La prima Juventus «grand hotel» di Sarri senza Sarri non poteva produrre orgasmi, e difatti non ne ha prodotti, al netto del risultato, lo stesso di Allegri a Verona, con il Chievo, quando tutto, dopo Conte, ricominciò. La partita, per meriti, è stata una discesa che alla lunga, per flessioni assortite e garra lievitante del Parma, è diventata una salita.
C’era Higuain e non Dybala, l’eroe di Trieste. Boh. C’era il centrocampo d’antan, Khedira-Pjanic-Matuidi: immagino che Martusciello non abbia fatto di testa sua. Anche se l’equilibrio l’ha spaccato George Orwell Chiellini («chi controlla il passato, controlla il futuro»), continua a tirare soltanto Cristiano, e questo non è il massimo. Ha sbagliato le occasioni più chiare, il Marziano, compreso un diagonale al culmine dell’azione più bella; e quando non ha sbagliato lui, l’ha «corretto» la Var per fuorigioco di un alluce (citofonare Guardiola).
Juventus padrona per un tempo e poi più. Piano piano è venuto fuori il Parma di D’Aversa. Ma non con il contropiede di Gervinho e Inglese, come avrei scommesso: con un po’ più di pressione e alla fine, addirittura, con quattro-punte-quattro.
Ricapitolando: molto Douglas Costa, ma spazi anche molto intasati, e dunque problemi di viabilità , di pericolosità . Tiki taka insistito. Higuain più sponde che fionde. E l’intento, palese, di avanzare il baricentro per far coincidere, se e ove possibile, la fase difensiva con la fase offensiva.
Tutto il resto, dagli schizzi di 4-4-2 al possesso palla pedante e non sempre asfissiante, il sommo Brera l’avrebbe liquidato come «masturbatio grillorum». Quando si cambia libro, e non semplicemente pagina, ci vuole pazienza. Non bisogna correre troppo e neppure troppo poco. E sperare nel 2 settembre per capire, del «grand hotel», i clienti e gli intrusi.
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/siete-pronti-governo-conte-renzi-se-papocchio-giallo-rosso-212071.htm
Merde
@ Dindondan.
Qualche pillola di storia (la grande sconosciuta ai più).
Quando tu hai iniziato a tifare Juve, lo stesso vale per me, la società apparteneva a Piero Dusio, proprietario della Cisitalia.
D’altra parte, Edoardo Agnelli era morto nel 1935 in un incidente aereo e la società era passata di mano.
Oltretutto in quel periodo gli scudetti li vinceva a ripetizione proprio il toro, cui fra l’altro era stato rubato lo scudetto nel ’42 da parte della Roma. Non credo che noi tifassimo per la Juve di allora, né’ per il potere, né’ per il gusto di vincere.
Dusio, rovinato dalla guerra, anzi, dal dopoguerra, emigro’ in Argentina regalando praticamente la squadra al l’allora poco più che ventenne Gianni Agnelli.
Questo volerci psicanalizzare a tutti i costi, da parte di gente che non sa un cazzo, e’ anche abbastanza fastidioso.
Ciao. Fulvio.
Nino, c’è pure ECCEZZZIUNALE VERAMENTE nel quale l’Abatantuono juventino è un camionista soprannominato Tirzan che deve andare ad “Anderlecht, in provincia di Giuventus”.
E lì giù risate. Poi, crescendo, sono venuto a sapere che Anderlecht (se non erro) è un quartiere di Bruxelles.
Il Milan vinceva perché in quegli anni a cavallo degli 80 e 90 disponeva della rosa più forte e aveva l’organizzazione migliore, non perché le tv di Berlusconi lo esaltavano e lo proteggevano.
Ma Spal esattamente in quale regione Italiana si trova?
Scritto da lucx il 25 agosto 2019 alle ore 23:48
mi ha ricordato un vecchio film in cui ad un tifoso, mi pare milanista, in procinto di una trasferta champions a Brema,veniva chiesto dove era diretto e lui rispondeva “a Werder” :-))))
Perchè il Milan vinceva.
