Dal codice rosso al codice Messi il passaggio è stato brusco, improvviso. Il Liverpool era sotto al Camp Nou, sotto di un lampo – l’unico, fin lì, del Barça: palla tesa di Jordi Alba, zampata di Suarez – stava dominando, avrebbe meritato il gol mancato da Mané e negato, dai riflessi di ter Stegen, a Milner e Salah. Il surf di Klopp – difesa alta, squadra corta, recupero-palla lesto, punte larghe – cavalcava onde proibite ai più.
Gli attaccanti del Barcellona non tornavano. Non potendo licenziare il pistolero e meno che mai Sua maestà, il saggio Valverde ha tolto Coutinho, inserito Semedo e avanzato Sergi Roberto, ritrovando così uno straccio di equilibrio. Sarebbe bastato, non sarebbe bastato senza la traversa di Suarez che spalancava il Mar Rosso a Leo e senza, soprattutto, la di lui strabiliante punizione? A saperlo. Il palo di Salah (un gol sbagliato, comunque) e il poker buttato da Dembélé hanno sigillato la notte: Barcellona tre, Liverpool zero.
Lo scarto, di per sé, non esiste, ma non contiene ombre, dubbi, sospetti. I risultatisti si daranno di gomito, inneggiando alla vittoria dell’uomo sull’ingranaggio, del tenore e degli episodi sul coro e lo spartito. I prestazionisti stapperanno champagne al gioco dei vinti, comunque apprezzabile e, per questo, meritevole dell’onore delle armi. Il Liverpool, a Barcellona, non aveva mai perso. Dubito che un catenaccione l’avrebbe salvato, ma si sa: chi molto digiuna, da noi e altrove, si attacca al fiasco dei risultati per ubriacarsi di giustificazioni.
Anfield è pura magia, questa volta servirà però un miracolo. Il bello è che Messi stava giochicchiando. Ingabbiato, nervosetto. I fuoriclasse, sosteneva zio Vujadin, vedono autostrade dove altri solo sentieri. Il primo è stato un gioco da ragazzi. Il secondo, invece, un gioco di prestigio. Seicento gol: come Cristiano. Toh.
Su Re Arturo Vidal, voglio dire un ulteriore cosa…
Occhio a vendere Flash, come niente fosse…
La Juve del Minestraro a marzo/aprile corre.
Corre puntualmente il rischio di venire cacciata dall’europa.
Se AA non darà una pedata nel sedere a questo cialtrone per me pu andare tranquillamente a fare in culo.
il pagliaccio è pure subdolo, dice che deve incontrarsi con agnelli e poi dichiara che “nel momento in cui ho deciso di continuare per il sesto anno vuol dire che le motivazioni le ho”. il che equivale a un “col cazzo che mi dimetto, dovete licenziarmi”.
Scritto da bit il 2 maggio 2019 alle ore 22:45
Esattamente, é questo il messaggio.
E se ripensate a quando AA l’ha confermato in diretta dopo l’Ajax, ha detto « certo che rimane: ha ancora un anno di contratto ». Non rimane perché é il nostro grande allenatore, abbiamo piena fiducia ecc., ma perché « ha ancora un anno di contratto ». Un po’ poco, per essere credibile. Secondo me lo vogliono sostituire, lui lo sa benissimo e ha chiaramente fatto capire che non accetterà buonuscite o altro: vuole tutti insoldi e da buon fancazzista é pronto a stare un anno fermo pagato da AA, praticamente il suo sogno.
noi invece dobbiamo risparmiarci per metà campionato per “correre” a marzo?
Scritto da Superciuk il 2 maggio 2019 alle ore 22:39
Eh ma il fatto é che noi manco a marzo corriamo…
Poi sentite oggi mille analisi semplicistiche che portano il Messi di ieri sera a riprova che solo i giocatori sarebbero determinanti e non invece il gioco organizzato. Al limite è proprio il contrario: solo supportati da una corretta e sufficiente organizzazione i campioni possono determinare. La coppia Messi/Suarez vale CR7/Dybala, a spanne, solo che là rendono a mille, qua ci si interroga se possano giocare assieme.
Altro che al prato, a scopare il mare a Livorno!
“Nel momento in cui ho deciso di continuare per il sesto anno vuol dire che le motivazioni le ho. Se a livello tecnico sono convinto, e non statemi a chiedere, riparto, altrimenti no. Molto semplice.”
capito? è lui a decidere, ma deve essere convinto a livello tecnico. boh, forse dopo ronaldo gli devono prendere messi… calcio in culo subito. molto semplice.
Il bovino Alessandro è più subdolo e pericoloso dei pedofili merdaccioni demenziali che almeno si rifugiano dietro i soliti cliché triti e di pessima ipocrisia. Il bovino Alessandro è più fine ed educato rispetto a zio Pasquale ma la sostanza merdoa è la stessa.
Inoltre il bovino non risponde alle domande scomode e poi taccia gli altri di fare altrettanto.
Gente davvero ignorante, pessima e da… ignorare.
L’inadeguatezza calcistica di Grullo Ric che si perde negli articoli insulsi che giudica sani. Pur di difendere il cazzaro che lui vorrebbe minimo altri cinque anni. Grullo non mangia grullo. Ovviamente si tace sull’articolo juventibus che non garba tipo le domande mai poste ad Allegri che è oggettivamente uno specchio più consono alla realtà vista in questa stagione.
abbiamo preso ronaldo e dobbiamo andare al cazzo del circo… ma vaffanculo, va’.
vero, solo noi dobbiamo andare al cazzo del circo. ci andasse lui piuttosto, che di un clown c’è sempre bisogno.