E così la musica è finita davvero, la musica di Massimiliano Allegri, cinque anni di Juventus, cinque scudetti, quattro Coppe Italia, due Supercoppe e due finali di Champions. Figlio di chissà quale (libro) letto di Galeone, capace di mollare l’aspirante moglie a un passo dall’altare, capace di troppo, nel bello e nel brutto, nel brioso e nel noioso. Non ricordo un allenatore così vincente e così combattuto: l’epoca della televisione e di Internet ha allargato il bacino dei gusti e dei paragoni, l’era dei passamontagna ha trasformato i barboncini in ringhiosi pitbull.
Uno scudetto e una Supercoppa l’aveva vinta anche con il Milan di Ibra e Nocerino (10 gol su azione). Resta, a mio avviso, un grande allenatore-gestore di ceppo italianista che ha finito per attorcigliarsi sulla sua stessa dottrina (il calcio è semplice, i giocatori e le giocate vengono prima del gioco).
Nessun dubbio che non potesse fare di più. Nessun dubbio che avrebbe potuto fare un po’ meglio. Con quella rosa lì, poi: prima per distacco nel cimitero di elefanti che è diventato il nostro campionato, non però in Europa. Lascia un’eredità duplice se non doppia, ambigua. Partite straordinarie (a Dortmund, con il Barcellona, al Bernabeu, con l’Atletico al ritorno) e partite orribili (a Napoli, al Wanda, nel secondo tempo con l’Ajax).
La società non gli ha dato una mano: gli ha dato tutto. E lui se l’è meritato, felice di adottare un motto che avevano inventato altri: «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta». Potrà sempre dire di aver allenato Cristiano, ha cannato l’ultima stagione, ha azzeccato mosse (Mandzukic ala, Emre Can meta-stopper) e altre ne ha sbagliate (Dybala tuttocampista).
Ha usato male il microfono, ha chiuso con una sconfitta a Marassi: 2-0 per la Sampdoria. Tosato come un marine reduce dal fronte.
Grazie di (quasi) tutto.
Il vero successo di Allegri non sono stati i 5 scudetti di fila, i double o le due finali di Champions. Il suo vero successo é stato convincere i sudditi di Allegrolandia, già tifoso della Pro Allegrese, che scegliendo la via del gioco non si potrà arrivare ai risultati. Quindi l’arrivo di un possibile Pro o un mister di simile filosofia, viene atteso con preoccupazione e timore. Grande mister. Ci sei riuscito.
Il pedofilo paquale o scrofa sanguinante indaista che dir si vogli, che piscia sulla memoria (sporca tra l’altro) di un morto al quale è stata addossata un’altra infamia che appartiene all’essere pisciatombe, non si può sentire.
E’ anche quello che, travestito da 3glodita, insulta i meridionali.
Un gabinetto non deve parlare. E quindi taci.
Flush!
Per sapere, è già partita la lettera di licenziamento di Florentino per Zidane, ora che il Minestraro è di nuovo a spasso? Hihihihi.
Onore al Gasp che con 4 scappati di casa e 3 buoni giocatori conquista uno storico terzo posto e la UCL (chiarendo chi è la squadra nerazzurra più forte d’Italia, davanti al Pisa), che segue altre 2 consecutive qualificazioni in Europa League.
Ma mi raccomando, la Panchina d’Oro diamola ad un mediocre che la usa per farci delle penniche di 95 minuti.
Ivana scrofa sanguinante indaista, tu pisci dal 2006 sulla tomba di quel mariuolo indaista di 3viglio.
Hai fatto porcate e l’hai scaricate su di lui perchè ne aveva commesse altre, da indaista.
Fai schifo anche alla merda.
Sei un VIGLIACCO che si nasconde dietro ad un cadavere.
Ma vi conosciamo bene, bastardi!
Ciao Alex, concettualmente se ho dato una chance al minestraro di merda (e ricorderai che il primo anno gliel’ho data), a maggior ragione la darò ad un allenatore che ha un’idea di calcio precisa, organizzata e sovente estetica come quella che ha Sarri.