Se non avesse vinto, anche con 10 cavalier pompette non se lo sarebbe filato nessuno.
Come succede ora.
Dindondan. Che io ricordi, lo strapotere mediatico veniva rimproverato al Milan di Berlusconi.
X settemonnezze – Quando sono diventato juventino, io non sapevo nemmeno che esistessero gli Agnelli e soprattutto non sapevo cosa rappresentasse questa Famiglia, nel bene e nel male, per l’Italia e gli italiani. Mi sono innamorato del nome e di quello che rappresentava el nome per me che ero un bambino e avevo la vita ancora tutta da vivere. Dopo 75 anni ho capito che senza quella Famiglia forse la Juventus sarebbe diventata come un Torino qualsiasi e non si sarebbe opposta allo strapotere del calcio milanese e non avrebbe in certo senso soffocato quello delle squadre di grandi città metropolitane che dal calcio hanno avuto molti più dispiaceri che soddisfazioni per loro incapacità e scarsa lungimiranza. Penso che almeno il 90% degli juventini si trovi nelle stesse mie condizioni. Nessuno tifa Juve per compiacere alla famiglia Agnelli. Non per nulla alcuni dei comunisti più accaniti (per esempio Togliatti, Lama e Berlinguer) erano anche Juventini ferventi. Quando, secondo me, gli Agnelli hanno sbagliato per come gestivano la squadra, non ho esitato a criticarli e non di rado sono arrivato ad augurarmi che se ne andassero dalla Juve. E la vita è una ruota. Ti ricordi quando alla Juve veniva rimproverato di essere protetta dalla stampa perché i più importanti giornali erano di proprietà degli Agnelli? Adesso quei giornali sono di proprietà dii Cairo che è anche il presidente del Torino ma nessuno gli rimprovera di condurre una sleale campagna a favore della sua squadra del cuore. E sai perché? Perché il Torino non vince quasi niente e non da fastidio a nessuno. E adesso c’è qualcuno che vorrebbe che io passassi a tifare per un’altra squadra per fare un dispetto agli Agnelli. Ma chi se ne fraga degli Agnelli. D’altra parte c’è chi adesso tifa per la sua squadra del cuore anche se questa è diventata cinese o americana o cosmopolita. Non credi che continuare ad insistere su certi argomenti sia molto ridicolo? Per concludere, a voi antijuventini quello che non va giù è la Storia della Juventus, il suo carisma e il suo prestigio e fareste carte false per offuscarlo in qualche modo. Ma la Storia è quella che è e voi non potete far altro che accettarla e fare di tutto per cambiare, se ci riuscirete, solo quella che ancora deve essere scritta. .
Alemichel. Io sono dell’idea che le lancette della storia, per quanto riguarda il calcio, dovrebbero tornare indietro di almeno trent’anni. Più stadio e meno tv, numeri delle maglie dell’uno all’undici, proprietà italiane delle società , durata del calciomercato solo nel mese di agosto, stipendi dei giocatori più morali, più semplicità e spontaneità nei comportamenti e meno esibizionismo da divi di Hollywood. Con questa mentalità da tutto quanto fa spettacolo, introdotta in Italia da Berlusconi, si è perso molto in termini di tradizioni e storie popolari legate al calcio, oggi viste come cose da romanticoni e spazzate via da quella che Pasolini, parlando di altre cose, designava col termine di omologazione. Guarda, io in politica mi ritengo parecchio di sinistra, però nel calcio sono un conservatore convinto, forse anche un reazionario.
Le critiche?Su de Ligt e calcio sarriano della seconda e terza amichevole!Il tifoso da tempo al tempo e tifa a prescindere,abbiamo cambiato?Sappiamo attendere,anche senza vincere per un anno!Oppure vogliamo fare di De Ligt(talento enorme)un nuovo Henry?