da bar, ti ricordi cosa disse il cazzaro su quanto era accaduto tra il primo e il secondo tempo di Cardiff? O quello che ha blaterato qualche settimana dopo il ritorno a Torino contro i lancieri?
Per la Stampa (busiarda…? ;-) Allegri e Agnelli si starebbero vedendo proprio ora… qualcuno conferma o smentisce?
Caro Alessandro, allora visto che sei tranquillo, dimostralo. Io da juventino non vedo il senso di andare ad aizzare e provocare polemiche su altri spazi dove so che ci sono altri tifosi di altre squadre.
Mi aiuti a capire perché allora tu fai così?
Dovresti dimostrare di non essere come quelle iene ridens stupide e ottuse e ipocrite come lo zio Pasquale/il numero 3, gentaglia a cui piace la merda tirata addosso e che crede di venire qui a provocare senza peraltro avere la possibilità reale di essere credibili.
Pedofilo guardone, pateticamente fai il copia incolla delle stronzate che scrivi con l’altro nickname a numero. Sei ridotto peggio del solito. Ritorna al buco di merda dal quale provieni. E non ti atteggiare, che fai ancora più pena.
Il cazzaro, giustamente, ha provato a giustificare il suo fallimento personale. Prima, si attacca agli infortuni. Poi, cerca di convincerci del fatto che contro l’Ajax nn siamo stati dominati in lungo e in largo ma abbiamo subito solo 4 contropiedi (che poi é pure cretino perché sarebbe grave già solo quesyo). Infine ci dice che si, lui può pure giocare bene, ma che sia chiaro il fatto che per farlo deve mettere solo gente offensiva e nessuno di contenimento con il risultato che nn potremo vincere. Del resto é un Cazzaro.
Perfetto Fabrizio.
Non si può programmare la vittoria della Champions, e gli episodi possono certo orientare una gara giocata su 180 minuti, ma:
1) Si può impostare la preparazione atletica in modo da arrivare nel miglior stato di forma possibile per quando iniziano le eliminazioni dirette, ed in modo da evitare la falcidie di infortuni
2) Si può adottare un atteggiamento d’attacco, meno calcolatore o attendista, proprio perchè nell’iminazione diretta si possono fare pochissimi calcoli
3) Se contassero cosà poco la preparazione e l’atteggiamento, e tutto fosse deputato al caso, per la legge dei grandi numeri negli ultimi 23 anni avremmo dovuto vincerne qualcuna in più. Invece la sorte, che non é cieca e anzi ci vede benissimo, da 23 anni cocca chi PROVA a vincere e schifa chi, come noi, si rintana impaurito nella propria metà campo.
Scritto da MacPhisto il 1 maggio 2019 alle ore 12:05
Esattamente. Il lavoro di uno staff atletico é quello di fare arrivare la propria in ottime condizioni fisiche a marzo. Per fare un finale di stagione a modo. Non riesco a capire perché nn si riesca a comprendere.
@ Alessandro.
Ancora una volta sono costretto a spiegarti come stanno le cose, vediamo se ci riesco.
Premessa: i mulita e i Viola si ritengono i nostri più feroci nemici, in realtà a noi di loro frega un cacchio.
E veniamo ai fatti:
Esattamente 12 mesi fa, il Napoli ha incontrato, a una settimana di distanza, la Fiorentina e il Toro, lasciando per strada 5 punti.
Classifica finale:
Juve 95
Napoli 91.
Come vedi, non c’è Orsato che tenga, se i ciucci avessero vinto quelle due partite, ci sarebbero passati davanti.
Ci credi se ti dico che io sono stato ben contento della vittoria dei Viola e del vostro rocambolesco pareggio esterno?
Ecco, questa è la differenza fra noi due.
Ciao.
Fulvio.
Leoncini. Non ho niente di personale contro i singoli tifosi della Juventus, anzi ne conosco diversi e con loro ci vado mediamente d’accordo. Solo non mi è simpatica la vostra squadra (non si era capito?) e quindi sono contento quando perde le sfide decisive (come voi, giustamente, eravate contenti quando il Toro era in serie B), ma questo non significa non riconoscerne le sue qualità , la sua forza e la grandezza di un campione come Ronaldo.