Ho come il sospetto che, se arriverà lui e non Guardiola (ma in Momblano we trust), possa essere una testa di ponte filosofica per quando magari il catalano si libererà davvero.
In Europa dovremmo diventare più autorevoli ed autoritari nella condotta di gara, mentre in Italia se il Fuggitivo finisce davvero nella fogna indaista (e potrebbe accadere anche oggi stesso…sic!) non la vedo per nulla serena la situazione. Il leccese ci mette poco a trovare la quadra (meno del toscano) e non è peregrino pensare ad una partenza sparata che, se si abbinasse ad una nostra difficoltà nel recepire sùbito i dettami di Sarri, sarebbero guai.
Ad ogni modo che venga Guardiola o Sarri, la strada che si percorrerebbe sarebbe quella del gioco e della tecnica (vera, non a cialtronate come col Minestraro) combinate. Qualità ne abbiamo, ma è anche vero che da anni siamo comunque una squadra più muscolare che tecnica.
Scritto da bilbao77 il 27 maggio 2019 alle ore 10:50
Concordo praticamente alla lettera.soprattutto la parte in cui pteoccupa la possibile(preventivabile ?)partenza sprint di Conte all’inda.
Arrivasse Pep da noi sarei poco preoccupato delle caratteristiche fisiche dei ns giocatori in quanto lo spagnolo ha già dimostrato di essere in grado di modulare in tempi rapidi la sua idea di calcio ai giocatori a disposizione cosa che fece soprattutto al Bayern.Sarri invece,non essendo bravo come pep,avrebbe bisogno di piu’tempo come vistosi al Chelsea,fermo restando che per me la sua annata e’stata sicuramente positiva sul piano dei risultati dove non poteva fare di piu’e dove e’riuscito a raddrizzare la barca e condurla in porto nonostante ad un certo punto fosse sull’orlo del naufragio.
ec. : a meno che le alternative non siano al ribasso
@Gian-carlo : pure io se le alternative sono al ribasso (Inzaghino o Sinisa).
@ Lex: …spero che anche il suo attuale allenatore faccia lo stesso…
x Riccardo Ric delle 12:19 – Allegri, quando è arrivato alla Juve, non ha certo trovato macerie tanto è vero che, per 2/3 anni, non ha dovuto dannarsi l’anima per trovare la squadra con la quale fare la sua “sporca” figura. Quando ha dovuto cominciare a metterci del suo, abbiamo potuto costatare quello che effettivamente valeva. Come si dice, a forza di tirarla la corda si spezza. Se AA avesse solo tenuto conto di questo detto popolare, avrebbe cambiato lo stesso Allegri già due anni fa. Invece gli ha comprato pure CR7 il quale, però, si è dimostrato troppo complicato per una limitata intelligenza calcistica come la sua (di Allegri) e quindi di difficile inserimento nel meccanismo di quella Juventus causando inevitabilmente una azione di rigetto nel gioco e nel morale della squadra stessa. Adesso, chi verrà dopo Allegri, si troverà a recuperare una squadra sconquassata tecnicamente e psicologicamente per cui avrà un compito difficilissimo, tipico di chi deve ricominciare da capo. Già in passato c’eravamo trovati in una simile situazione e il problema ce lo risolse Conte che adesso sarebbe stata la soluzione più collaudata ma non è stato presa nemmeno in considerazione per un malcelato celudurismo, a mio avviso, fuori ruolo e inopportuno. Come si dice, qualche volta bisogna essere capaci anche di attrapparsi il naso e ingoiare il rospo per risolvere il problema. Come ho già detto, la scelta di Sarri mi incuriosisce anche se la reputo rischiosa e quindi praticabile con grande prudenza. Infine vorrei far notare che non può essere ignorata la presenza di CR7 il quale penso abbia diritto di dire la sua e quindi di condizionare le scelte. Per ora mi sembra che sia stato fatto poco o niente. Per mancanza di idee, di soldi o di unitarietà d’intenti? Vedremo!.
Saranno una settimana e un’estate lunghissima (e spero che Jorginho se la passi a Londra).